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– I “boccoli” di Binet
Credo che tutti, compresi i grafologi, pensino che una
banale linea diritta, o un cerchio o una serie di “boccoli” come quelli qui a sinistra si tracciano o si possano tranquillamente
tracciare a velocità uniforme, sia a mano libera che servendosi di righelli,
cerchiometri, normografi o altri strumenti grafici. Più esattamente penso che
nessuno, tanto meno i …linguisti che pure con la scrittura convivono!, stia a
porsi problemi così capziosi o inutili. I calligrafi e, soprattutto, gli
stenografi invece, almeno in tempi passati, non solo questi problemi se li
ponevano ma li studiavano a fondo e con sofisticati apparati (grafotachimetro
Vignini, bilancia di Kraepelin, leggio di Colucci, pressiografo di Binet,
grafografo di Obici, ecc.).
Usando la penna elettrica Binet e Courtier, forse
per primi e per caso (1893), e poi Ottolenghi e Carrara (su suggerimento di Lombroso),
Gross e molti altri psicologi
sperimentali si accorsero non solo che la velocità di tracciamento non è
affatto costante, ma stabilirono molte leggi fisiofisiche della manoscrittura.
Ad esempio, una linea è tracciata con maggiore rapidità se è tirata
liberamente, a casaccio, invece che tra due punti dati, in prossimità dei quali
la velocità rallenta; c’è un rapporto involontario e incosciente tra grandezza,
o lunghezza, di un segno e la velocità di tracciamento; questo rapporto si
altera se si ha coscienza dell’esperimento scientifico; i movimenti orizzontali
da sinistra a destra sono più veloci e più facili di quelli in senso contrario
(idem i tratti obliqui in alto verso
sinistra); ogni cambiamento brusco di direzione implica un rallentamento;
ecc.
La parola “Diapason” scritta o meglio “punteggiata” con
Purtroppo la penna elettrica introduceva degli errori perché
la sua frequenza era influenzata dagli attriti sulla carta, che a volte ne
producevano anche qualche lacerazione, oltre a deformare i segni. Questo
inconveniente fu poi risolto con le già citate
apparecchiature del Gemelli, ma le
ricerche di meccanica grafica non hanno
dato i frutti sperati, anzi si sono arenate, io credo, per ben altri intoppi,
il principale dei quali è stato non aver seguito la strada maestra tracciata da Buccola e
dal suo cronoscopio.
(P. S. – Su Binet
segnalo il suo interessantissimo libro sulla suggestionabilità integralmente in
rete).