130 – Il Correspondent (“zeppato”)
Il primo nome di quello che poi si è sempre chiamato chiave (key) o
tasto Morse
era Correspondent (vedi disegno a destra). Questa notizia non è solo
una curiosità storica, ma ha risvolti concettuali che getteranno altra luce
sulla “telegraficità latente” (punto-linea, intensa-estensa,
ecc.) della linguistica generale e daranno, spero, qualche strattone ai
distratti o pigri linguisti, ad esempio l’amico Gambarara.
Da quanto accennato in diversi luoghi - in particolare nelle
Morse News 33, 58, 59,
60, 128,
129 – il chiodo fisso iniziale di Morse era la
“trasmissione di intelligenza”
(si diceva anche “trasmissione del
pensiero”!) in forma scritta, quindi una sorta di telescrivente ante
litteram, con il messaggio inviato
automaticamente e solo dopo essere stato digitato o “composto” con “macchine da scrivere”, anche queste ante litteram.
Lo stesso Vail – già nel 1837, si
badi – aveva costruito un complicatissimo telegrafo imprimente caratteri
alfabetici, non molto dissimile, per esempio, da quelli di Phelps e Hughes che si imporranno
solo pochi anni dopo.
Dopo una dozzina di anni di
tentativi (dal 1832 al 1844, circa) e
almeno sette prototipi di apparati per
la precomposizione del messaggio, Morse e soci (soprattutto Alfred
e George Vail) dovettero gettare la spugna e
rinunciare agli automatismi. La pratica aveva infatti
dimostrato che per questo compito l’uomo funzionava molto meglio delle
macchine, un bravo reporter o “correspondent” era preferibile a tasti e
tastiere! Per
questo motivo quella semplicissima laminetta elastica
(vedi disegno a destra) che il reporter faceva
vibrare “a mano” all’atto di inviare
il messaggio (senza comporlo in anticipo), questo “key inesistente” o “tasto non tasto” fu detto Correspondent.
Per qualche tempo, come ormai sappiamo bene, la banda di
carta (zona) – che dava solo la parvenza di scrittura, perché essa in
realtà è un “oscillogramma” (funzione del
tempo, non dello spazio) a tutti gli effetti – resistette. Poi gli
americani la buttarono via, e il Morse divenne fonetico, lingua “parlata” (con la mano!).
Il Correspondent
(o più esattamente il Vail Correspondent, per onorare il suo inventore) era incorporato nelle prime scriventi Morse o Register (immagine a sinistra, dentro il cerchio rosso).
Per i motivi che abbiamo già ampiamente discusso (vedi, per esempio, Morse
News 119) il circuito, in posizione di ricezione, doveva essere chiuso e questo era ottenuto, grazie
allo spirito pratico degli americani, con un semplicissimo piccolo cuneo
metallico o wedge
ficcato (triangolo rosso) tra l’incudine e il martello del Correspondent.
Questa semplice zeppa darà origine
sia ai primi spinotti (jack) a due laminette di ottone elastico
separate da mica, sia al circuit breaker o closer dei tipici tasti americani (vedi foto qui sotto).