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– Un esperimento proibito
Anni fa, visitando l’Istituto e Museo di Storia
della Scienza a Firenze, ospite di Paolo Brenni, notai l’attrezzatura per
il celebre esperimento del “mazzolino di fiori” o “bouquet magique” come lo chiama Daguin nel suo trattato di fisica
da cui è tratto il disegno qui riportato (edizione
1861, vol. IV, p. 85). Una sommaria descrizione dell’esperimento e una
bibliografia si trovano al n. 39 del ricco catalogo illustrato del Brenni “Gli strumenti di fisica dell’Istituto
Tecnico Toscano. Ottica” (Giunti, 1995).
Si tratta di una illusione ottica, non molto dissimile da
quella dei corpi in levitazione dei teatri dell’ottocento. Gli spettatori
vedono un vaso con fiori ma se provano a toccare trovano solo il vaso in quanto
i fiori sono ben nascosti all’interno del supporto e loro ne vedono solo una
immagine virtuale e quasi “olografica”.
Era stato Vasco Ronchi,
molti anni prima, nel
La “pericolosità” o la carica “sovversiva” di questo
esperimento tabù consiste, si badi molto bene, non nella faccenda dell’immagine
virtuale appena descritta, ma nel fatto ben più inquietante che il mazzolino di
fiori si vede solo se c’è un “appoggio” (vaso o cornice) in cui la psiche dello
spettatore riesce a collocarlo.