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– Il leggio di Colucci
Ho recentemente trovato l’opuscolo L. Galdo, L
Cesare Colucci infatti fu l’attivissimo direttore
e creatore di tale istituto, i cui resti – locali,
museo, inediti, strumenti, biblioteca – mi piacerebbe poter visitare,
sempre che esistano ancora e siano accessibili.
Mi sono interessato a Colucci
per le sue ricerche sul Malossi, il celebre
sordo-cieco-muto-anosmico che si serviva di un linguaggio tattile simile al
Morse e sentiva la musica poggiando la mano sul grammofono, in quanto era in
relazione col mondo esterno unicamente grazie alla sensibilità delle piante dei
piedi e dei polpastrelli.
Voglio menzionare in questa News – purtroppo devo limitarmi a questo – i “Saggi di psico-fisiologia della Scrittura” (Rivista di Psicologia,
1915), che probabilmente sono i suoi contributi più importanti.
Il Colucci studiò la pressione della penna che scrive con una
soluzione semplice e geniale: un
leggio pneumatico, “a soffietto”,
collegato ad un normale tamburo registratore di Marey a carta affumicata (foto).
Scoprì così moltissime cose, che sono quasi certo non sono
state riprese da nessuno (almeno in Italia), e che si riconnettono alle
scoperte di Lucidi: lo scritto comune nasconde tutta una serie di indugi, di interruzioni, di esitazioni,
di rinforzi, di periodicità, di ritmicità;
la scrittura rivela una serie di oscillazioni,
di attenuazioni e “modulazioni” che molto somigliano, anzi
possono essere più marcati dei tracciati della voce; una frase ha andamento
molto diverso se pensata, copiata o scritta sotto dettatura; ecc.
Le tre grafiche della scrittura (foto a destra), che gli specialisti noteranno subito essere molto
simili agli oscillogrammi fonici, sono rispettivamente di un dettato, di un copiato, a memoria (da Galdo, cit.)