VI
5 – Le quote incomprese (3.11.2013)
L’ex sindaco di Termini
Imerese, l’amico Enzo
Giunta, ha ricordato, bontà sua, nella presentazione
del mio Atomo AG
30 “Poleni News”, un
marginalissimo episodio della nostra gioventù che evidentemente gli è rimasto
particolarmente impresso nella memoria (festa
della matricola), ma nei due anni che avevano preceduto quelle righe con
cui ha voluto impreziosire l’opuscolo citato abbiamo avuto modo di ricordare,
in email private, molti altri episodi dei tempi andati, dei quali mi limito ad
accennare, perché funzionale al prosieguo, solo le scalate in bicicletta – alla Charly Gaul! – a Caccamo o alla
nostra Serpentina (foto a sinistra, da
Google Earth).
Quando, tre anni fa, cominciai
ad occuparmi del “segreto” di Termini
e del suo mare, il nostro Enzo mi “ricordò” che se il mare fosse arrivato
al livello dell’Annunziata (circa 30 m
s.l.m.), come da sempre ritenuto dal popolino, le terme (circa 10 m s.l.m.) sarebbero state
sommerse, mentre il geologo Antonio
Contino e il chiarissimo topografo Oscar
Belvedere, saltando entrambi a piè pari, anche se inavvertitamente, un passaggio
cruciale della questione, opinarono che solo scrupolosi rilievi
geognostici avrebbero potuto risolvere la faccenda (vedi PO 18, PO 21
e PO 23).
Il passaggio chiave in oggetto
credetti di spiegarlo al prof. Belvedere
in questi termini (vedi PO 24):
“Finora l'espressione "ai piedi di S. Orsola, della torre dei
Saccari o dell'Annunziata" è stata intesa letteralmente, e cioè ai
piedi "attuali" di questi
edifici. Se invece si ipotizza che questi edifici un tempo possono essere stati
a picco o quasi a picco sul mare (vedi quadro
dell’architetto Marcello
Toma) la stessa espressione acquista, con tutta evidenza, un
significato ben diverso e più congruo. Lei avrà presente senz'altro la curva
della Serpentina adiacente all'Annunziata: ebbene lì si vede bene il massiccio
roccioso del nostro promontorio quasi verticale (mi fido della sola memoria). Bisognerebbe indagare se tutta la zona
sotto le mura medioevali - grosso modo da
S. Orsola all'Annunziata - è costituita da un analogo massiccio a picco o
leggermente digradante sul mare”.
Probabilmente i non termitani Belvedere, Giunta e Contino non avevano
o non hanno presente la menzionata curva dell’Annunziata, scavata nella roccia
e ricca di ficodindia (foto a destra,
cortesia di Angelo Casà), ma sono certo che un breve
sopralluogo contribuirà a far capire loro la vera natura – linguistica, ben prima che geologica! – del problema. Solo così ci
si potrà disincagliare da questo capzioso “scoglio
delle quote” e si potrà finalmente avviare l’auspicata (anche dal Sindaco Burrafato – vedi AG 40),
approfondita, aperta a tutti (e
soprattutto non inficiata da pregiudizi) discussione sul “Mare nostrum”.
Mi lusingo di credere che in
questo solco “scientifico” possa
essere affrontato, e risolto, il problema recentemente sollevatomi dall’amico
ing. Giuseppe Catanzaro: “Se la
Scilba era tutta occupata dal mare, come potevano esservi le fabbriche di cui
parla Solito?”.
P.S. – Invito vivamente i
termitani doc a leggere o rileggere con
molta attenzione tutti gli articoli citati. Informo anche che in data
odierna ho inserito un’appendice alla scheda precedente (VI 4).