RE
7 – Un cerchio senza centro (22.9.2011)
“Un
trovato scientifico, come un lavoro artistico, ha in se stesso i caratteri che
lo debbono far apprezzare: e la sua importanza, la sua
bellezza, il suo diritto alla nostra considerazione sono indipendenti
dall’utilità pratica che quel trovato o quell’opera possono avere. Quando,
contemplando un prodotto della scienza od un’opera
d’arte, noi sentiamo in noi quella soddisfazione che ci fa dire: bello, quel
prodotto o quell’opera sono utili in sé”.
Queste parole scritte nel 1878
da Galileo Ferraris (vedi RE 8 e FO 50), e che molti anni fa (vedi AG 6) avevo già citato, mi sono
tornate in mente nell’accingermi a presentare, ai miei venticinque lettori, il
famoso e bistrattato “triangolo di
Reuleaux” (vedi animazione a sinistra),
aggiungendo pochissime parole al mare
magnum (cose sensate e spazzatura!)
di ciò che facilmente di trova in rete.
Questo triangolo ha la strana proprietà di comportarsi come un
cerchio se usato come un rullo o un tronco a sezione circolare su cui far
scivolare oggetti pesanti (anche obelischi!)
perché la distanza tra il suolo e il piano di carico rimane costante, anche se
il suo centro oscilla sinusoidalmente. Se invece venisse utilizzato come una ruota tradizionale, munita di
asse o albero, sarebbe la periferia a “traballare”
(epicicloidalmente)
e quindi questo “meccanismo” sarebbe
perfettamente inutile.
La suggestione però di tale “trovato”
è tale da avere anche (e forse
soprattutto, almeno dall’inizio del ‘900) attirato sul suo incolpevole
autore aloni di esoterismo, magie nere, moti perpetui e dogmi trinitari (vedi, per esempio, il sito internet da cui ho tratto i due disegni di questa
News): tutto, cioè, tranne che vera scienza!
La
foto centrale è la celebre “torre Capocci”
del rione Monti di Roma e l’ho voluta inserire perché lì, invece, il seme di Reuleaux ha dato dei buoni frutti. Infatti ricordo, sia pur vagamente, che una quarantina di
anni fa mi capitò di visitarvi una interessantissima collezione di modellini e
cinematismi “reuleauxiani”
(tipo motore rotativo Wankel,
per intenderci) costruiti con passione e abilità artigianale dal compianto Celestino Giampaoli.