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6 – Un’agugliata di canapa (15.9.2011)
La canapa
Il fuso
La corda
Se ci
si contenta di principesse che filano, principi azzurri che salvano e, in
ambito idraulico, delle formule più o meno “magiche”
dei vari Bernoulli
(un esempio in ME 9, “Il motore di Pegna”) le osservazioni della News precedente continueranno a rimanere in
eterno nel limbo dei paradossi o delle “divertite”
curiosità.
Se
invece ci si vuol “sforzare di servire
la Scienza e la Pratica” (vedi autografo di Reuleaux in
copertina), cioè di fare “vera” scienza, bisogna rimboccarsi le maniche, “sporcarsi le mani” (vedi anche GA 11) e, nella fattispecie,
cercare di capire i segreti scientifici (della “manualità”) di tendini e muscoli, cominciando dalle umili e
comunissime “corde”.
Questo
tema è trattato ripetutamente, approfonditamente e, soprattutto (cosa rarissima), chiaramente in quasi
tutti i libri di Reuleaux (purtroppo di difficile reperibilità, in
tedesco e spesso non, o mal, tradotti). Si cominci comunque a leggere la storia della canapa a Trevi nel Lazio e si
vedano poi, con molta attenzione, i brevi filmati di questa News, realizzati grazie alla collaborazione
di due antiche, ma “giovanissime”
filatrici (Lisa e Irene Malatesta, che
ringrazio), per capire “bene” la
trasformazione delle fibre o “bioccoli”
di canapa (quella usata da idraulici
veri, non ex cathedra) nell’organo di trazione (Zugorgane) per eccellenza:
il filo.
Cliccando
sulla prima foto si vedrà la delicatissima azione di presa/stiramento della
canapa (sistemata nella “rocca” o
“conocchia”) ad opera della mano “sinistra”. La seconda foto è il famoso
ma “sconosciuto” fuso: cliccandoci
sopra si noterà il gancetto per fissare la corda e, soprattutto, il sapiente
movimento della mano “destra”, che
dando “slancio” alla massa inferiore
(“volante”, “volano”, Schwungrad, fly),
permette la torcitura “automatica” (che quindi, si badi, è “a macchina” e non “a
mano”) di un tratto o “agugliata”
di filo (circa 60 cm). Cliccando
infine sull’ultima foto (che mostra la
soddisfazione dell’autore per la resistentissima cordicella appena fabbricata)
si vedrà la terza “fase del fuso”,
cioè il riavvolgimento, nel fuso stesso,
dell’agugliata appena prodotta (per una
visione d’insieme – ma di qualità inferiore – dell’intero ciclo si clicchi qui).