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- Ricevitore tattile Morse
Il Vecchio Continente, come ormai sappiamo, obiettava alla
ricezione uditiva del Morse praticata in America principalmente due argomenti: primo, la mancanza della zona “deufficializzava”, per così dire, i
dispacci e, secondo, ne comprometteva
la segretezza, perché tutti li potevano ascoltare e decodificare.
Per ovviare a questo secondo problema il belga L. Leonard, nel 1886 (vedi La Lumière Électrique, p. 35), propose un
sistema di ricezione dello stesso tipo di quello di trasmissione e cioè tattile. Come si evince dal disegno (idem, p. 419) la cosa è facilmente
realizzabile: il sounder viene “silenziato” il più possibile e alla leva
oscillante si collega una punta o spillo A
che vibra al centro di un supporto circolare “poggiadito”. Come dimostrato dagli studi di Vierordt e Buccola – soprattutto – il polpastrello
dell’indice ha una sensibilità squisita e quindi si può benissimo ricevere o “copiare” al tatto. Leonard anzi arrivò a proporre di usare la mano destra per
manipolare il tasto e la sinistra per ricevere, distribuendo così lo sforzo
nervoso.
Per assecondare l’uso inglese della “doppia corrente” (vedi Morse News 106, 107, 108), senza
quindi scombussolare l’abitudine degli impiegati, Leonard propose anche un sistema più complesso con ricevitori
“polarizzati” in cui la distinzione punti/linee
invece di essere basata sul tempo era basata sul grado di “smussatura” delle
punte vibranti (destra/sinistra). Per
quello che ne so questo sistema non è stato mai attuato (anni fa Tom Perera ebbe a dirmi che
in America i sistemi polarizzati non si sono quasi mai usati). Il Morse tattile
a corrente semplice, o “sensophone”,
appena descritto invece è stato di sicuro adoperato da molti sordomuti e anche
da ciechi.
Tuttora sono in corso le ricerche (iniziate da Buccola, Vaschide, ecc.) sul senso cinestesico, sui display tattili e, in
generale, sulla cosiddetta comunicazione vibrotattile, associata o meno a
quella acustica e a quella motoria (si vedano, ad esempio, link1, link2,
link3).
Queste ricerche confermano pienamente i risultati di Bryan e Harter
(plateau, curve e “gerarchie” di apprendimento, chunking, mascheramento, copy “on
the fly” e “behind”, senso di
costrizione che, nei casi di affaticamento cerebrale, sembra mantenere la nuca
come in una morsa, ecc.) e soprattutto confermano il secondo postulato sulla telegrafia enunciato nel mio Etica e Fonetica (p. 24) e cioè che più si è bravi a inviare codice manualmente più si è bravi a riceverlo tattilmente. Si pensi infine che in certe gravi
patologie – addirittura casi di coma (vedi
Morse News 41) – il
Morse tattile rimane l’unico sistema di comunicazione.