ME
17 – Banco di Epino-Canton-Melloni-Riess (25.1.2007)
Prima di AG 20 del Melloni
“elettricista” si ricordava, al più,
la controversa scoperta riportata nella News precedente
e concernente l’elettrostatica. Contrariamente a quello che si è portati a
credere questa parte dell’elettrologia, pur storicamente precedendo elettromagnetismo, elettrodinamica,
elettronica, informatica, ecc., è la più difficile, la meno studiata e la
cenerentola dell’elettricità.
Personalmente, pur essendo un fisico e un
elettrotecnico, non ho alcuna esperienza di macchine elettrostatiche, bottiglie
di Leida, pendolini, polveri
elettroscopiche (miscugli di zolfo e
minio) e, in generale, di questa elettricità “frizionale” che per parecchi decenni dopo Volta continuò ad essere chiamata elettricità “ordinaria”. Questa difficoltà intrinseca della materia e la
mancanza di ricerche “dedicate”,
forse perché ritenute “inutili”, è il
motivo principale, a mio avviso, del rigetto prima, e della rimozione poi, dei
contributi di Melloni.
Per cercare di capire Melloni la strada maestra è quella di seguire lo sviluppo delle sue
intuizioni, concentrate o accavallate, si può dire, negli ultimi mesi della sua
vita. Solo cominciando a studiare cronologicamente le sue osservazioni di
elettrodinamica e di telegrafia, ossia della corrente, o meglio dell’“agente elettrico” in movimento, si
potranno sviscerare quelle sull’induzione statica. E a questo fine è
indispensabile, e augurabile, unire gli sforzi e le competenze degli studiosi.
Un ruolo a parte sull’oscuramento di Melloni potrebbe averlo avuto il fisico Pietro
Teofilo Riess (non Reiss, come distrattamente avevo
scritto nella ME
15), di cui nella figura a sinistra riproduco il “banco”, affiancato a quelli di Aepinus (al centro) e di Canton (a destra, abbinato ad una comune
macchina elettrostatica).