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– Il pennino “scagliato”
Il successo di una qualsiasi invenzione,
nella fattispecie il telegrafo Morse, non dipende tanto dai principi teorici che
l’hanno ispirata, ma da due elementi molto più banali e …prosaici. Il primo è
l’imprenditorialità, col sottobosco di corruzione, mazzette, appalti truccati,
ecc. (vedi per esempio J. Bozza, Cenni storici sulla telegrafia elettrica nelle Due Sicilie, 1861); il secondo le soluzioni di
infiniti spiccioli problemi tecnici e costruttivi (ognuna delle quali viene in
genere protetta da specifici brevetti di singoli inventori).
Com’è noto croce e delizia della
“scrivente” Morse, all’epoca, fu il sistema per lasciare i segni sulla banda di
carta. Quello che in merito si trova nei libri è molto poco, sia per le
ritrosie o gelosie degli inventori, sia soprattutto perché erroneamente
ritenuti problemi marginali, o artatamente fatti passare come tali. Spesso
invece, stando ai risultati presentati nel mio Telegrafia e Lingua, queste cose
“tecniche” hanno implicazioni teoriche di primissimo piano.
Mi riferisco al “pennino” circolare (printing disk, del diametro di circa
Come ricordo nella Nota 54 di Telegrafia e Lingua
la manutenzione più frequente delle scriventi Morse, affidata ai tecnici “orologiai” (vedi AG 12, p. 6), consisteva nella
sostituzione di questo pennino deformato, ovalizzato e scheggiato (o
“scagliato”) per il continuo uso (vedi foto a destra, esagerata per chiarezza),
con un pennino nuovo (foto al centro).
La cosa veramente essenziale, però, si
badi, è che la “scagliatura” veniva provocata solo nel segnare le linee
e non i punti: questi infatti venivano fatti con pressione “gentile”,
quelle con veri “colpi di martello”.