VI
8 – La funicolare del Tribunale (21.11.2013)
Circa un mese fa sulle pagine Facebook del gruppo Belvedere sono fugacemente apparsi due
contributi di un anonimo architetto termitano (che si firma con lo pseudonimo Parara Canzonieri) relativi alla
ricostruzione, nel 1875, della via
Roma (foto a sinistra, datata 1905),
la strada che collega la parte bassa con quella alta di Termini Imerese, e a un
progetto, simile a quello (almeno per me)
più famoso della collina del Belvedere, per installarvi addirittura una
funicolare (mio collage a destra).
Entrambi gli articoli, ricchi
di interessantissimi dati inediti e frutto di affidabili e certosine ricerche
negli archivi cittadini, hanno attratto vivamente la mia attenzione e tanto
inorgoglito la mia “termitanità” che,
se l’autore vorrà, potrei ben volentieri ospitarli in appendice al fascicolo (Atomo 41) che, a fine 2013, raccoglierà queste prime Vierordt News.
Oggi i termitani e i pochi
viaggiatori che vi capitano ammirano tutti questa lunga (circa 400 m) e scenografica “scalunata”
(gradinata) che per un paio di
secoli, l’800 e il 900, ha brulicato di vita, soprattutto
per la presenza, a metà strada tra Termini alta e Termini bassa, del Tribunale
dell’enorme distretto giudiziario che arrivava fino a Mezzojuso, la patria di Gabriele Buccola. Ben pochi però, a
cominciare da chi scrive, sanno qualcosa della storia di questa vitale arteria,
storia che, confondendosi e integrandosi con quella della stessa città, può
gettare molta altra luce sullo sviluppo della topografia termitana che da tempo
andiamo sviscerando.
In particolare i dati raccolti
dal Canzonieri potrebbero confermare
o meno l’epoca (il 1591, secondo la News precedente)
i cui si cominciò a vagheggiare un accorpamento, anche nella prima
denominazione unica di “via Tribunale”,
e un raddrizzamento in un unico e omogeneo asse viario pedonabile, delle
tortuose stradine e degli impervi impluvi dei nostri “Rucchiceddi”.
Di prezioso ausilio in questa
ricerca potrebbero essere anche gli atti notarili relativi a compravendite ed
espropri di fabbricati e appezzamenti di terreno (orti, scilbe, giardini, ecc.) delle innumerevoli comunità religiose
della città, ma per far questo bisognerebbe coniugare un verbo ai termitani
ahimè sconosciuto: collaborare.