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– Un “telegrafo” coi
guanti
Già nel ‘700, prima della rana di Galvani e della
pila di Volta, si conoscevano molti
effetti fisiologici dell’elettricità statica, tra cui la trasmissione della
scossa o “commozione” elettrica
attraverso il corpo umano. Nelle corti e nelle abbazie ci si divertiva coi “baci”
elettrici o con le catene umane dei monaci del Nollet. Gli studi
successivi, ad esempio di Ohm, Pouillet, Du Bois Reymond, ecc. permisero di acquisire dati un po’
più scientifici, ad esempio che immergendo le due mani nel mercurio la
resistenza del corpo umano corrispondeva a quella di 8 leghe di filo telegrafico, mentre se si immergevano solo due dita
la resistenza saliva a 17 leghe.
L’effetto fisiologico della pila sperimentato nella News precedente ha avuto un’applicazione anche in
telegrafia, o per meglio dire in un esperimento telegrafico di gabinetto di
fisica. Si tratta dell’apparato elettrofisiologico di
Vorsselman de Heer, del
1839, descritto nel già citato trattato
del Moigno.
Le due stazioni, trasmittente e ricevente, sono identiche e
sono collegate da 10 conduttori sottilissimi (numerati da I a X, vedi disegno a destra).
Ogni stazione consiste di due tastiere che il mittente deve rispettivamente azionare con la mano destra e con la sinistra, munite però
di guanti di
isolamento.
Ogni tastiera a sua volta ha 5 tasti
superiori uniti elettricamente a 5
tasti inferiori (nonché ai fili di linea). L’unica
differenza è che pressando un tasto superiore questo va a “pescare” in un pozzetto di mercurio collegato all’elettrodo positivo del generatore (pila
+ induttore), mentre invece i tasti inferiori “pescano” nel pozzetto negativo (vedi
disegno a sinistra). Chi riceve deve tenere le dieci dita, ma senza guanti di isolamento, sulle sue due tastiere (tasti superiori o inferiori, indifferentemente).
Osservando la codifica 5
x 5 (5 file verticali a sinistra e 5
righe orizzontali a destra) delle 25 lettere dell’alfabeto, si vede
facilmente che il dispaccio veniva trasmesso e
ricevuto con una sorta di “battaglia
navale fisiologica”. Per trasmettere, ad esempio,
Pur essendo molto ingegnoso, economico, velocissimo (una vera e propria stenotelegrafia)
e, per l’inventore, addirittura competitivo col Morse, questo sistema non ebbe
sviluppo pratico. Permise però diverse preziose osservazioni sugli effetti
fisiologici dell’elettricità: nel dito in cui la corrente circola verso l’esterno la scossa è maggiore; si
possono escogitare metodi di equiparazione delle scosse di apertura e chiusura
circuito; vi sono diti più sensibili di altri; la sensibilità dei nervi è
sempre maggiore di qualsiasi galvanometro; la scossa è molto soggettiva, per
alcuni bisogna diminuire e per altri aumentare di parecchio la “slitta” induttoria,
ecc.
Intervento di Brenni (27.10.05):
Un esemplare più “spartano”
di questo telegrafo si trova al museo Boerhaave di
Leida (vedi foto, tratta da AAVV, Science in the Provinces. A descriptive catalogue of the
"Deventer" Collection,
Museum Boerhaave, Leiden, 2002).