PO 2 – Il sifone
invisibile (28.9.2010)
Si può dire che dai tempi del Castelli – non certo da quelli di Vitruvio o Frontino – tutto l’edificio della
scienza delle acque è stato costruito principalmente intorno alla legge di dipendenza
della portata idrica di un orifizio, ad esempio B o C nel disegno della
“botte di Petronio”, in funzione del
“battente”, cioè dell’altezza tra il
centro del foro e il pelo idrico.
Agli storici della scienza sono
ben note le dispute scientifiche tra matematici di gran fama (Newton, Torricelli, Mariotte, ecc.)
sulle questioni di balistica (vedi CA 5,
La pistola d’acqua) idraulica o
galileiana e in particolare sulle leggi di Castelli
(la velocita d’efflusso è funzione
dell’altezza) o Torricelli (la velocità dell’efflusso è funzione del
quadrato dell’altezza).
Dall’arena scientifica, con le
debite eccezioni, sono rimasti e continuano a rimanere fuori (forse perché improduttivi per le carriere!)
concetti chiave e scoperte geniali come quella descritta in due vecchi opuscoli
di Pietro Petronio da Foligno (vedi lettera in calce, indirizzata il 10
u.s. al Direttore della Biblioteca Nazionale di Roma) e illustrata nel
disegno in intestazione.
Dopo alcuni esperimenti pratici
(sia pur grossolani) credo di poter
dire che il motivo per cui la cannella B,
pur avendo un battente minore della C,
butta – quando è munita della doccia (vedi CA 4) o tubo addizionale EDF – più acqua di questa è dovuto ad un “sifone invisibile” che viene innescato (anzi adescato) dal passaggio (per
gravità o caduta) dell’acqua della parte alta della botte (vedi disegno). In pratica, in virtù del poleniano “moto misto”
(vedi CA 26),
nella canna B oltre all’acqua
diciamo “viva” della parte superiore
della botte passa anche l’acqua “morta”
della parte inferiore, aspirata dal peso del “sifone motore” EDF (vedi CA 14).
Preg.mo
Direttore Avallone,
sono un vecchio utente della
Biblioteca Nazionale di Roma e uno studioso di storia della scienza.
Vorrei pubblicare nella sezione
Fonti del mio sito www.bitnick.it, di tipo amatoriale, non
commerciale e ad accesso libero, i due opuscoli di cui allego i frontespizi e
che sono posseduti forse solo dalla BNC di Roma, entrambi in due esemplari (collocati rispettivamente 35.3.G.17.13
e Misc.
Valenti 903).
Si tratta di pochissime pagine
(una decina in tutto) estremamente
importanti sull’antica e celebre polemica della “Misura delle acque correnti” di Benedetto
Castelli (1628).
Tale pubblicazione sarebbe
certamente utile per tutti gli storici della scienza e mi permetterebbe di
esplicitare e puntualizzare meglio il mio pensiero al riguardo in un prossimo
lavoro che pubblicherò nella mia collana Gli Atomi, anch’essa presente
nel mio sito.
Certo di una benevola
accoglienza della mia richiesta, porgo distinti saluti.
Dott.
Andrea Gaeta