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– L’audizione “tattile” del Malossi
Eugenio Malossi, a cui ho già accennato nella News su Colucci, fino a 6 anni era
vedente, anzi “veggente”, come si
diceva nell’ottocento. Una encefalite poi gli paralizzò e mutilò tutti i sensi
eccetto il tatto, limitandogli la vita mentale alla sola residua sensazione
muscolare. La morte lo colse nel 1930, quando non aveva ancora 40 anni.
Francesco Artusio e Domenico Martuscelli, ai primi del novecento, lo avevano
amorevolmente accolto nell’Istituto
(Principe o Colosimo) per giovani ciechi di Napoli. Da uno stato quasi “selvaggio” in cui diveniva furibondo se
qualcuno cercava di accarezzarlo passò ben presto ad una accettabile vita
sociale, anzi si rese utile con lavori di meccanica di precisione (foto a sinistra) e invenzioni per i
piccoli ciechi: guidamano, tavolette tipo Braille, una modifica ad una macchina
da scrivere (una leva che dava un segnale tattile al posto del campanello) e
soprattutto il celebre “alfabeto Malossi”,
fatto di tocchi e pizzichi sulle dita e sul palmo della
mano (disegno a destra).
Come Elena Keller
e Laura Bridgam, famose minorate
dell’ottocento, riusciva a emettere parole nel modo gutturale dei sordomuti e
sentiva le vibrazioni sonore non per via aerea ma se gli pervenivano col
contatto diretto (mano sul grammofono,
sul pianoforte, sulla gola di chi parla, sulla cupola di un cappello vibrante,
sui vetri delle finestre o dei finestrini dell’auto, ecc.) o attraverso un
intermediario (un lungo spago teso fino
ad un diapason vibrante, un filo come quello dei celebri “lettori del
pensiero”, ecc.).
La sua mano callosa sentiva i più vellutati toccamenti e gli
faceva catalogare gli uomini da come gliela stringevano. Ma le più squisite e
precise sensazioni tattili, e la direzione dei movimenti, gli provenivano dalle
piante dei piedi. Riconosceva le persone dai passi. Alla sua officina ci si
“annunciava” bussando coi piedi. Col piede sapeva ripetere ogni rumore.
Sollevato da terra non sentiva più i battiti di piedi e mani, diventava
“isolato”, ma bastava che “toccasse” terra per riacquistare le sue “forze”.