GV
17 – La giostra di Zamboni (16.5.2008)
Giostra di “Beccaria” (circa 1760) Giostra di Zamboni (1814) Giostra a batteria solare (2008)
La trasformazione dei movimenti alternativi (o armonici, pendolari, sinusoidali) in
quelli rotativi è del tutto elementare, anche in elettrostatica: nei gabinetti
scientifici, nelle aule e soprattutto nelle corti del ‘700 erano di routine arganetti,
mulinelli, “ragni” elettrici, ecc.
Dall’altalena di Beccaria (vedi GV 14),
per esempio, derivarono moltissimi caroselli o giostre, come quella splendida
qui a sinistra (dal Bakken Museum di Minneapolis, segnalatami da Paolo
Brenni).
Anche il pendolo perpetuo di Zamboni (vedi GV 3 e GV 15) fu trasformato in moto circolare, e
precisamente negli orologi (vedi GV 13) e in una giostra o “teatrino” girevole che finora ho avuto
occasione di vedere, peraltro in una fotografia di scarsissima qualità, solo ne
“Il nuovo Veronese” del 24.2.1985, che ne accenna appena. È
certo però che questo stupefacente giocattolo scientifico, di cui cerco notizie
e foto, è nato nel 1814, stante la
Nota dell’Editore apposta in calce ad un lungo ed
interessante articolo di Zamboni
apparso nel “Giornale di Brugnatelli” di quell’anno (p. 316) e che riporto testualmente:
“Appena fu
stampata la presente lettera ci recarono da Verona la notizia che il ch. Autore (cioè lo Zamboni,
n. d. c.) ha trovato il modo di ridurre
il pendolo della sua pila a muoversi circolarmente invece di fare le consuete
oscillazioni da un polo all’altro. Questo perpetuo movimento rotatorio oltre ad
essere più piacevole, fornirà mezzi meccanici anche più opportuni da applicarsi
ad altri stromenti”.
Per i non addetti ai lavori riporto anche la foto
di un giocattolo moderno ed “ecologico”,
una giostra a batterie solari o cellule fotoelettriche
(a destra, da internet), il cui
funzionamento, perpetuo e gratuito, non differisce molto da quello delle pile a
secco di Zamboni.
P. S. (17.5.2008)
Ho trovato questo cenno sul “teatrino girevole” di Zamboni
alla fine di un articolo di R. Fainelli
(preside del liceo Maffei
verso il 1980) pubblicato in Realtà
Nuova (Rotary),
1984, p. 306:
“Il
movimento non fu generato dalla corrente elettrica, allora sconosciuta, ma da
quattro pile a secco poste agli angoli di un quadrato entro il quale due aghi
orizzontali, disposti a croce e sostenuti da un perno, erano costretti a girare
perché alternativamente attratti e respinti dall’
Se ciò che non è eterno è
un ben niente
e questo ordigno mai non
si riposa
si potrà dire ch’egli
solamente
in mezzo a tanti nulla è
qualche cosa”.
P. S. (21.5.2008)
Inserisco una fotografia del teatrino-giostra di Zamboni (chiamato “balocco altalena”)
reperita in E. Penasa,
Un maestro di fisica, l’abate Giuseppe Zamboni, Mantova (circa 1931). Le pile erano alloggiate
nel vano inferiore. La quartina precedente, affissa allo sportello di tale
vano, sarebbe opera di Antonio Cesari.
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