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– Appunti su Bryan e Harter
Spero di fare cosa non del tutto
inutile (e che a me, grazie a internet, non costa
niente) mettendo in rete dei vecchi appunti sui ben più vecchi (1897 e 1899)
lavori di Bryan e Harter sulla lingua telegrafica.
La traduzione è approssimativa,
mancano diagrammi e tabelle, ma forse la loro “ponderosità e poderosità” attirerà l’attenzione di qualche accademico
che, per distrazione o per l’effetto
Canepari, ritiene ancora il Morse cosa da boy
scout.
Intervento di Cavina
(14.9.04):
In
questo studio (pur avendolo scorso in fretta) ho rivissuto, per la prima volta,
la psicologia del telegrafista. Ti ringrazio. Addirittura certe impressioni, seppur provate, non le avevo mai notate.
William Lowe
(Harter è uno studente di
psicologia che per molti anni è stato telegrafista ferroviario ed è esperto in
questa branca della telegrafia. Gli esperimenti sono stati fatti sotto la
direzione del prof. Bryan)
Biographical Note
William Julian Bryan was born
Upon returning to IU after his
studies with Hall, he was appointed Vice- President of the University. In 1902
he was named the tenth President of the University.
Nel marzo
1893 il Sig. Harter iniziò al Laboratorio di Psicologia
dell’università dell’Indiana uno studio su alcuni problemi collegati
all’acquisizione del linguaggio telegrafico. Per 11 mesi, e lontano
dall’Università, condusse uno studio preliminare di questi problemi, alla luce
della propria esperienza e coadiuvato da un diligente personale esame
incrociato di 37 operatori della Compagnia
ferroviaria Wabash e della Compagnia telegrafica Western
Union. Di questi 7 furono riconosciuti come esperti, 22 come uomini di
esperienza e capacità medie, mentre 8 avevano semplicemente una capacità
sufficiente. Harter aveva conosciuto personalmente 28 di questi per un tempo
variabile da due a sedici anni. In tutte queste ricerche, e nelle seguenti, la
comunità dei telegrafisti mostrò il più cordiale interesse e sollecitudine a
collaborare.
Nel marzo
1894 Harter
cominciò presso il Laboratorio universitario uno studio sperimentale sulle
differenze individuali nella scrittura telegrafica. La parte sperimentale di
questi studi continuò fino all’agosto 1894 e lo studio dei risultati fino al
giugno 1895. Nel gennaio 1896 fu fatta una rassegna di certe fasi dei
risultati. Durante l’inverno 1895/96 egli si occupò dello studio della curva di
miglioramento della trasmissione e ricezione.
Il lavoro
del primo anno consistette in una indagine esplorativa in cerca dei problemi
che valeva la pena investigare a fondo. Sembra preferibile, tutto sommato, dare
qualche notizia, attraverso un breve resoconto di questa indagine. Il metodo di
esplorazione consisteva nell’interrogare gli operatori con domande che, da un
lato sembravano avere rilevanza psicologica o fisiologica e che, dall’altro,
alla luce dell’esperienza personale di Harter potevano essere foriere di
risposte.
(Per evitare circonlocuzioni in questo articolo si
useranno parole tecniche comunemente usate tra gli operatori telegrafici e il
cui significato è chiaro)
Lo
studente impara in poche ore o al massimo in pochi giorni a distinguere la
maggior parte delle lettere dell’alfabeto telegrafico; ma dopo averle distinte
chiaramente una volta, in genere viene
confuso dal contraccolpo e deve imparare di nuovo le lettere molte
volte prima che questa difficoltà
sia superata. Il contraccolpo (back stroke) è il colpo
dell’armatura contro la vite di regolazione al di sopra di essa. Prima si
padroneggiano quelle lettere composte di soli punti o sole linee, poi quelle
composte di punti e spazi, e infine quelle più complesse
come J ▬ • ▬ •, X • ▬ • •,
Q • • ▬ •
Dal momento
che i caratteri composti da 4, 5 e 6 punti sono fatti più rapidamente di
quanto l’alunno sia in grado di contare, è necessaria molta pratica prima che
egli possa riconoscere con certezza il numero di punti
in tali gruppi. Quando in ricezione viene raggiunto un
grado considerevole di velocità, lo spazio tra le lettere di una parola (io: non di un carattere) diventa così
piccolo che si cessa di riconoscerla coscientemente,
le
lettere sembrano mescolarsi insieme, e la parola viene riconosciuta
come un suono unico. Così, operatori esperti leggono “parole” dai loro apparecchi; e, come si vedrà in seguito,
questi stessi gruppi in unità più grandi, sicché l’unità cosciente diventa la
frase (sentence, significato), molto come nella lettura
di roba
stampata. Naturalmente le parole corte e frequentemente ricorrenti
sono le prime ad avere le parti fuse insieme. Un principiante è così molto
presto capace di distinguere parole come, the, is,
and, ecc. quando vengono scritte velocemente sulla linea principale (?) nella loro
connessione adeguata, mentre egli non può comprendere neanche una singola
lettera nelle altre parole. Questa osservazione mostra che un determinato
gruppo di suoni, per esempio quelli che compongono la lettera h,
possono essere percepiti in un istante perché ricorrono entro un gruppo
conosciuto più ampio, e quindi non percepiti un momento più tardi poiché
ricorrono come parte di un gruppo sconosciuto.
In
telegrafia ci sono specialità distinte, così che un operatore può essere
competente in un reparto ma un fallimento in un altro (pur) non richiedente
nessuna maggiore velocità, finché non si sia impadronito del vocabolario di
quel reparto. Così un operatore commerciale si sentirebbe
perduto in uno scalo ferroviario, o lo spedizioniere ferroviario nel prendere i
mercati. È opinione di operatori con esperienza che vi sono
molti casi eccezionali di prontezza (quickness) e
tardità (slowness) nell’apprendimento,
(Si racconta di un telegrafista dell’Indiana che, dopo
una pratica di 3 mesi fu capace di ricevere il discorso inaugurale di Garfield. Storie di questo tipo devono essere prese cum grano salis (senza esagerare). Più telegrafia si
conosce, più sale ci vuole)
tuttavia
per diventare un operatore esperto occorrono da
Per
mancanza di energia all’abitudine, tranne quando obbligati dalla natura del
loro lavoro, pochi operatori raggiungono il loro massimo, mentre la
maggioranza ha poco più dell’abilità realmente richiesta dal loro lavoro
giornaliero. Per ottenere esperienza, si deve fare accuratamente un lavoro di
crescente difficoltà. Per una più completa discussione di questo punto vedi Parte IV. (io: strano, manca!)
L’effetto
di trasmettere velocemente una lunga parola non familiare è indurre
il ricevente a fare un errore o una interruzione (break, richiesta di
ripetizione della parola). Numerosi operatori sono molto permalosi riguardo
all’interruzione, ed alcuni non esitano a sostituire la parola più probabile ed
evitare così quello che reputano un’umiliazione. A volte qualche operatore giovane
(antipatico, gradasso?) viene lusingato in una trappola per il
suo orgoglio di fronte all’interruzione, la cui psicologia è significativa.
Vengono inviati la data e l’indirizzo di un messaggio ad una velocità rapida,
seguiti dal punto (period)
che separa l’indirizzo dal corpo del messaggio. Gli vengono
inviate quindi chiaramente ma rapidamente le lettere in ordine alfabetico. Il
ricevente attende un messaggio. Nelle prime poche lettere
egli non riconosce alcun gruppo-parola. Spera di vedere la connessione un po’ più in là.
Alla fine è costretto a interrompere. Qualche volta è possibile ripetere questo
trucco parecchie volte senza
che la vittima lo scopra. In questo caso evidentemente lo sforzo immane
dell’attenzione posta nel riconoscere gruppi-parola ha impedito di riconoscere un gruppo più familiare,
cioè l’ordine alfabetico.
C’è
un’altra interessante illusione appercettiva, nella quale cadono anche operatori esperti, che si
presenta così: La regolazione dell’armatura del sounder viene controllata da
viti di posizione di modo che il colpo inferiore e il colpo superiore possono
essere differenziati. I colpi inferiori, naturalmente, corrispondono ai punti
e alle linee del codice Morse. Che si intenda (trasmettere) un punto o
una linea dipende dalla lunghezza di tempo fra il colpo inferiore e il
successivo contraccolpo. Evidentemente è essenziale che il colpo inferiore
e quello di ritorno siano chiaramente distinguibili. Fare (make, calcolare) questa distinzione è una delle più grandi difficoltà
nell’apprendimento della telegrafia. Lo studente può imparare a riconoscere in
pochi minuti parecchie delle semplici lettere fatte di punti; tuttavia dopo
un’ora, quando viene fatta la e, un singolo punto, egli
interpreta i due suoni che sente come una i, che è due punti. Gli studenti cercano di aiutare
l’orecchio spiando la mano dell’insegnante o l’armatura del
sounder. Tale stratagemma
naturalmente deve essere proibito e allo studente viene richiesto di basarsi
soltanto sull’orecchio. Sono stati osservati parecchi casi in cui operatori
esperti hanno fatto lo stesso tipo di errore quando ascoltavano in apparecchi non familiari (strange) nei
quali il colpo inferiore e quello di ritorno non erano molto chiaramente
differenti. In tali casi, gli esperti non erano in grado di comprendere neanche
una lettera. Per una sorta di
inversione di attenzione i colpi di ritorno sono uditi come colpi inferiori e
viceversa.
La
velocità di ricezione varia grandemente. Sulle linee ferroviarie può essere presa come velocità normale quella da
Disturbi
esterni hanno un effetto molto grande sugli operatori privi di esperienza, ma
influenzano molto poco l’operatore esperto. Non è insolito vedere un operatore
che fa una grande quantità di lavoro importante in una piccola stanza dove
lavorano una mezza dozzina di gruppi di macchine, ferrovieri che entrano ed
escono correndo, parlando in modo eccitato e facendo domande, motori che si
muovono vicino alla finestra, vagoni (o carrelli) che corrono rumorosamente sul
marciapiede. Tuttavia l’operatore lavora, con calma e velocità, e risponde
persino brevemente a domande che gli vengono rivolte. Laddove un numero di sounders lavorano a stretto contatto possono essere
attaccati pezzi di alluminio, ottone o altro così da dare a ciascuno un tono
distinguibile. Molti uomini possono ricevere da un apparecchio regolato
basso in presenza di altri il cui suono è molto più forte. La capacità
di fare ciò tuttavia viene di gran lunga diminuita dalla mancanza di pratica.
Lo spedizioniere C. è stato un “copista” per parecchi anni in un ufficio nel
quale lavorava con molti apparecchi vicini. Dopo essere stato distaccato per
due anni a uno sportello, dove era usato un solo apparecchio, (tornando) perdette la capacità di fare
il lavoro che faceva prima, essendo confuso dal lavoro degli altri apparecchi.
Disturbi
(agitazioni) soggettivi quali timore,
ira, eccitamento, ecc. hanno poco effetto sugli uomini esperti tranne quello di
renderli più fluenti nell’uso del linguaggio telegrafico. (Gli) operatori sono acutamente consapevoli della
presenza di quelli con cui comunicano, di modo che essi non si sentono soli
sebbene nessuno sia fisicamente presente. Questo feeling fa si che gli
operatori giovani soffrano acutamente della paura del palcoscenico, specialmente al loro debutto. Il primo lavoro
generalmente consiste nel fare un
rapporto su un treno ad uno spedizioniere. Il debuttante è molto ansioso di
fare così e lavora duramente in modo da eseguirlo bene, ma quasi sempre lo fa
in una maniera tale da attrarre l’attenzione di tutti gli
operatori sulla linea. Non è insolito vedere un principiante sudare
abbondantemente in una stanza fredda per lo sforzo di prendere un semplice
messaggio di 10 parole. Un fatto simile si vede nella difficoltà che il giovane
operatore ha di tener una conversazione. Egli scrive molto lentamente, eppure
non può pensare di dire abbastanza cose. La mente organizzante sembra
paralizzata dalla presenza del suo pubblico. In una persona che non è un esperto le emozioni di
paura, di ira e perfino di gioia, generalmente paralizzano
l’inventiva in modo che si possano fare soltanto gruppi di suoni spasmodici
o senza significato, ed ognuno riconosce che l’uomo è “frastornato” (rattled). L’abilità a ricevere viene spesso così
influenzata che egli non è in grado di riconoscere niente. Ciò è
particolarmente vero nel caso della paura.
Il linguaggio telegrafico si assimila tanto che il
pensare manifestamente si risolve nella stenografia telegrafica
usata nel chiacchierare (chat?).
Questa stenografia telegrafica è un codice abbreviato in cui vengono
eliminate le vocali e molte consonanti. Si pensa in termini telegrafici.
Un’espressione strana o un messaggio insolito attraggono l’attenzione
dell’operatore, mentre è direttamente occupato in qualche altro lavoro. Gli
operatori che lavorano di notte per svegliarsi fanno affidamento sul loro nominativo
(office call).
La sensazione è quella di udire in continuazione un nome ripetuto
delicatamente. Quando l’operatore è stanco per la perdita di sonno o fatica
fisica, naturalmente è più difficile svegliarlo. In tali casi il chiamante
batte (scrive) il nominativo
molto distintamente e fa spazi insolitamente lunghi. Ciò pare aggiungere enfasi
alla chiamata. Un buon sistema per svegliare i telegrafisti addormentati è
anche il frullio stizzito (anger flutter),
un ronzio fatto da rapidi colpi alternati del primo e del secondo dito.
Il modo
in cui in certi casi si padroneggia completamente il linguaggio telegrafico
viene chiarito dal fatto che operatori esperti copiano in ritardo (copy behind) di 3 o 4 parole, qualche
volta di 10 o 20; cioè, chi riceve permette a chi trasmette di scrivere
un certo numero di parole prima che egli cominci a “copiare”. È quindi
possibile che egli capisca in anticipo qualcosa del senso della frase.
L’operatore è così in grado, non soltanto di punteggiare e mettere le
maiuscole, ma anche di mantenere il funzionamento della struttura grammaticale.
Ancora, mentre rileverebbe un errore o noterebbe che una parola non è
appropriata nella connessione usata, e fosse in grado di suggerire al mittente
quale parola potrebbe essere, il linguaggio del messaggio come un tutto può
avere poco o nessun significato per lui. Sono stati osservati parecchi casi che
illustrano questo fatto. Il caso più notevole fu dato da Capo S. Un messaggio per
il sovrintendente fu ricevuto da un operatore molto abile. Chiunque avrebbe
potuto vedere dal contenuto che si richiedeva una consegna e un’azione
immediata. Una parola nel messaggio era stata scritta in un modo tale che era
stata mal letta e mal trasmessa dall’operatore. L’operatore ricevente si
accorse che tale parola non aveva senso, e suggerì al mittente che avrebbe
potuto essere un’altra parola apparentemente simile. Il mittente decise che ciò
era vero e il messaggio fu di conseguenza corretto. L’operatore ricevente mise
il messaggio sopra il gancio del sovrintendente dove fu trovato da un impiegato
troppo tardi per l’azione richiesta. Il ricevente non poteva credere di aver
ricevuto un tale messaggio finché non gli fu mostrata la sua copia. Furono
quindi richiamati i dettagli descritti. Le compagnie ferroviarie riconoscono
tale tendenza
all’automatismo richiedendo agli spedizionieri di non inoltrare ordini
di servizio del treno finché non siano stati assicurati da parte dell’operatore
al quale vengono inviati gli ordini che egli ha visualizzato i segnali
appropriati.
L’esempio
più lampante di padronanza completa del linguaggio telegrafico è riscontrato
nel lavoro quotidiano di un telegrafista ferroviario su un linea principale.
Eccetto quando c’è una quantità molto insolita di traffico lo spedizioniere
registra i movimenti dei treni come
riportato sul foglio del treno, calcola uno speciale punto di incrocio dei
treni, manda l’ordine e mentre viene ripetuto da un ufficio lo trascrive nel
libro degli ordini, lo ricontrolla mentre l’ufficio successivo lo ripete, ne
riconosce la correttezza e dà il suo benestare ufficiale; ma mentre questo
lavoro molto importante viene eseguito egli calcola altri punti di incrocio tenendo
conto del tempo, della lunghezza dei tracciati secondari, della grandezza e
pesantezza dei treni, delle categorie e dei probabili ritardi. Al momento in
cui il primo ordine viene completato, egli ha deciso sulla linea d’azione
successiva e così va avanti per le 8 ore del suo lavoro.
Se non si
è influenzati da disturbi nervosi la pratica consente quasi a tutti di fare
gruppi di 4, 5 o 6 punti (dots) con grande
rapidità. Per la precisione con la quale ciò viene eseguito vedi oltre, Parte IV. Misure eseguite con il cronografo
mostrarono che tale velocità era alta come 12 punti al secondo Lettere che
formano parole vengono scritte molto più rapidamente e con più grande
precisione delle lettere prese a caso. Lo stesso vale nel caso di parole nel
discorso connesso, paragonate alle parole in ordine casuale.
L’effetto
dell’emozione sulla trasmissione è di dare più grande facilità di espressione a
uomini esperti mentre i principianti sono paralizzati in un grado più o meno
grande. La sillaba “ha” ripetuta (ha ha ha) indica risata
ed è frequentemente usata senza nessun altro segno esterno anche quando sono notevolmente eccitate le
inclinazioni a ridere dell’operatore. Lo spettatore non iniziato potrebbe non
sospettare che la conversazione sia faceta. Al contrario il frullio stizzito (anger flutter)
descritto prima viene sempre accompagnato da una forte espressione facciale di
passione.
Per
accertare la velocità media di invio furono fatti dei test. I migliori
risultati furono ottenuti da due prove di un minuto dello spedizioniere K.
Nella prima prova egli scrisse 39 parole di 186 lettere facendo 416 impatti
sul tasto. Nella seconda prova scrisse 42 parole di 192 lettere: 429 impatti.
Questo significa una velocità di 7,2 movimenti per secondo (io: 429/60). Se le parole nel “Cincinnati
contest”, dove il vincitore scrisse 49 parole al minuto, avessero una media
di tanti impatti per parola quanti nei suddetti casi, la velocità sarebbe di 8,1
impatti per secondo. Il confronto
di tali risultati con la velocità
massima di movimento volontario determinata da Von Kries, Dressler (ma Dresslar), Bryan deve, naturalmente, tenere in
considerazioni le differenze importanti fra le condizioni fatte nelle prove.
Ogni
operatore sviluppa un peculiare stile di trasmissione di modo che
egli può essere prontamente (readily) riconosciuto da coloro che lavorano con lui
continuamente (v. oltre, sez. III).
Il signor S., un telegrafista di molta esperienza, lavora giornalmente
con 40 o 50 uomini e afferma che, dopo aver sentito 4 o 5 parole può riconoscere
prontamente chi trasmette, oppure di essere sicuro che quello
non è uno dei suoi uomini. Laddove 2 o più operatori lavorano nel medesimo
ufficio qualche volta essi si danno il cambio prima del tempo prefissato,
oppure lavorano uno al posto dell’altro senza permesso. Quando è riportato
un treno, tuttavia, in tali casi il telegrafista spesso chiede dove sia
l’altro operatore. Operatori che si sentono sicuri nell’isolamento dei loro
uffici qualche volta sono stati scoperti, grazie al loro stile di invio, a fare
osservazioni improprie e impertinenti sulla linea. Furono registrati due casi
di gente licenziata per offese scoperte in questo modo. Operatori
giovani hanno un loro modo peculiare di raggruppare le lettere di parole, che
dà l’impressione di qualcuno che cammina in modo instabile (unsteadily) come
quando è parzialmente alcolizzato. Molti telegrafisti ritengono di poter
riconoscere generalmente una donna dal suo stile di trasmissione.
L’epoca
migliore per imparare la telegrafia è di certo prima dei 18 anni. In generale
gli operatori più esperti hanno imparato quando erano abbastanza giovani.
Quando si inizia dopo i 30 anni è molto difficile, o impossibile, diventare
anche un operatore mediocre. Mentre l’età avanzata indebolisce e limita la capacità
(power, idea di quantità)
dell’operatore sembra che il massimo dell’abilità (skill,
idea di qualità) possa durare
fino a 65 anni. Questo punto tuttavia richiede un’indagine speciale. Terribili
mal di testa e altri dolorose malattie interferiscono col lavoro
dell’operatore. Il signor S., ora
capotreno, considera l’uso del tabacco come dannoso per gli operatori. Il signor W., un sovrintendente della Western
Union, ritiene il tabacco sempre dannoso per i suoi uomini. Molti
operatori non ritengono che un moderato uso del tabacco sia nocivo. Tuttavia
tutti concordano sul fatto che gli alcoolici rendono
un uomo non soltanto inaffidabile ma pericoloso. In molte ferrovie essere
scoperti in un saloon vuol dire licenziamento. Il lavoro dei telegrafisti
risente molto dei disturbi nervosi. Il crampo dello scrittore spesso mette
fuori uso il braccio che trasmette e comporta il pensionamento dell’operatore,
a meno che non impari a trasmettere con l’altro braccio, cosa difficile per la
maggior parte degli uomini afflitti da questo disturbo. Qualche volta riposo e
cura alleviano tale difficoltà almeno momentaneamente. Il signor Y. soffriva di una affezione nervosa
che gli aveva reso difficile fermarsi quando faceva 4 o 5 punti successivi.
Per scrivere lettere composte da questi gruppi avrebbe fatto 10 o
12 punti.
III - Differenze individuali nella
scrittura telegrafica.
La lingua
telegrafica si adatta singolarmente bene allo studio sperimentale di molti
problemi di fisiologia, psicologia e persino di filologia.
In effetti, se a qualcuno si chiedesse di ideare un esperimento sul lungo
termine per lo studio esatto di alcune fasi di lingua, difficilmente si
potrebbe sperare di trovare di meglio; perché, da un lato, nessun’altra lingua usata dall’uomo può essere
tradotta così totalmente in simboli esattamente misurabili; e, dall’altro lato, è dimostrato che le molteplici
differenze personali degli operatori sono rappresentate in quei simboli. A
illustrazione e prova di tali asserzioni viene presentato il seguente studio
sulle differenze individuali nella scrittura telegrafica.
Apparato. Il segnale Duprez era regolato per scrivere sul tamburo Marey, montato trasversalmente col carrello automatico
che Verdin fornisce con il
tamburo Marey. Il cronografo Marey
in serie con l’interruttore Kronecker dava il
controllo del tempo.
L’esperimento. Ogni
soggetto scrisse circa 12 volte di seguito la frase “Ship 364 wagons via Erie quick” (Inviare subito 364 vagoni via Erie). Fu scelta questa frase poiché contiene quasi ogni
specie di difficoltà che la lingua telegrafica presenta. Ship
è composta di gruppi di 3, 4, 2 e 5 punti. Ciascuna delle cifre 3, 6, 4 presenta qualche
difficoltà, specialmente il 6 che è composto di 6 punti. Wagons
contiene due lettere che hanno due linee in successione. Via
è una parola semplice che non presenta nessuna specifica difficoltà. Erie è di gran lunga la parola più difficile della
frase. Con piccoli cambi nelle relazioni di tempo si avrebbe oye, erc, sic, eeye. Tali parole sono in genere scritte con cura
supplementare e con spazi più lunghi. La parola quick
ha parecchie linee, l’ultima delle quali è probabile che sia più lunga delle
altre, dal momento che chiude la parola e la frase. La frase nell’insieme è la
seguente:
I soggetti. Furono
testati circa 60 operatori collegando il segnale Duprez
con le linee principali Western Union e Monon Railroad Company. Si trovò che ci sarebbero voluti
molti anni di lavoro continuo per analizzare tutti questi dati mediante il metodo
descritto prima. Di conseguenza ne furono scelti 16, tra esperti, mediocri e
scadenti. Qui di seguito viene fatta una breve caratterizzazione degli uomini,
raggruppati un po’ in ordine di abilità telegrafica, cominciando da quelli meno
esperti.
abil |
nome |
Età |
Lavoro |
Sesso |
esper |
A |
B |
C |
D |
E |
F |
Total |
|||
Codice ideale |
punto |
linea |
intra |
coryz |
inter |
word |
16 |
||||||||
1 |
3 |
1 |
2 |
3 |
6 |
||||||||||
2 |
Mallotte |
22 |
studente |
M |
|
1 |
1,95 |
1,13 |
1,55 |
1,76 |
2,09 |
9,48 |
|||
1 |
Guthrie |
21 |
studente |
M |
|
1 |
4,66 |
2,33 |
3,51 |
5,80 |
7,44 |
24,74 |
|||
4 |
Brooks |
21 |
studente |
M |
|
1 |
3,02 |
1,18 |
2,41 |
2,88 |
4,05 |
14,54 |
|||
3 |
Fellows |
43 |
Prof. |
M |
|
1 |
3,47 |
1,24 |
3,09 |
5,32 |
6,76 |
20,88 |
|||
11 |
Evans |
27 |
manager |
M |
|
1 |
2,30 |
0,89 |
1,98 |
2,10 |
2,65 |
10,92 |
|||
12 |
Harter |
37 |
insegnante |
M |
|
1 |
2,83 |
0,95 |
2,31 |
3,08 |
6,44 |
16,61 |
|||
7 |
Dyer |
60 |
agente |
M |
|
1 |
2,85 |
1,09 |
2,20 |
2,93 |
5,37 |
15,44 |
|||
8 |
Godfrey |
55 |
manager |
M |
|
1 |
2,27 |
0,76 |
1,77 |
2,02 |
4,15 |
11,97 |
|||
6 |
Buchanan |
57 |
agente |
M |
|
1 |
2,64 |
1,02 |
1,86 |
2,50 |
4,68 |
13,70 |
|||
5 |
Clark |
40 |
agente |
M |
|
1 |
2,38 |
0,70 |
2,31 |
2,95 |
4,91 |
14,25 |
|||
9 |
Apple |
24 |
manager |
M |
|
1 |
2,45 |
0,94 |
1,77 |
2,45 |
3,58 |
12,19 |
|||
10 |
Green |
24 |
operator |
F |
|
1 |
2,49 |
0,85 |
1,81 |
1,92 |
2,87 |
10,94 |
|||
15 |
Fogg |
26 |
dispatcher |
M |
|
1 |
2,98 |
1,08 |
2,40 |
2,71 |
3,00 |
13,17 |
|||
16 |
Cassell |
36 |
dispatcher |
M |
|
1 |
2,61 |
1,06 |
2,23 |
3,01 |
4,12 |
13,92 |
|||
13 |
Goodman |
32 |
dispatcher |
M |
|
1 |
2,32 |
0,87 |
2,13 |
2,42 |
3,14 |
11,88 |
|||
14 |
Chapman |
27 |
dispatcher |
M |
|
1 |
2,50 |
0,94 |
1,97 |
2,87 |
3,36 |
12,71 |
|||
Misura dei
risultati. Fu misurato ogni
carattere sui tracciati ottenuti. Se la frase viene scritta senza errore vi
sono 149 caratteri da misurare; ma poiché in molti casi vengono fatti più
caratteri il numero reale da misurare era notevolmente più grande. Furono
misurate 8 ripetizioni del messaggio con ciascuno dei 16 soggetti di modo che
il numero totale delle misure eseguite fu di circa 20.000 e richiese parecchi mesi. Le misure furono eseguite al
mezzo millimetro. La velocità del tamburo fu regolata in modo tale che
Metodi del trattamento dei risultati. Furono usati parecchi metodi allo scopo di mostrare
parecchi punti.
Primo trattamento -
L’alfabeto Morse teorico è composto dai seguenti elementi:
A = il punto, 1 unità di tempo
B = la linea, 3 unità di tempo
D = lo spazio lungo, nelle lettere spaziate, 2 unità
di tempo
E = lo spazio tra le lettere, 3 unità di tempo
Questo è
lo schema ideale che ogni operatore ha cercato di imparare. Ora è possibile
confrontare la scrittura effettiva di ciascun individuo con questo schema
ideale prendendo la lunghezza effettiva
del suo punto come unità e calcolando quindi i rapporti effettivi degli
altri elementi nei confronti di questa unità. Questo calcolo fu fatto per
ciascun individuo. Fu usata la lunghezza media del punto, linea,
ecc.
I risultati sono riportati in Tab. I
Da uno
studio dei risultati individuali si trovò che i molti valori di un dato
carattere non sono variazioni casuali del loro valore medio, ma che ci sono differenze
costanti fra i tempi necessari per lo stesso carattere nelle differenti parti
della frase o persino della stessa parola. Questi fatti, che influiscono sul
valore della Tab. 1, saranno presi in
considerazione dopo. La tabella, comunque, prova il suo valore nonostante
questo o qualsiasi altro difetto perché offre un mezzo di identificazione di
ciascuno degli individui rappresentati in essa. Se una sola delle frasi
scritte da uno dei soggetti viene trattata con il metodo usato per la
costruzione della tabella, un confronto dei molti rapporti ottenuti e della
loro somma con i valori dati in Tab. 1
mostrerà in ogni caso una corrispondenza così molto più precisa con uno dei 16
che con qualsiasi altro, di modo che la identificazione sarà fuori questione.
(Secondo trattamento). Per ottenere valori medi che rappresentassero valori
più omogenei e per mostrare differenze individuali caratteristiche in un’unica
parola corta e facile, i risultati per la parola “via” furono trattati nel
seguente modo. Come prima, fu preso come unità il punto medio di ogni uomo per
i 6 punti presenti nella parola e la lunghezza di ciascun carattere fu
calcolata come percentuale di questa unità. Per paragone è data anche la scala
ideale, la variazione di questo punto medio dal punto tipico, cioè la media di tutti i punti nella frase.
Per
provare il valore identificativo di questa tabella furono fatti 2 test: un amico
sceglieva singoli tracciati da tre degli operatori. Calcoli di questi tracciati con lo
stesso metodo di quello usato per fare la tabella sancirono che potevano essere
identificati
in modo inequivocabile. Poi dai tracciati originali furono misurate le
registrazioni di altri tre ed i
risultati furono analizzati come sopra. L’identificazione fu egualmente certa.
Terzo trattamento - Con un metodo differente fu studiata una
singola lettera V dalla parola “via”.
Fu trovata la lunghezza media di ciascun elemento e fu calcolato il rapporto di
questo nei confronti della lunghezza media di tutta la lettera. Vennero così
trattate ciascuna delle 8 prove di 6 soggetti scelti a caso. I risultati sono
in Tab. IV e mostrano che
ciascuno dei 6 può essere identificato con le caratteristiche che appaiono
nella singola lettera.
(IV – Precisione)
Variazione. Per scrivere il messaggio usato (Ship 364 wagons via Erie quick) sono necessari 69 punti (esatto). Un operatore scrisse il
messaggio 8 volte. È chiaro che i 69 punti fatti in una scrittura del messaggio
variano, e anche che ciascuno dei 69 punti varierà nelle successive otto
scritture. Per evitare circonlocuzioni chiamerò la prima variazione eterotassica e la
seconda variazione omotassica. Queste due specie di variazione vennero studiate in
molti modi che coprivano tutto il materiale a disposizione e sempre col
medesimo risultato. Per fare un confronto sicuro e quantitativo fra le due
specie di variazione, si decise di studiare 8 punti cominciando con il
primo punto nella parola “via”. Dal momento che il messaggio
veniva scritto 8 volte, questa selezione diede 8 file e 8 colonne, ossia 68 punti
in tutto per ciascuno dei 16 soggetti. La variazione omotassica
fu calcolata così: la media, la variazione media ( åy/n) e la % che l’ultimo è del primo per ciascuno
delle 8 colonne.
La media
di questi 8 risultati è una misura della variazione omotassica.
La variazione
eterotassica fu trovata con due metodi.
Dapprima le righe furono trattate alla stessa maniera di quelle usate nella
ricerca della variazione omotassica nelle colonne. In
secondo luogo fu trovata la media di ciascuna colonna e poi fu calcolata la percentuale di variazione in queste medie.
In basso sarà indicato il motivo per cui è stata adottata questa procedura.
È
evidente dalla tabella che la variazione omotassica
è in misura inversa dell’abilità. Nel linguaggio comune questo significa
semplicemente che un operatore può ripetere la medesima azione tanto più
esattamente quanto più egli è esperto.
La variazione
eterotassica come indicato nella colonna 2 è
la risultante di due fattori. Per prima cosa, naturalmente, qui come ovunque
entra la variazione casuale. In secondo luogo l’operatore non
intende fare il medesimo carattere esattamente uguale nelle diverse
successive posizioni. Tale differenziazione intenzionale
corrisponde a inflessione nel parlare
(modulazione, prosodia, accenti, tono) Uno studio della Tab. II
o Tab. III mostrerà chiaramente
queste differenze caratteristiche tra un carattere in una posizione e lo stesso
carattere in una differente. Calcolando la variazione eterotassica
con il secondo metodo descritto noi eliminiamo parzialmente l’elemento di variazione
fortuita. Un confronto delle variazioni dato nelle colonne II e III di Tab. V mostra che la quantità di
variazione di fortuita eliminata in questo modo è, come ci si potrebbe aspettare,
più piccola nel caso degli uomini esperti. Se si prendono i risultati della
colonna III della Tab. V come la misura meglio
ottenibile di variazione dovuta a inflessione intenzionale, appare che
questa è leggermente più grande negli uomini più esperti che in quelli meno
esperti. La variazione media eterotassica dei
primi 7, oppure gli operatori meno esperti come determinato dalla colonna III
della Tab. V è 106. Il valore
corrispondente per gli ultimi 9, gli uomini più esperti, è 118. I due valori più
grandi nella Tabella appartengono a 2 degli uomini più esperti e i due più
piccoli appartengono a 2 degli uomini meno esperti.
In
conclusione, perciò, si può dire che la variazione accidentale è una qualche
misura inversa e precisa dell’abilità (skill), mentre la variazione per inflessione è
probabile che sia più grande piuttosto che più piccola all’aumentare del grado
di esperienza.
Nota sull'esattezza con cui i gruppi più lunghi di
click sono fatti dagli operatori telegrafici. Un conteggio dei risultati mostra
in scrittura. Su 128
h (....) 5
(errori da 128 possibili)
v (...-) 10
q (..-.) 4 (punti e linee sono
invertiti ? !)
3 (...-.) 12 (modificato col codice attuale...)
4 (...-) 17 (idem)
p (.....) 56 (completamente diverso...)
6
(......) 91 (idem)
Per
mostrare le variazioni nello scrivere la cifra 6 (......) e che queste
variazioni non sono determinate soprattutto dall’abilità-skill dell’operatore, vengono dati i risultati per i vari
operatori (io: vedi Tabella p. 46)
V - Le curve di miglioramento in
ricezione e trasmissione
Durante
l’anno di indagine esplorativa gli operatori sono stati attentamente
interrogati circa il tasso di miglioramento con pratica nei vari periodi. Gli
operatori generalmente concordarono su alcuni fatti principali. Sulla base di
tale inchiesta generale e della propria personale esperienza di operatore e
insegnante di telegrafia, Harter tracciò le curve
rappresentate in Fig. II, come immagine approssimativa dei fatti.
Per
ulteriore verifica della caratteristiche principali di queste curve sono stati
interrogati circa 200 operatori, con skill variabile dai professionisti
ai principianti, e praticamente il consenso è stato unanime.
(Un bravo operatore negò di aver sperimentato il
periodo di non avanzamento mostrato nella curva ricevente prima di raggiungere
la velocità praticabile. Quelli che
lavoravano con lui spiegarono questa eccezione come un lapsus di memoria dovuto
a vanità. La loro incredulità praticamente dimostra l’unanimità di opinione)
Per ottenere
informazioni maggiori, e più precise, furono interpellate delle scuole di
telegrafia. Furono inviati diagrammi in bianco con la richiesta di disegnarvi
le curve tipiche di apprendimento. Molte naturalmente con risposero, ed alcuno,
con evidente intento pubblicitario, ci restituirono diagrammi con curve di
apprendimento di soli pochi mesi. Il Preside della Scuola di telegrafia di Valentine (Jonesville,
Wisconsin), scrisse: “Mentre riconosco il
fatto che ogni studente sperimenta quello da voi sottolineato nella lettera,
esito a darvi tale informazione senza averla prima ottenuta sistematicamente”.
Sette mesi dopo egli inviò le curve di Fig.
III, che sono da ritenere del tutto affidabili, come quelle dell’Università
Commerciale del Kentucky (Fig. IV).
Furono
visitate personalmente due scuole di Cincinnati in cui si insegna la
telegrafia, e si pianificò per osservare sistematicamente il progredimento di uno studente rappresentativo di ognuna.
Questi risultati sono in Fig V e VI. Furono anche presi accordi con due stimati
operatori, ben noti ad Harter, per fare osservare e
verificare il progredimento di uno studente in
ciascuno dei loro uffici, dall’inizio fino al raggiungimento della competenza.
Questi risultati (io: segnalati da Matthews e Keller) sono dati
in Fig. VII e VIII.
Infine Harter
durante l’inverno 1895/96 riuscì a verificare l’avanzamento di due studenti
nell’Ufficio della Western Union
nell’Indiana dal principio fino a quando diventarono entrambi bravi operatori.
L’operatore Balsley collaborò attivamente
per il buon fine della ricerca. Will Reinolds, uno degli studenti, ha 18 anni ed è un
giovanotto di capacità più che comune. Edith Basley,
l’altro studente, ha 17 anni ed è una ragazza molto brillante. Il
primo cominciò ad agosto, e la seconda a settembre 1895. Le verifiche – 40 col
ragazzo e 36 con la ragazza – furono fatte ogni sabato.
Comunemente
la velocità telegrafica è espressa in wpm. Per questi
test, invece, si contarono le lettere. Naturalmente in ciascun test furono
usate frasi mai usate prima. Ci si sforzò di mantenere uniforme la difficoltà
dei test. Furono evitate sia molte combinazioni corte e facili sia combinazioni
che rappresentassero difficoltà insolite da un punto di vista telegrafico.
Particolari cure furono dedicate affinché la quantità di pratica di settimana
in settimana fosse sostanzialmente uniforme.
La
verifica di trasmissione si faceva così: lo studente doveva scrivere il più
velocemente possibile, leggibilmente. L’osservatore
copiava le parole come trasmesse come un test di leggibilità, rilevando dei
periodi di due minuti, sconosciuti allo studente, e contando poi il numero di
lettere trasmesse in quei periodi. Furono fatti parecchi di questi test e se ne
fece la media (la variazione media risultò minima: da 0,37% a 2,3% delle
medie). La verifica di ricezione fu fatta così: L’osservatore provava una
velocità di invio che giudicava corrispondere alla capacità dell’alunno; a quest’ultimo veniva richiesto di nominare le lettere, in
seguito le parole, oppure quando era più abile, di trascrivere senza nominarle.
Se non riusciva a interpretare correttamente al quel ritmo si faceva la prova
ad un ritmo più basso. Se riusciva si provava un ritmo più rapido. Fu rilevato
un periodo di 2 minuti e le lettere furono contate come sopra. I risultati sono
in Fig. IX e X.
Si è
creduto che il progredimento degli alunni fosse
materialmente accelerato dal loro interesse nelle prove. Essi furono
preavvertiti circa la lentezza del progresso ed essi fecero particolare
attenzione alla pratica. Adesso (giugno 1896) entrambi sono in grado di
lavorare affari ordinari sulla linea principale. Potrebbe essere importante per
certi scopi studiare le curve di miglioramento con metodi e apparati più
precisi, ma non c’è dubbio che il metodo usato dia una descrizione molto
accurata di tali curve)
Importanza
delle curve di impratichimento. Da tutte le curve
presentate emergono alcuni fatti principali:
1. La curva
di trasmissione sale più rapidamente e più uniformemente di quella ricevente
dall’inizio dell’apprendistato fino all’abilità massima;
2. La curva
di ricezione sale più lentamente e irregolarmente. I risultati concordano tutti
nel mostrare un tratto piatto lungo parecchi mesi prima che sia raggiunta la
più bassa velocità di lavoro praticabile; e tutti i segni davanti a noi ci
indicano un’altra lunga linea piatta un po’ sopra la velocità necessaria per
l’ordinario traffico commerciale dell
3. Due curve
mostrano un fatto che in genere si manifesta in un periodo dello sviluppo
dell’alunno posteriore a quello mostrato in queste curve, cioè che alla
fine la
velocità di ricezione supera quella di invio. Questa è quasi la regola
universale. Un telegrafista ricevitore con una macchina da scrivere può
praticamente mettersi a suo agio nel prendere o “riprendere” (io: in senso stenografico) il più rapido
lavoro di stampa (ANSA e simili).
4. Per
analizzare i motivi delle notevoli differenze tra le curve di ricezione e
quelle di trasmissione bisogna osservare che:
a) Allo studente la lingua che gli arriva all’orecchio
sembra di gran lunga più complessa di quella che deve trasmettere. Quando egli
vuole scrivere la lettera e egli deve avere in mente solo di
fare un
rapido schiocco
(snap) con la sua mano. Quando egli sente
la lettera e, egli sente due suoni, il colpo di andata e quello di
ritorno, e deve prendere nota del tempo tra di loro per distinguere il punto
dalla linea. Se si prendono le combinazioni più difficili, come k ▬ • ▬ o j ▬ • ▬ •, è abbastanza evidente
la complessità più grande dell’immagine sonora col suo colpo (io: singolare) di ritorno che capita
irregolarmente.
b) La possibilità per fare pratica di ricezione a basse
velocità è certamente molto minore di quella di trasmettere a tali velocità.
Per lo studente è sempre possibile in trasmissione scegliersi la sua più adatta
bassa velocità, ma egli deve dipendere
da altri per avere una possibilità di ricevere ad una velocità
compatibile con la sua capacità. È ovviamente vero che egli sente tutto ciò che
lui stesso trasmette, ma è un fatto significativo che l’udire la propria
scrittura non migliora la sua potenzialità a ricevere nella stessa misura di
quanto farebbe l’ascolto della scrittura di altri operatori. Come mostrano i
diagrammi, a un certo punto giovani operatori possono inviare con buona
rapidità per un lungo periodo durante il quale non possono capire una sola
frase sulla linea principale.
c) Un ulteriore fatto significativo è che agli studenti piace
far pratica di trasmissione, mentre invece sentono che la pratica di ricezione
è un lavoro ingrato e faticoso. Per questo sono naturalmente inclini a far
grande pratica di trasmissione, mentre devono fare appello a tutta la loro
risolutezza per sostenere tutta la necessaria pratica di ricezione.
d) Un fatto che sembra essere molto significativo è che
anni di pratica quotidiana nel ricevere a velocità ordinarie non porteranno un
uomo alla sua propria massima capacità di ricevere. La prova di questo fatto è
che gente la cui curva di ricezione è stata per anni su di un certo livello
spesso si alza ad uno molto più alto quando è spinta a farlo per assicurarsi e
mantenere un impiego che richiede la più alta abilità. Che la pratica
quotidiana di ricezione non assicuri miglioramento si vede anche dal fatto che
in molti casi operatori scadenti, dopo essere stati tollerati per anni, vengono
alla fine abbandonati poiché non inviano abbastanza al di sopra della linea
improduttiva.
e) Da tutti questi fatti una conclusione sembra emergere
più chiaramente di qualsiasi altra, cioè che nell’imparare a interpretare la
lingua telegrafica ciò che educa è lo sforzo intenso. Ciò sembra che sia vero per
tutta la lunghezza della curva. Ogni passo in avanti sembra costare tanto
quanto il primo. Anzi, ciascun passo nuovo sembra costare più del precedente.
Inchieste presso le scuole telegrafiche e fra operatori indicano che dal 60 al
75 % di coloro che cominciano lo studio della telegrafia si scoraggiano davanti
al plateau
della curva proprio al di sotto della velocità base. In generale, i normali
operatori non faranno lo sforzo penoso necessario per diventare
esperti. Fatti di tipo analogo verranno richiamati da altri campi.
Le
implicazioni fisiologiche, psicologiche e pedagogiche di questa conclusione
sono chiaramente importanti. Se nei nostri metodi educativi del passato abbiamo
spesso tenuto l’andatura che uccide, c’è però forse, di converso, il pericolo
di aver fatto del lavoro scolastico tutto un gioco e di eliminare così lo
sforzo intenso necessario per il progredimento.
La
conclusione qui raggiunta sull’apprendimento della telegrafia richiama
l’opinione del senatore Stanford
sull’addestramento dei cavalli da corsa. Questi, in una lettera a Horace Busbey (Scribner’s, June, ’96)
dice:
“La mia idea personale, che credo sia giustificata
dall’esperienza, è di cominciare a lavorare il giovane puledro presto,
sviluppando la sua forza con la sua crescita. Se l’esercizio è giudizioso il
puledro non ne risente. Io non ricordo un solo esempio in cui un mio animale
sia stato offeso da un lavoro svolto prematuramente. Quando si è verificato un break-down (crollo) ciò si è
verificato invariabilmente dopo che si è smesso. Questo mollare è stato molto
pericoloso per i giovani animali veloci poiché i loro corpi crescono durante
gli abbandoni senza che ci sia un corrispondente sviluppo di forza ed è molto
probabile che essi lavorino troppo quando il loro esercizio viene rinnovato. Il
mio obiettivo è di dare la più grande quantità di esercizio senza fatica e di
non consentire mai che esso raggiunga il periodo di esaurimento (esaustione). Ciò viene assicurato da un esercizio a breve
distanza. È lo sforzo supremo che
sviluppa. Se i puledri non vengono mai sovraccaricati di lavoro saranno
sempre desiderosi di affaticarsi nei loro esercizi, senza timore di essere
sforzati oltre il loro stato di benessere.
5. La curva
di trasmissione è grosso modo conforme alla ben nota tipica curva di
apprendimento, con la differenza essenziale, rispetto ai diagrammi ottenuti in
laboratorio, che essa si estende per un periodo di tempo molto più lungo.
Questa differenza caratterizza l’intera curva. Se rappresentiamo la curva di
apprendimento con l’equazione generale
y
= f (x)
è
evidente che la funzione di x contiene una costante dipendente
dall’unità di tempo. Così, per esempio, la curva data nella figura
presenterebbe esattamente la stessa forma se si ottenessero gli stessi
risultati in 40 ore successive o in 40 anni successivi. Il confronto di diverse
curve di apprendimento mostra che tale fattore tempo varia grandemente nello
sviluppo di differenti abilità. Uno studio comparativo di questa caratteristica
di varie curve di apprendimento avrebbe evidente valore teorico e pratico.
6. La curva
di ricezione presenta molti profondi interessi e difficoltà. Essa è uno studio
quantitativo di appercezione. Essa rappresenta con un alto grado di precisione
l’aumento di capacità che la pratica apporta per interpretare un linguaggio. Il
compito della mente non è analogo sotto tutti gli aspetti a quello che riguarda
l’ascolto di parlato straniero, perché nel linguaggio telegrafico, dopo breve
tempo, lo studente riconosce ogni elemento, se è dato il tempo, mentre nel
discorso straniero egli può essere frequentemente disturbato da parole del
tutto sconosciute. Tuttavia ci siamo convinti, in parte per esperienza
personale e in parte parlando con insegnanti di lingua e con gente che ha
imparato lingue straniere, che la curva di impratichimento
nell’imparare una lingua deve presentare almeno in linea di massima somiglianze
con le curve di ricezione mostrate qui. Sono tutti concordi che proprio al di
sotto della capacità di comprendere ciò che viene detto c’è un lungo plateau
molto scoraggiante dove molti rinunciano per disperazione; che alla
fine c’è un’improvvisa impennata nella capacità di comprendere la maggior parte
di ciò che viene detto; e in ultimo che la perfetta padronanza di uno a proprio
agio nella lingua, viene molto più tardi e soltanto dopo molto persistente
lavoro. Di quelli che intraprendono lo studio di una qualsiasi lingua straniera
la maggior parte si fermano al primo plateau sotto una competenza operativa; e
di quelli che proseguono i più si fermano al secondo plateau, sotto il padroneggiamento completo.
Il Preside
dell’Università Commerciale di Cincinnati che preparò il grafico VI, dice che
le stesse caratteristiche generali si notano nell’apprendimento della stenografia.
Un direttore di scuola primaria di una città occidentale, dopo avere esaminato
la curva di ricezione, esprime l’opinione che essa rappresenti il progresso di
un bambino che impara a leggere. Tale punto sarà oggetto di indagine
immediata.
7. Qual’è l’interpretazione dei plateau nella curva di
ricezione? Per molte settimane c’è un miglioramento che lo studente può
avvertire con sicurezza e che è provato da verifiche obiettive. Poi segue un
lungo periodo in cui lo studente non avverte alcun miglioramento e in cui
verifiche obiettive mostrano poco o niente. Proprio alla fine del plateau
i messaggi sulla linea principale, secondo la testimonianza unanime di tutti
coloro che hanno esperienza in materia, sono un acciottolio privo di
senso per lo studente - praticamente così inintelligibile come lo erano stati
gli stessi messaggi mesi prima. Improvvisamente, entro pochi giorni, avviene
il cambio e l’acciottolio privo di senso diventa discorso intelligibile.
Nella
spiegazione della forma della curva motore, si può supporre che
essa sia in avvicinamento asintotico verso un limite fisiologico. Anche nella
curva di ricezione c’è qualcosa di simile ad un avvicinamento asintotico verso
un limite; ma questo limite, qualunque sia la sua natura, scompare
all’improvviso. Ciò che si verifica durante il periodo di perfezionamento
sensibile e misurabile può essere rappresentato in vari modi secondo il punto
di vista da cui si guardano la mente e lo sviluppo mentale. Ma in ogni caso
bisogna tener conto del grande rallentamento nel processo di miglioramento. In
altri termini, il compito è quello di spiegare la natura dei cambiamenti che si
devono verificare nel cervello o nella mente durante il periodo rappresentato
dal plateau
e che ancora non danno una definibile manifestazione di loro stessi. Che
cambiamenti, che sono essenziali per l’acquisizione della competenza, si
verifichino durante tale periodo, risulta dal fatto che nessuno può saltare
questo periodo.
8. Come
suggerito prima, è probabile che i diagrammi che rappresentano l’acquisizione
del linguaggio telegrafico rappresentino anche le principali caratteristiche
delle curve per molte altre acquisizioni. Ciò però non dovrebbe essere dato
per scontato. Noi piuttosto dovremmo esigere da noi stessi uno studio
approfondito delle curve effettive di miglioramento per ogni capacità che
fornisce manifestazione misurabile di se stessa. La determinazione e lo studio
comparativo di queste curve fornirebbe una cosa che è sempre un accrescimento
prezioso per qualsiasi scienza: un capitale di problemi abbordabili mediante
ricerca sistematica e che promettono risultati di vasta portata, teoretica e
pratica.
Bryan - Harter -
Studi sul linguaggio telegrafico.
The Psychological Review 1899
I - Psicologia di una professione
Un campo per ricerca è offerto dalla psicologia delle
professioni. Il principale impegno di ciascuno è l’acquisizione o l’esercizio
di una o un’altra associazione di abitudini, Acquisizione dell’abilità in un
gioco, una professione, una lingua, ecc. in generale potremmo dire in una
“occupazione” dove sono coinvolti corpo e mente, sensazione e movimento e
innumerevoli aspetti conosciuti e sconosciuti della nostra vita psicofisica.
Si potrebbe pensare che si tratti di una cosa troppo
complessa per il trattamento scientifico, fino a che non avessimo fatto con le
cose più elementari, la fusione delle idee, la legge psicofisica, la chimica
della cellula, o ciò che può essere ancora più elementare. In risposta, può dirsi che la storia della
scienza giustifica lo studio dei fatti concreti, comunque
semplici o complessi, sia che i risultati possono essere subito correlati con
altri fatti e teorie oppure no. Una cosa si studia microscopicamente, un’altra
in modo macroscopico. Uno studia la chimica della cellula, un altro le
sensazioni di tono, un altro religione comparativa. Un fatto assodato… getta di
colpo luce su aspetti più o meno complicati della realtà spianando la strada
verso future correlazioni delle scienze nella scienza. La moda del momento può
ora funzionare ai più stretti, ora ai più vasti studi; ma il tempo giustifica tutto il lavoro che
viene a contatto della relative verifiche, verificabilità ad libitum.
Gli studi più psicologici, senza dubbio con buon
motivo, si sono occupati delle astrazioni. Ciò è ovviamente vero per gli studi, antichi
e recenti, sulla volontà, associazione, attenzione, ecc.; per queste
“facoltà” sono chiaramente non i
fenomeni concreti di vita cosciente, ma le funzioni artificialmente isolate di
vita cosciente. È vero che nel laboratorio si studia l
La cosa migliore di questi studi analitici, antichi e
recenti, sono inestimabili alla scienza e, a tempo debito, al comportamento
degli affari. Inestimabile, ma ancora
lontano da sufficiente, da soli, per scienza o per consiglio pratico. L
Questa cecità alle cose davanti al suo naso, ma
sfuocate della sua attenzione, è la malattia
dell’erudito. Suppone che il principio o il fatto particolare che ha
definito determina sostanzialmente il flusso intero di vita in cui appartiene.
Scrive un saggio sulla volontà, o studia il periodo latente di un muscolo
asportato e subito dopo pubblica gli ordini alle "public school". La scienza è il suo debitore se ha sviluppato
della verità. La scienza ha tempo di
aspettare il resto. Ma se prova a mettere suo che impara funzionare, le realtà
che ha ignorato avranno loro vendetta.
Tuttavia, è più facile da vedere il bisogno della
psicologia concreta in maniera fidata che assicurare il bisogno. I processi
concreti reali di vita sono, effettivamente, interamente circa e presso noi, ma
in un groviglio sconcertante. Da questo groviglio tutti siamo costretti ad
ottenere qualche “conoscenza della natura umana” in modo da poterli vivere
insieme noi. Alle nostre proprie
comprensioni in questo senso possiamo aggiungere quelli di altri, quelli degli
artisti ed altri uomini sagaci, quelli sanciti dalle tradizioni. In questo modo
sviluppiamo una psicologia concreta, ciascuno per sè
e da questo ci guidiamo trattando una un altro. È il sogno dell
Gli esempi migliori degli studi psicologici
immediatamente concreti e certi devono essere trovati nei letteratura della
psicologia criminale e specifica comparativa di psicologia, di psichiatria. Qui
nei casi migliori abbiamo immagini del comportamento tipico degli animali, dei
bambini, dei melancholiacs, dei paranoiacs
ecc. che ci insegnano meglio di quanto possa fare la psicologia popolare non
scientifica, che cosa prevedere e che cosa da fare trattando gli individui di
queste specie. A questo gruppo di studi dovrebbe appartenere la psicologia di
un
Sarebbe bene utile se potessimo discernere in
qualunque un uomo gli effetti soggettivi principali di acquistare padronanza di
un
Può un tal caso essere studiato con il profitto alla
scienza? La probabilità che può essere è aumentata dal fatto che un
In una parola, la società già ha fatto per noi in ogni
occupazione un esperimento ampio nello sviluppo delle abitudini. Se possiamo
usare qualcuno di questi esperimenti pronti, se possiamo delineare il percorso
o i percorsi da cui uno viaggia verso la padronanza di un
Durante gli ultimi cinque anni gli autori
hanno effettuato gli studi in psicologia di un
(io: questo primo capitolo sarà stato
scritto da Bryan)
II - Dati vecchi e nuovi
In una precedente serie di studi sulla fisiologia e
psicologia della lingua telegrafica gli autori hanno dato le curve di
miglioramento in trasmissione e in ricezione. Queste curve furono costruite con
i record di individui testati ogni settimana, dall
In tutti i diagrammi di quel lavoro - tranne il primo - si evidenziava la
differenza fra le due curve. La curva di
trasmissione ha una forma resa familiare da molte curve di pratica pubblicate.
La curva di ricezione ha per parecchi mesi una forma simile, ma improvvisamente
aumenta in qualcosa che assomiglia ad una seconda curva di pratica. Inoltre la storia dei telegrafisti esperti
indica che dopo alcuni anni la curva di ricezione può ascendere velocemente una
terza volta.
L
Per studiare più a fondo il problema si è ideato il
seguente esperimento. Un allievo
dovrebbe essere esaminato ogni settimana
(a) sul tasso di ricezione delle lettere che non fanno
parole,
(b) sul tasso di ricezione delle lettere che fanno
parole, senza che le parole formino frasi,
(c) sul tasso di ricezione delle lettere che fanno
parole, con le parole che formano frasi.
Queste prove sono state effettuate nell
Prima di discutere questi risultati aggiungiamo
testimonianza in merito oltre a quello desunto da introspezioni e da
osservazioni dei telegrafisti. Come già notato uno degli autori (H.) era stato per anni un telegrafista. Come supplemento alla sua esperienza abbiamo
tenuto delle conversazioni lunghe e soddisfacenti con operatori di ogni grado
fino agli uomini più esperti del paese.
Non possiamo (che) esprimere troppo calorosamente i
nostri ringraziamenti ai membri della professione telegrafica per la loro
assistenza cordiale senza la quale il presente studio non avrebbe potuto essere
portato a termine. Ringraziamenti particolari sono dovuto i sigg.. H. E. Jones, Associated Press, Cincinnati; Divida I Rifugi In lotti, Assoc.
Press, Indianapolis;
Supporto. Miller,
Western
Union, Cincinnati; E. B. Cassel, Dispatcher Capo, Monon
R R., Bloomington,
Indiana;. e J. E. Sullivan,
spedizioniere principale, ferrovia di Wabash, Perù, Indiana.
Ai telegrafisti abbiamo fatto tre domande principali:
A - Verso che cosa è diretta principalmente l
Le
risposte, interamente concordanti, furono queste:
(a) all’inizio
ci si “dà da fare” per le lettere”;
(b) successivamente
si sta “dietro le parole”;
(c) il buon
operatore non si attiene così strettamente alle parole. Può prendere in un
boccone molte parole, una frase o persino un breve periodo;
(d) il vero
esperto
possiede tutti i dettagli della lingua con tale automatica perfezione che
praticamente non presta loro affatto attenzione. Egli può dedicare la
sua attenzione liberamente al senso del messaggio, oppure, se il
messaggio è inviato accuratamente e distintamente, può trascriverlo a macchina
mentre la sua mente pensa a cose del tutto diverse.
La prodezza di un ricevitore esperto - per esempio di dispacci
stampa - è più notevole di
quanto si possa generalmente pensare. Il ricevente ha due vantaggi
sul trasmittente. Egli può ricevere
mentalmente molto più veloce di quanto uno possa trasmettere; e con la
macchina da scrivere può trascrivere molto più velocemente di quanto uno possa
inviare. Per portare la velocità del trasmittente fino a quella del
ricevente sono stati predisposti codici abbreviati (io: Phillips Code, a shorthand
version of Morse).
Il ricevente deve tradurre il codice in parole inglesi e trascriverle
correttamente sulla macchina da scrivere, rispettando maiuscole e
punteggiatura. In questo modo egli prende 80 o 85 wpm.
Se il trasmittente commette errori, il ricevente è tenuto a correggerli quando
arrivano e inviare alla stampa una copia revisionata (clean).
Il lavoro continua per ore senza agio per rileggere, perché le pagine sono
subito portate in stampa appena finite. Tuttavia, persino durante le
prestazioni di questa abilità sorprendente, l
B. Di quanto uno può copiare in ritardo nelle varie fasi
del suo progresso?
Si dovrebbe spiegare che in pratica ricevere è sempre “copiare
indietro”. Cioè uno non
deve, o non dovrebbe, anticipare a decorrere da una parte di un gruppo di click
quello che verrà poi; perché se si sbaglia ad indovinare probabilmente
seguiranno confusione di mente ed errore. I principianti tendono a indovinare
avanti e devono acquistare l
Se, tuttavia, capitano le prime parole di una frase
molto familiare, esse possono tradire persino l
Anche le risposte alla seconda domanda furono
concordi.
(a) Il principiante deve prendere
ogni lettera mentre viene, cioè lui può copiare indietro di una lettera.
(b) Successivamente può aspettare
parole.
(c) Un buon operatore può copiare dietro parecchie parole nel discorso
connesso.
(d) L
Un conteggio
del numero di click (punti e linee) in 10 gruppi di 10 parole ciascuno, prese
da un dispaccio di agenzia, diede il seguente risultato:
220, 275, 172, 214, 189, 267, 303, 260, 196, 281; media 237,7.
L’impresa del telegrafista nel tenere conto esatto di
una così lunga serie di suoni, e nel fare questo con una serie che cambia
continuamente, è senza dubbio una delle prodezze più rimarchevoli della sua
specie. Questo è un esempio di destrezza (skill) che non si raggiunge con la
pratica forzata del laboratorio, ma solo dopo anni di intenso lavoro.
C. Che accade quando bisogna ricevere le parole
sconnesse di un codice strano o una lista di cifre, come quelle bancarie e
simili?
L’esperienza generale degli operatori su questo punto
fu espressa da un esperto così: “Quando io prendo una parola che indica che
seguirà una lista di cifre, sudo sangue finché posso prenderle”. Aggiunse che
egli potrebbe aspettare fino a 6 cifre se fossero in gruppi di tre
separati da un punto (virgola, comma), ma se le cifre fossero isolate avrebbe
bisogno che siano non più di 3 o 4 indietro. In una parola egli potrebbe tenere
in mente 40, 60 o più dei gruppi elementari del codice Morse se questi
“facessero senso”, ma solo 3 o 4 se del tutto scollegate.
Nota sulla lettura del cieco
Per gettare luce su alcuni dei punti seguenti furono
raccolte informazioni sulla lettura del cieco da Miss Nellie Love,
un’esperta docente dell’Indiana Institute for the Blind di Indianapolis. Essa segnala quanto segue:
Su prima lettura una nuova selezione:
(a) In una Classe Prima di lettura di 12 ognuno tiene il suo dito sulle
lettere, compitando ogni parola o ad alta voce o a se stesso;
(b) In una Classe Seconda di lettura di 18 l’attenzione di solo 3 era
sulle parole. Questi tre leggevano per sapere cosa riguardava la storia;
(c) Nella Classe Quarta di lettura di 17 la maggioranza faceva attenzione
alle parole; gli altri all’idea;
(d) Nel grado successivo, una classe di circa lo stesso numero, la maggior
parte considerava il pensiero, solo 3 o 4 le parole;
(e) Nei gradi più alti l’attenzione era sul pensiero, eccetto quando le
parole non erano familiari.
2. Quanto lontano legge col suo dito l’alunno in anticipo
sulla voce?
(a) In Prima e in Seconda, per niente.
(b) Nella Terza e nella Quarta,
la maggior parte degli allievi mantiene insieme dito e voce. Due portano le
dita una parola avanti.
(c) Nelle Classi Superiori la
maggioranza tiene dito e voce insieme.
Molti leggono (io: sottinteso col
dito) tre o quattro parole prima. Un ragazzo, molto intelligente, va una
riga avanti, circa 8 o 10 parole. Egli legge la fine di una riga con il dito
della sua mano destra e contemporaneamente legge l
(d) Nelle Classi Avanzate, in cui
la lettura non è materia di studio speciale, i migliori alunni tengono insieme
dito e voce. In ogni classe dove la lettura è materia di studio, allievi che
studiano ogni giorno, leggono e studiano la lezione ed allora sono in grado di
leggere uniformemente (fluidamente), velocemente e parecchie parole prima della
voce”.
In tutte
le classi, le frasi si leggono più veloci delle parole sconnesse. I valori non
sono riportati. Tutti questi risultati sono molto strettamente simili a quelli
trovati fra i telegrafisti. Naturalmente non ci sono bambini ciechi che hanno
raggiunto una competenza corrispondente a quella del telegrafista esperto.
Per prima cosa si daranno le conclusioni immediate dai
dati precedenti; poi (§ IV.) saranno
interpretate e discusse assieme alla
letteratura relativa.
1- Una
gerarchia di abitudini.
Si può
forse supporre che ricevere messaggi telegrafici sia semplicemente traslitterazione
o, al più, transverbalizzazione dal
codice alla madrelingua, ma gli operatori non la pensano così. E le prove
esibite provano che hanno ragione. Nè la curva delle
lettere nè quella delle parole, né entrambe insieme,
si considerano curve di ricezione tranne un corto periodo (Fig XI)
Come
curva di ricezione sarà intesa quella del discorso connesso (Fig. XI); come curve componenti quelle
rispettivamente delle lettere e delle parole.
Più
chiaramente, le curve delle lettere e delle parole non riescono a render conto
della curva di ricezione dove essa si alza rapidamente dal plateau, mentre esse
continuano a salire leggermente. Da una fase iniziale qualche curva o delle
curve associate con la combinazione delle parole nel discorso connesso deve coalizzarsi
con le curve delle lettere e delle parole per dare come risultante la curva di
ricezione. Nel periodo in cui la curva risultante sta aumentando velocemente,
mentre le curve delle lettere e quelle delle parole stanno aumentando
lentamente, la curva (o le curve) di costituzione più alta devono impennarsi
rapidamente.
Che cosa
rappresenta per il principiante questa curva costituente più alta? Certamente non soltanto né principalmente
aumentata familiarità con il significato, la struttura o il collegamento logico
di frasi nella madrelingua. Quando, per
esempio, il principiante è balzato di colpo da
2- L’ordine di apprendimento delle
abitudini della lingua telegrafica
Le curve sincrone della Fig. XI e l
a) La simultaneità in questi guadagni è indicata nella fig. XI dal fatto che dal punto in cui
le curve divergono, ciascuna continua ad aumentare. Ciò deve forse essere
spiegato col fatto che da una fase iniziale il principiante si esercita con le
frasi, prendendole lentamente come necessario. In questo modo vi è pratica
fortuita di ogni unità di lingua e di ogni unità di lingua nella sua adeguata
collocazione.
b) Le curve di fig.
XI mostrano anche, però, che per molti mesi il guadagno principale è nelle
abitudini di lettere e di parole, che la velocità di ricezione delle frasi, in
questo periodo, è principalmente determinata dal tasso di ricezione delle
lettere e delle parole e che il guadagno rapido nelle più alte abitudini di
lingua non comincia finché le abitudini di parola e di lettera sono fissate
bene. Questo risultato obiettivo è sostenuto dalla prova introspettiva degli
operatori. Nei primi giorni uno è costretto ad aspettare le lettere. Nei primi
mesi uno è costretto ad aspettare le parole. Se il principiante tenta una
libertà di cui è incapace, improvvisamente una lettera o una parola che gli
sono non familiari esplodono nelle sue orecchie e lo lasciano rovinato. Egli
non ha libertà utile per le più alte unità di lingua che non ha guadagnato
rendendo automatiche quelle più basse. La manovalanza (gregari?) degli operatori è schiava del meccanismo della lingua
telegrafica. Essi devono copiare vicino. Non possono dedicarsi molto al
senso del messaggio mentre viene, ma devono ottenere la sua forma, e rileggerlo
per il senso. Solo quando tutte le abitudini necessarie, alte e basse, sono
diventate automatiche, si possono prendere le libertà e le velocità dell
3 – I plateaus
(pianerottoli)
Ora siamo pronti per offrire una spiegazione per la
caratteristica saliente della curva di ricezione - i suoi plateau.
Un plateau nella curva significa che le abitudini di
ordine più basso si stanno avvicinando al loro massimo sviluppo, ma non sono ancora
abbastanza automatiche da lasciare l
(a) La
prima ascesa. Nessun plateau compare fra l’apprendimento delle lettere
e delle parole, perché queste si imparano simultaneamente molto presto.
Tuttavia, poiché le lettere sono poche, uno ogni settimana è in grado di
prestare attenzione più completa alla padronanza delle sillabe e delle parole
come un tutto. Ciò forse spiega, in parte, il progresso veloce delle prime
settimane.
b) Il primo plateau. Per parecchi mesi
il principiante è costretto a badare quasi esclusivamente alle parole. Il
numero di parole che deve imparare per ricevere qualunque messaggio arrivi, è
grande. La quantità media di pratica che ogni parola riceve è quindi piccola e
l
Un
c) La seconda ascesa rappresenta l
d) Sono stati studiati sperimentalmente soltanto i
primissimi mesi del periodo in cui uno è un operatore pratico, ma non un
esperto. La nostra conoscenza di questo periodo si basa principalmente sulla
testimonianza degli operatori. Gli uomini di questo rango, naturalmente,
variano molto in abilità e nel tasso di miglioramento. C’è, tuttavia, un punto
essenziale in cui gli operatori che non sono esperti sono più o meno simili.
Essi sono tutti, in un certo grado, legati al meccanismo della lingua. Non
possono copiare lontano indietro. La mente non deve vagare lontano dal flusso
ricevuto delle parole, persino indugiare sul senso delle parole. Pochi
operatori non ottengono mai la libertà completa nella lingua telegrafica. Questi
pochi devono guadagnare la loro libertà con molti anni di duro apprendistato.
La nostra prova è che occorrono dieci anni per rendere del tutto maturo un reporter
(giornalista telegrafista).
Abbiamo mostrato sopra che ricevere non è tradurre
lettera per lettera o parola per parola nella lingua materna, ma coinvolge l
e)
L’ascesa finale. La testimonianza
degli esperti è che il balzo dall’ingrato lavoro alla libertà è improvviso
quanto lo era stato quello dal primo plateau.
Perché la curva di trasmissione non ha la successione
di plateau e balzi che vediamo nella curva di ricezione?
Nella prima parte della curva di trasmissione non c’è
plateau perché, analogamente alla prima parte della curva di ricezione, le
varie abitudini coinvolte sono acquistate simultaneamente (vedi p. 357), e dopo
non c’è nessuna rapida salita, persino quando un diventa esperto, perché una
tale salita è meccanicamente impossibile. In tutte le fasi uno ha in mente
abbondanza di parole pronte ad essere trasmesse velocemente come le abitudini
motorie consentiranno. All’inizio uno impara le abitudini motorie delle
lettere. Presto, però, anche le abitudini motorie delle parole. La curva di
trasmissione aumenta di conseguenza in un modo analogo a quello della curva di
ricezione nella relativa fase iniziale. In breve, però, si raggiunge un limite
meccanico. Trasmettere è, nella migliore delle ipotesi, un affare lento. Una
lettera o una cifra richiede da uno a sei colpi. Bisogna tener conto di spazi
di varia lunghezza. Non si possono utilizzare entrambe le mani
o parecchie dita come nella macchina da scrivere. Così, a meno di 50 wpm si
raggiunge un massimo che non può essere sorpassato.
4 – Velocità
efficiente e accuratezza
a)
Velocità efficiente
Da tempo si sa che parole connesse possono essere
lette più velocemente di quelle sconnesse, lettere combinate in parole più
rapidamente di lettere sconnesse.
Dissentiamo, però, dall’opinione che è soltanto o
principalmente il collegamento logico nelle frasi che rende conto del veloce
tasso nella loro lettura. Crediamo (p.
366) che vi sono abitudini meccaniche che corrispondono alle spesso
ricorrenti caratteristiche delle frasi. Ciò è indicato dal fatto che una serie
di parole che non hanno significato, se abilmente organizzate nelle forme di
frasi familiari, può essere letta ben più velocemente di una serie di parole
prese a caso e quasi velocemente come parole che hanno significato. Quasi, ma
non del tutto. Una coscienza del senso sembra essere ancora un fattore nella
faccenda.
I fatti, vecchi e nuovi, su questo punto giustificano,
crediamo, la seguente conclusione: in grado relativamente
piccolo, la velocità
efficiente dipende dalla velocità in cui si presentano i processi dominanti
nella coscienza; in grado relativamente grande, su quanto è incluso in ciascuno
di quei processi. Per ulteriore
discussione vedi IV., 4. p. 374.
b)
Velocità efficiente e accuratezza
Il
guadagno di velocità reso possibile aggiungendo la padronanza di più alte
abitudini di lingua alla padronanza di quelle più basse, non conduce a minore
accuratezza dei dettagli, ma a maggiore. Abbiamo trovato invariabilmente che sono fatti molti più errori nella
ricezione delle lettere sconnesse che nella ricezione, ad un tasso molto più
veloce, delle lettere che formano parole; e che, a loro volta, sono fatti molti
più errori nella ricezione delle parole sconnesse che nel ricevere, a velocità
ancora maggiore, discorso connesso. L
Finora non abbiamo dato che poco più di una nuda
presentazione dei risultati. Nella discussione di questi risultati, vogliamo, in
primo luogo, dare il significato chiaro dei fatti da noi conosciuti. Tuttavia,
useremo l
1. Una
gerarchia di abitudini
Un uomo è organizzato in punti (pezzetti?) - o
piuttosto in alcuni punti molto più che in altri. Ciò è vero strutturalmente e
dal punto di vista funzionale. È in maniera sconvolgente vero per i vari organi
di senso e le loro funzioni. Non meno delle varie parti del sistema nervoso
centrale e delle loro funzioni. Un uomo ha alcune abitudini che sono sporadiche
ed isolate, alcune che si raggruppano insieme in gruppi sciolti (come l’esborso
di abilità che rendono uno carpentiere) e poi, altre abitudini che sono
attaccate insieme in una gerarchia.
Una gerarchia di abitudini può essere descritta in
questo modo: (1) c’è un determinato numero di abitudini che sono costituenti
elementari di tutte le altre abitudini all
C’è ragione di credere che la competenza negli
scacchi, nella geometria, nella chimica e simili, coinvolga in ogni caso la
padronanza delle abitudini che sono associate di certo tale modo gerarchico.
Lasciando questi campi poco studiati, però, torniamo verso quello della lingua.
L’affermazione che una lingua esiste soggettivamente come una gerarchia di
abitudini, è sostenuta da una notevole quantità di prove sparse in tutta la
recente letteratura psicologica. Questa affermazione è affatto identica con la
verità ovvia che una lingua, considerata obiettivamente, è un sistema composto
di varie unità - lettere, parole, frasi, ecc. L
a) una lettera (stampata o telegrafica) presenta al
senso una molteplicità. Il
riconoscimento della lettera ed il riconoscimento dei suoi elementi sono
funzioni distinte. Uno può riconoscere la linea e il punto del codice
telegrafico dopo un po’ di pratica e può sapere che J = ▬ • ▬ •
senza potere riconoscere quel gruppo di click una volta sentito.
Riconoscere il gruppo come un tutto con rapidità massima richiede settimane di
pratica. D
Vedi Goldscheider e Müller.
b) Sillabe – Höpfner, nel suo lavoro “Sulla
fatica mentale degli scolari”, trovando che gli errori di parole sono più
frequenti degli errori di sillabe, e che errori di lettere sono più frequenti
degli errori su parti di lettere, nota: “Le sillabe sono attaccate più saldamente
nella parola e le parti di lettera nella lettera che non le parole nelle frasi
e le lettere nelle parole. Parole e lettere sono allora elementi “costanti” sebstaendigere
Questa osservazione è senza dubbio corretta. Le
sillabe sono, tuttavia, sufficientemente “indipendenti” per renderle valide
perchè insegnanti primari usino lo stock delle sillabe conosciute dai ragazzi
nell
Parole – Un bambino o una persona affetta da parziale afasia, può riconoscere
le lettere di una parola, ma non la parola nell
Il collegamento da una serie di suoni alle parole è
una funzione separata. Una “parola” è di
conseguenza non considerabile come “serie di suoni” (?)
D
Fatti analoghi compaiono dal lato motorio. Uno può
essere in grado di produrre i suoni separati di una lingua straniera con
notevole esattezza, come mostra Karsten (1887), e non potere ancora, senza altra
pratica, pronunciare le parole. D
(3) Dopo quello
detto sopra non obiettare per desiderare quello, che ha la sensibilità del
movimento per il tutto inoltre per il diverso theile
esso possiede ed al contrario. Dalla memoria l
Après dit,
en haut on ne voudra pas objecter que, qui a bewegungsgefuehl
pour l
d)
Gruppi di parole – Mentre
determinate lettere che compaiono spesso nello stesso ordine provocano un
Paul
mostra che abbiamo molti gruppi di parola (per
esempio: sulla mano dove si trova?) in cui una parola ha cessato di essere
associata con il relativo significato ordinario, in alcuni casi (per es., austragen di das) così
completamente che si richiede una conoscenza della storia della lingua spiegare
il collegamento fra il significato della frase e quello della parola specifica.
In tali casi, l
e)
Abitudini corrispondenti a caratteristiche di parole, frasi, ecc.
Le abitudini di lingua finora notate sono specifiche
cioè, in ogni caso che uno stimolo specifico (lettere, sillaba,
parola o gruppo di parole) conduce ad una reazione specifica. È, tuttavia, un
fatto della più alta importanza che lo stock delle abitudini specifiche di una
persona contiene il materiale per innumerevole altre abitudini specifiche (ed
anche, secondo alcuni, per abitudini “generiche” o “plastiche”). Quando uno ha
imparato bat, cat, many, model, uno ha quattro abitudini specifiche;
ma uno è all
Nello stesso modo, la propria acquisizione di queste
quattro parole è preparazione parziale per met, bet, cad ed anche per bonnet, calico, e per ogni parola che contiene ogni sillaba o
lettera imparata. Inoltre, il ritmo trocaico di many e model può essere dissociato da queste parole e può riapparire come sussidio
nell
Nello stesso modo, qualsiasi elemento o caratteristica
di un'abitudine del gruppo di parola può diventare utile nell'imparare nuovi
gruppi. Senza dubbio, l
a) È ben noto che la lunghezza media della frase
è caratteristica per un dato autore. Nella maggior parte dei casi, forse, l
b) Un ritmo
usato spesso probabilmente diventa abituale, oltre a tutte le parole
particolari, ed è allora un sussidio nella lettura ed un fattore nel fare nuove
frasi, periodi e paragrafi, aventi quel ritmo.
c) Un certo ordine delle parti del discorso (per
esempio: ha camminato fuori dalla strada
o fuori dalla strada ha camminato)
spesso ricorrente diventa abituale, determina la costruzione di nuove frasi, ci
dà un senso di facilità nel leggere prosa facile e a un senso di shock
a frasi come “cura dei Irks di Browning’s l
d) Una costruzione grammaticale usata
spesso per esprimere un certo feeling (o una pluralità, futuro, dubbio e
simili) viene ad essere associata automaticamente con quella sensibilità, oltre
a tutta la frase particolare, di modo che uno immediatamente ed senza sforzo
suggerisce l
Per la discussione se le abitudini grammaticali sono specifiche
o plastiche
v. sotto.
Nello stesso modo possiamo supporre che ogni caratteristica
di stile fino alla struttura ed al tono di un volume, corrisponde all
Nota
sullo sviluppo di nuove abitudini da quelle vecchie. La vecchia
teoria che fare cose particolari dà “addestramento general”
del corpo e della mente al giorno d
Il professor Royce suggerisce
che oltre alle abitudini specifiche uno acquista le abitudini generiche o
plastiche, che conducono non ad una reazione specifica su uno stimolo
specifico, ma ad una determinata specie di reazione dietro una
determinata specie dello stimolo. Accenna particolarmente le abitudini che
corrispondono alle regole di sintassi come in questo senso generico. Questo
punto di vista è attraente e può essere vero. Può essere, tuttavia, che non c’è
qualcosa come un
L
In
realtà, gli insegnanti di lettura non sono stati concordi quanto all
È provato che è possibile da imparare leggere con i
metodi più vecchi o con quelli più nuovi e, effettivamente, con tutto il metodo
che porta l’allievo per un tempo abbastanza lungo in contatto con la stampa. La
mente troverà un metodo suo proprio. Crediamo, tuttavia, (1) che con nessun metodo è possibile
guadagnare libertà nell’uso delle più alte unità di lingua fino a che le più
basse non siano state padroneggiate tanto da deviare l’attenzione da loro;
e (2)
che
è, tuttavia, saggio in tutte le fasi esercitarsi con le più alte unità di
lingua possibili ed imparare così tutte le unità nella loro collocazione
adeguata.
Il metodo dell’abbecceddario
(alfabeto-ortografia-libro) ci assicura del primo
requisito, ma è rozzamente dispendioso di tempo nella posposizione delle
esercitazioni della lettura che coinvolgono la pratica simultanea di tutte le
unità di lingua nella loro collocazione adeguata e che sono costantemente più
vantaggiose perché più interessanti. I nuovi metodi sintetici guadagnano questi
vantaggi, ma ne perdono uno più necessario, a meno che l
Principi simili valgono nell
Oltre alla prova già presentata in appoggio al punto
di vista precedente, sono presentate due considerazioni generali.
1) È abbastanza inutile sollevare il problema se i
bambini dovrebbero acquistare o no abitudini automatiche specifiche. Da tali
abitudini si può sfuggire solo con la morte.
L
2) Un metodo scolastico deve essere giudicato dagli
atteggiamenti e dai temperamenti che coltiva, non semplicemente da che cosa si
insegna, ancora meno dall
Se, d
Fortunatamente non c’è necessità di scegliere fra le
cambuse ed il circus come modelli per la scuola e la
casa. Ci sono molte scuole e sedi in cui le mansioni dure sono effettuate in un
buon temperamento; dove l’esercizio completo non arresta, ma prepara il senso
per più alto sviluppo; dove i bambini cominciano che cosa devono più
successivamente fare per riuscire in ogni affare - passi gioiosamente da
interesse in estremità volute ad un lavoro ingrato risoluto necessario per il
raggiungimento di quei fini.
Se questa opinione sulla formazione è corretta, il
corso di studio non ha funzione importante che fare chiaramente le abitudini
essenziali addette alla padronanza di ogni materia d
3. Plateaus
La variazione estesa ed i cambiamenti improvvisi nel
tasso di progresso non sono peculiari all’insegnamento della telegrafia. In
generale, è effettivamente altamente improbabile a priori che il tasso di
cambiamento in tutto il processo sarà costante. Perché tale costanza richiede
una costanza estremamente improbabile nei molti fattori che concorrono nella
determinazione del tasso. Poiché questi fattori aumentano di numero e di
complessità, sono meno probabili di effettuare un tasso costante. La scienza
evolutiva moderna ha dato risalto ai fatti che indicano che i cambiamenti in
natura sono normali e graduali. Natura non facit Saltum. Ora
è, tuttavia, ben noto che la natura fa i salti. Può persino
essere che il cambiamento saltatory sia la regola. La teoria della ricapitolazione li
invita a descrivere la storia di ciascuno specifico come serie di punti che
corrispondono alle fasi nello sviluppo animale e razziale. Nessuno ha fatto tavola cronologica esatta
per tutti questi step (o persino accertato
esattamente quali sono gli step). Ma nessuno
sosterrebbero che il tasso di progresso con loro è uniforme. Lo sviluppo del
corpo e della mente mostra per entrambi “periodi di riposo” che si alternano
con i periodi di rapido cambiamento. Noi “ci appollaiamo e voliamo”. Viviamo
per mesi o anni su un determinato livello di interessi, di sforzi e di successi
ed allora improvvisamente subiamo la conversione più o meno radicale. Tutte le
cose sono diventate nuove. La vecchia vita si affonda nel sottosuolo ampio di
cui su superficie, per una stagione, nuove forme della fioritura della durata
di attenzione.
Gli esempi ben noti di cambiamento veloce,
naturalmente, non si citano come specificamente analoghi ai plateau ed alle impennate
della curva telegrafica, ma indicare soltanto che tali alternazioni di
campeggiare fuori e di muoversi avanti non sono eccezionali o anormali. Per le
analogie specifiche dobbiamo osservare alla storia delle acquisizioni analoghe.
In questo promettente campo di ricerca quasi tutto rimane da essere fatto. L
a)
Linguaggi. Come notato finora (52), nell
b)
Composizione inglese. Nell
c)
Chimica. Parecchi insegnanti di
chimica hanno segnalato che il progresso degli allievi durante i primi anni è
simile a quello dell
d)
Miscellanea. Tantissimi individui
hanno segnalato le esperienze analoghe nell’apprendimento di matematica, di
musica, di whist, di scacchi, di ispettori ecc. In
tutti questi campi troviamo uno o più lunghi livelli di scoraggiamento, dove il
far pratica sembra non portare nessun miglioramento, che si concludono, alla
fine, nel caso di quelli che perseverano, in una improvvisa ascesa. È probabile
che in ogni caso uno debba acquistare abitudini di ordine più basso e più alto
e che la spiegazione per i plateau telegrafici sia la spiegazione per i plateau
in questi campi. Naturalmente, le curve in questi campi ampiamente differenti
devono avere caratteri specifici differenti. Ciascuno deve essere indagato per
se stesso. In un periodo in cui alcuni temono una penuria di problemi
significativi per la ricerca psicologica il prospetto di tale campo è
incoraggiante.
In generale, abbiamo qui un punto di vista da cui
possiamo discernere una differenza fra chi padroneggia e l
4.
Velocità efficiente e accuratezza
L’unica differenza di importanza pratica tra gli
uomini è la velocità efficiente. In guerra, nel commercio, nel lavoro
scientifico, nel lavoro manuale e non, abbiamo ad un estremo l
È sembrato a molti psicologi fortemente probabile che
l
A dispetto di queste probabilità a priori, undici anni di
esperienza in questo laboratorio (i primi tre spesi principalmente sui tempi di
reazione) ha portato alla convinzione che nessun test di tempo di reazione
proverà con certezza se un dato individuo avrà o non avrà velocità efficiente
nel suo lavoro. Velocità molto lente, specialmente nelle reazioni complicate,
sono fortemente indicative di una mente lenta ed inefficace a tutte le
cose. Ma l
Si propone la seguente risposta: La velocità a cui uno
fa un progresso pratico dipende parzialmente dalla velocità dei processi
mentali e nervosi in questione; ma molto di più su quanto è incluso in ogni
processo. Se A,
Ora, la capacità di fare passi da gigante nella
ricezione dei messaggi telegrafici, nella lettura, nel sommare, nel
ragionamento matematico ed in molti altri campi, dipende chiaramente dall