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– La cabina di Gemelli
Un capitolo del mio lavoro incompiuto sulla meccanica grafica (AG 11) era consacrato agli
studi di Agostino Gemelli sui
movimenti della scrittura (pubblicati in Commentationes
Pontificia Academia Scientiarum, 1948). Riprendendo gli studi soprattutto
di due grandi, Giulio Obici e Charles H. Judd, ma ignorando del tutto quelli di Buccola,
il Gemelli metteva i suoi soggetti in
una camera oscura e li faceva scrivere a braccio bloccato (con delle cinghie). Al portapenna o al dito indice erano attaccate
due piccole lampadine che mandavano sottili raggi luminosi una verso il basso e
l’altra verso l’alto, messi a fuoco su carte fotosensibili, quella in basso
fissa e quella in alto (chimografo)
scorrevole con moto uniforme (vedi foto).
Dalla comparazione delle due registrazioni ottiche e per così dire “allotropiche” dello stesso atto grafico Gemelli cercava poi di ricavare delle
leggi.
Questo tipo di ricerche sulla fisiologia della scrittura (sia a mano che a macchina) purtroppo
sono del tutto abbandonate, almeno in Italia. Nell’auspicarne una ripresa,
anche alla luce dei risultati della telelinguistica,
concludo questa News con un paio di
citazioni tratte da M. Marchesan, P. Gemelli e la psicologia della scrittura, Milano
1961, e concernenti i “gravi problemi relativi al contrasto in
cui vengono a trovarsi spesso il diritto dello scienziato alla propria fama e
il diritto della famiglia umana di non venir sottoposta a sacrifici di gran
lunga esorbitanti i limiti del ragionevole, per rispettare gli errori talora
grossolani in cui possono incorrere anche uomini di grande prestigio e che
questi, per non scapitare nella considerazione altrui, si ostinano a non
rettificare resistendo a rimostranze e a umili prolungate insistenze formulate
nei modi più discreti e nelle forme più rispettose” (p. VII).
“Colui che si dedica alla ricerca
scientifica entra ad operare in un campo in cui i frutti del suo lavoro
assumono l’aspetto essenziale di principi attivi, che, in proporzione alla
potenza determinante delle loro scoperte, hanno risonanza ed effetto in tutto
il tessuto sociale umano mondiale raggiunto dalle comunicazioni, con grande
rapidità, alleviando dolori, sovvenendo bisogni, risolvendo difficoltà, dando
benessere materiale e spirituale, direttamente o indirettamente, a molti
milioni di esseri umani” (p. XI).