MA
10 – La bussola …moltiplicata (5.5.2007)
In varie occasioni (MO 106, ME 4,
ecc.) abbiamo già accennato alla bussola telegrafica, ma per
addentrarci nelle nostre indagini fisiofisiche (vedi MA 3)
è essenziale conoscerla meglio e assimilare il funzionamento, peraltro
semplicissimo, di questo strumento “non
da gabinetto scientifico” e solo all’apparenza spartano.
La base quadrata di legno di circa
Questo “reometro”
o “detector”, essendo un galvanometro
(quello moltiplicatore di Schweigger),
va collegato in serie alla linea. Inoltre bisogna ruotarlo finché l’ago, che,
come in tutte le bussole, si allinea al meridiano magnetico terrestre, non
corrisponda allo zero (ossia al centro)
della scala. Se si confrontano con attenzione le tre immagini si vedrà che solo
in questo caso il piccolo magnete, perpendicolare all’indice, risulta
perfettamente parallelo ai due avvolgimenti (bobine o “orditure”). Questa condizione (di riposo) peraltro è essenziale perché la corrente avrebbe minore
influenza se l’ago magnetico si trovasse disallineato prima di essere mosso
dall’azione elettrica.
Le due matasse sono costituite da 32 spire rettangolari di filo isolato in
seta e quindi amplificano o “moltiplicano”
grosso modo di 64 volte l’effetto di
un unico conduttore percorso da corrente (vedi
bussola di Majocchi).
Ma per aumentare ulteriormente la sensibilità degli strumenti di questo tipo
bisogna renderli “astatici”
sottraendoli all’influenza del campo magnetico terrestre, e questo si può fare
almeno in due modi: avvicinando dei magneti “compensatori” o usando due aghi a polarità invertita solidali tra
loro (galvanometro di Nobili).
Successivamente l’azione contrastante del
magnetismo terrestre è stata surrogata con le cosiddette “molle antagoniste”, ma lungi dall’invischiarci nei formalismi
matematici degli infiniti strumenti di misura elettrici derivati da “bussole dei seni”, “bussole delle tangenti” e simili a noi basta capire che,
prescindendo (per il momento) dalle oscillazioni impulsive
dell’ago (che sono quelle che in
realtà contano!), in regime stazionario l’ampiezza e il segno dell’angolo
di deviazione dipendono con tutta evidenza dalla forza e dal verso della
corrente.
I due capi delle due matasse rettangolari avvolte
sul telaietto circolare di legno (foto
centrale) sono fissati a due cerchi metallici concentrici al di sotto della
custodia rotonda e appoggiati a pressione su due molle collegate ai morsetti. I
due pomelli, uno tra i morsetti e l’altro sulla periferia della bussola,
servono per escludere lo strumento (cortocircuitando
i morsetti) e per smorzare le oscillazioni dell’indice.
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