5.
Il martello sonoro
I rumori del sounder e i “rumoretti” dei tasti telegrafici che siamo andati analizzando negli
ultimi anni di ricerche di telelinguistica[1]
hanno un
corrispettivo nei suoni e/o nei rumori del martello che batte sull’incudine.
Ciò non solo facilita la comprensione dei concetti fin qui esposti, ma estende
il pubblico dei lettori anche ai non specialisti di telegrafia e, soprattutto,
permette il passaggio non traumatico allo studio della fonia[2], cioè, per schematizzare, da Morse a Edison[3].
Torniamo al fabbro-telegrafista del Cap. 1 e
supponiamo che egli stia trasmettendo col “Morse
dei carcerati”[4]
Ora bisogna fare molta attenzione a non confondere:
1) Il moto alternativo[7] del martello
tra l’incudine e un ideale fine corsa superiore[8].
2) Le infinitesimali “ammaccature”
lasciate sull’incudine durante i sei colpi[9].
3) I suoni
prodotti da questi sei colpi[10].
Questi ultimi si possono considerare suoni musicali “timbrati” (a spettro discreto) nel caso dei punti, e “tonfi” o rumori
smorzati (a spettro continuo) per le linee. Nel disegno sono rispettivamente
rappresentati con cerchi concentrici e con pulviscolo. In termini fisici si
potrebbe parlare di regime solo cinematico
per i punti e regime pienamente dinamico per le linee, in termini elettrotecnici di regime conservativo (palleggiamento
di energia) e di regime dissipativo (consumo di energia).
Il concetto si comprenderà forse meglio ricorrendo ad
un classico martello sonoro
elettromagnetico, in maniera però che il colpo si possa ottenere non con l’eccitazione dell’elettromagnete (foto in basso), ma con la sua diseccitazione. A tal fine basta mettere
il fulcro (freccia bianca) al posto
dell’armatura (freccia azzurra) e
viceversa. Aprendo il circuito per breve tempo il martello palleggia (e produce un punto);
aprendolo per più tempo esso, con un tonfo, dissipa, scarica del tutto, mette “a zero” (o “a terra”) l’energia potenziale di tutta la sua massa (e produce una
linea)[11].
[2] Nel senso attribuito dai radioamatori: “in fonia”, come contrapposto a “in Morse”.
[3] Questo passaggio si può dire iniziato con gli articoli delle Lucidi News su telefono e fonografo.
[4] Vedi, in particolare, Morse News 3.
[5] Nel gergo degli operai questa battuta si può chiamare “colpo di assaggio” o “mezzo colpo”.
[6] “Martellando” veramente, come se dovesse forgiare o piantare un chiodo, per capirci.
[7] Nel vecchio Cours de Physique di J. Violle (1888) si trova questo semplice diagramma dell’andamento di un maglio (marteau de forge) che sale per 9/10 del periodo e ricade bruscamente per 1/10 del periodo. In termini tecnici moderni si può dire che il movimento di questo martello è, grosso modo, a dente di sega.
[8] Per analogia al movimento della leva di un sounder, limitato tra due finecorsa.
[9] Che corrisponderebbero alle intaccature, tipo segni Braille (embossing), sulla zona di una Morse a secco.
[10] Si confronti attentamente con la Fig. 18 di AG 14. I punti e le linee lì indicavano Morse secondario (perché venuto successivamente alle oscillazioni pendolari con cui era partito Morse), qui invece indicano “Edison primario”, perché Edison partì con le tacche discrete e poi passò ai profili continui o analogici.