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41 – La finestrella del Gesù (3.4.2012)
Percorrendo l’attuale via Plebiscito di Roma, il tratto di
strada “papale”
(perché conduceva oltre il Tevere, a S.
Pietro) che unisce piazza Venezia e largo Argentina, si può notare un
minuscolo “finestrolo”
(di circa 25 x 50 cm, a sinistra)
sulla parete laterale della chiesa del Gesù, a circa 10 m di altezza e in corrispondenza dell’altare di S. Ignazio di Loyola, il fondatore
dell’ordine dei Gesuiti (vedi foto a
destra, mentre in rete si trovano facilmente immagini e notizie di tale chiesa
e della preziosa e monumentale cappella di S. Ignazio, progettata, nel 1695,
dal Pozzo).
Oggi questa finestrella è murata, ma per un secolo è servita per
uno – non “miracoloso” – ma “spettacolare” (nel senso barocco del termine) effetto ottico-illusionistico, non
dissimile dal ronchiano esperimento del “mazzolino di fiori” (vedi MO 76) e
dalle “levitazioni” all’epoca di gran
moda nei “cabinet of wonders”,
come ad esempio il celebre museo Kircheriano (proprio al collegio “romano” dei gesuiti, non distante dalla loro
“chiesa madre” di cui trattiamo). Come si legge (a pag. 170 e 291) in “Propaganda
and the jesuit baroque”
(vedi copertina in calce) di Evonne Levy, una storica dell’arte profonda
conoscitrice del pittore e architetto (e
soprattutto, si badi, scrittore!) Andrea
Pozzo, tale foro era in comunicazione con una nicchia nascosta dietro la nuca
della statua d’argento del santo ed era ricoperto da specchietti che,
riflettendo la luce del sole, che a loro volta ricevevano
riflessa dalle molte vetrate del dirimpettaio palazzo Altieri (foto a destra),
conferivano all’aureola di S. Ignazio
una “radiosità” (radiance) quasi “soprannaturale”.
Credo che oggi ben difficilmente si possa rifare
quest’esperienza, per così dire, “mistica”,
non solo perché la statua attuale del santo (in basso a destra) non è più di argento
puro – o “vivo” – come quella originale
(in basso a sinistra), ma soprattutto
perché, essendo illuminata dall’esterno, non può apparire irradiante o, come
detto, “radiosa”. Forse è proprio
questo concetto che Andrea Pozzo ha
voluto adombrare, o meglio “dilucidare”,
nel monogramma IHS al centro dello
specchio concavo (significativamente
scelto da Levy per illustrare la sua monografia – vedi copertina) e nelle
multiple riflessioni di luce della volta della chiesa
di S. Ignazio (annessa al citato collegio romano dei gesuiti).
Buona Pasqua.