Alla Direzione Generale Elementare
Roma
3.12.90 Ministero
Pubblica Istruzione
OGGETTO: Sussidio didattico lingue straniere. Progetto audiogiochi
Il
sottoscritto Andrea Gaeta, docente di elettrotecnica
all'ITN di Roma e membro
dell'Associazione Italiana di Acustica, rinnova l'inevasa richiesta del 10.5.89
(all. A) di un'indagine conoscitiva circa l'adottabilità per lo studio delle
lingue straniere nelle elementari del laboratorio
linguistico "Sound Trainer"
di propria invenzione.
Il sistema, che trae
spunto dalla funzionale permutabilità dei livelli del linguaggio scoperta da Mario Lucidi,
impiega, come detto nella descrizione dell'invenzione industriale Riproduttore sonoro interattivo (all. C), un hardware ridottissimo e un
software misto, analogico e digitale. Si tratta di un laboratorio linguistico inedito e realmente interattivo
che sfrutta la moderna tecnologia ed è di basso costo e di facile e gradito uso
anche per bambini molto piccoli (all. G). L'apparecchio inoltre,
consentendo lo studio collettivo o individuale,
in classe o al doposcuola, è utilizzabile proficuamente anche con
docenti di preparazione linguistica non specifica.
Tale
sussidio fa parte di una serie di audiogiochi (all.
H) non ancora in commercio (perché pare che gli imprenditori producano solo su committenza), tuttavia l'esame
dei prototipi sperimentali (all. I) costruiti dallo stesso
inventore dovrebbe bastare alla Commissione a ciò incaricata da codesta
Direzione Generale per valutare l'importanza sociale del trovato ed
anche per esprimere un parere su un eventuale più ampio "Progetto audiogiochi". In ogni
caso sarà opportuna una preliminare sperimentazione su un campione di alunni
con delle preserie (sia di hardware
che di software) approntate, sulla scorta di indicazioni di validi linguisti e
pedagoghi, per scegliere soluzioni ottimali sotto il profilo didattico.
Con osservanza. Andrea Gaeta
Allegati
(in totale 35 fogli):
A - Istanza alla Direzione Generale
Elementare del 10.5.89 (1 foglio);
B
- Relazione scientifica del prof. Renzo Titone del 25.1.88 (1 foglio);
C
- Descrizione dell'invenzione (10 fogli);
D
- Verbale di deposito n. 47936A88 UPICA Roma del 10.5.88 (1 foglio);
E
- Attestato di brevetto n. 1224890 del 24.10.90 (1 foglio)
F
- Lettera aperta al prof. Tullio
De Mauro del 3.12.90 (1 foglio);
G
- Il feeling degli
audiogiochi, di Andrea Gaeta (3.12.90) (1 foglio);
H
- Fogli illustrativi dei vari audiogiochi e ritagli stampa (8 fogli);
I
- Fotografia di un prototipo sperimentale del Sound Trainer (19.3.88);
L
- Il giocattolo educazionale Genietto
Didatto (8.2.89) (4 fogli);
M
- Software dimostrativo della Teaching Machine RSI (17.4.89)(3
fogli);
N
- Tototono, il capostipite degli audiogiochi (1985) (4 pagine).
UNIVERSITA’ DEGLI STUDI Dl ROMA
"La Sapienza" Roma,
25.1.1988
Dpt. Psicologia Processi Sviluppo e Socializzazione
IL DIRETTORE
Prof.
Andrea Gaeta
Ricerche
di Fonetica
p.zza
Maria Ausiliatrice 38
00181
ROMA
Egregio Professor Gaeta,
Ho
esaminato il progetto dettagliato del Suo computer
linguistico TOTOTONO costruito a scopi di apprendimento linguistico.
Mi sembra che un principio centrale della didattica
computerizzata sia messo in evidenza e felicemente realizzato da tale
apparecchio, e cioè la sicurezza per lo studente di lingue di ottenere un
adeguato FEEDBACK interattivo. I1 punto debole di tutti i corsi autodidattici
tradizionali sta appunto nella mancanza di
un "feedback immediato", tanto efficacemente sottolineato
dalle teorie della programmazione sia di Skinner che di Crowder. I comuni
laboratori di lingue mancano o - anche se in linea di principio dotati della presenza dell'istrut tore al
"monitor" - non godono del vantaggio di una interazione di controllo
e valutazione immediata, lasciando così che il possibile errore si radichi o
che la discriminazione uditiva non venga debitamente sostenuta.
Soltanto
una ben impostata computerizzazione potrebbe assicurare una adeguata - chiara e
immediata - risposta didattica.
Il
Suo TOTOTONO assicura sia l’esattezza nella presentazione dei suoni linguistici
sia la immediatezza di intervento didattico.
Con
un ulteriore vantaggio: l'applicabilità e utilizzabilità dell'apparecchio non
soltanto da parte degli adulti ma anche dei bambini, che studiano le lingue
nelle scuole elementari, data la facilità d'uso e la sollecitazione degli
interessi che l'apparecchio permette.
Per
queste ragioni, credo mio dovere raccomandare la più ampia sperimentazione del
TOTOTONO sia in privato che nelle scuole, ma anche nelle università, dove il
grande numero degli studenti non permette un accesso adeguato ai comuni
laboratori linguistici o una presenza diretta dell'istruttore/insegnante.
Non
ultima utilità dell'apparecchio è la sua applicabilità in situazioni sperimentali
di ricerca psicopedagogico-linguistica, oltre che di carattere psico-fonetico.
Prof.
Renzo Titone
Ordinario
di Psicopedagogia del Linguaggio
Dip.to Scienze del Linguaggio
Università La Sapienza
- Roma
Roma 3.12.90
Chiarissimo professore,
questa
lettera è allegata ad una richiesta da me avanzata in data odierna alla Direzione
Generale Istruzione Elementare del Ministero della Pubblica Istruzione affinchè
promuova un'indagine conoscitiva sugli audiogiochi, i sussidi didattici da
me brevettati. Una richiesta simile, fatta oltre un anno fa, non ha avuto alcun
seguito, nè riscontro, malgrado l'autorevole, cortese e ripetuto interessamento
del professor Renzo Titone, che
ancora una volta ringrazio.
Mi
prendo la libertà di chiederLe pubblicamente, rivolgendomi al linguista prima
che all'amico, non un analogo favore tendente a smuovere l'inerzia burocratica,
lusingandoLa (o lusingandomi!) di un
virtuale maggior potere, ma un intervento tecnico motivato da quanto segue.
I
miei scritti sugli audiogiochi, raccolti nel presente dossier, non sono stati
capiti (a fondo) da nessuno, e non perchè saturi di concetti astrusi o mal
scritti, ma perchè trattano argomenti nuovi.
Se questi, per forza di cose, vanno scritti come normalmente non si scrive, ne consegue - come mi ha insegnato Lei,
raccontandomi di Mario Lucidi - che
devono anche essere letti come normalmente
non si legge, cioè con una esegesi
diametralmente opposta al lavoro di composizione che sono costati all'autore.
Nei lavori in oggetto c'è poi un'insidia ulteriore, cioè l'assoluta
elementarietà dei (nuovi) concetti esposti, che sistematicamente induce anche
il lettore più attento, epperò normale,
a credere, sbagliando, di aver compreso il testo.
Non
è questa la sede, nè ho io l'autorità per trattare un tema importante come la
forza della scrittura. L'ho accennato per motivare esaustivamente la preghiera
che, nel nome di Lucidi, oso
rivolgerLe, esimio professore, pur consapevole che i lettori profani del valore
del Nostro potrebbero non capire appieno il senso del paragrafo precedente o
confutarne l'assunto.
Profittando
della disponibilità palesata in altra occasione ed anticipando sin d'ora la mia
gratitudine, chiedo in buona sostanza non un giudizio di merito
sull'invenzione, ma un passo formale al Ministero per caldeggiarne l'intrinseca
(per i motivi su accennati) necessità di studio,
in modo che l'investimento di tempo e le sicure ricadute in termini di utilità
sociale siano a carico e a vantaggio della collettività[1].
Andrea Gaeta