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3 – I guanti del tic tac man (4.1.2006)
Telegrafo a braccia non è solo il “semaforo” di Chappe
discusso nel mio ignorato “Telegrafia e
lingua” (AG 14), ma è anche quello dei
sordomuti, degli agenti di borsa, dei vigili urbani che dirigono il traffico,
dei direttori d’orchestra, degli allibratori, ecc.
Presumo che tutti coloro che si sono occupati di questi
sistemi “minori” di comunicazione li
abbiano circoscritti e declassati a livello di “codice”, ma, dopo Lucidi, si possono e si debbono
riconsiderare come lingue a tutti gli effetti, con i loro slang, le loro evoluzioni e persino i loro trucchi (vedi News
su La Stangata).
Alcuni anni addietro ho fatto delle ricerche sul “tic tac man”, un personaggio ben noto in
Inghilterra, la patria delle scommesse, soprattutto ippiche. Non mi riuscì di
vedere il documentario del Mellara,
ma Giorgio
Caronna, il maggior esperto italiano del mondo degli ippodromi
anglosassoni, ebbe la generosità e il fair
play, veramente “inglese”, di
darmi molti ragguagli (anche se non seppe
spiegarmi l’etimologia della curiosa denominazione “tic tac man”).
Come documentano le foto (da internet; la centrale, molto bella, è del fotografo John Beeching)
il tic tac man è o meglio era, perché
il mestiere è in via di estinzione, una persona che comunica a gesti e in tempo
reale ai bookmakers quotazioni delle
corse e informazioni connesse, più o meno “segrete”.
Se il tic tac man fosse
sostituito da grandi monitor che dessero informazioni “in chiaro”, le saprebbero anche i giocatori, invece il gergo
incomprensibile e “fidato”, quasi
zingaresco, del tic tac man lo
capiscono solo gli allibratori, che hanno quindi più chances sulle previsioni delle corse.
Per farsi vedere anche da lontano e con le nebbie inglesi i tic tac man adoperavano guanti bianchi e
montavano su una pedana o sgabello. Anche il bookmaker allibra da uno sgabello, ma per un altro motivo, più
…ipocrita e folkloristico: sul suolo sacro d’Inghilterra le scommesse sono
vietate!