RE
39 – La Fortezza scomparsa (23.2.2012)
I due scopi dell’estate scorsa
(vedi RE 4) sono stati raggiunti: l’amico Enzo Giunta, finalmente, un mese fa, mi
ha fotografato il quadro della Fortezza di Termini (in alto, cortesia del Museo Civico Baldassarre Romano) e l’immensa,
dimenticata “cisterna dei pompieri”,
grazie alla collaborazione del dott. Antonio
Contino (un altro dei rarissimi amici
termitani) è stata almeno “ritrovata”
(vedi RE 36), assieme alla sua “gemella” del versante sud (vedi RE 34).
La prima cosa che mi colpì
appena vidi lo stupendo dipinto del De
Michele fu la scritta che si intravede, in basso a
destra, su una specie di abbeveratoio o cisterna. Condizionato dalla mia idea
che dalla via Jannelli (che, tra l’altro, prima si chiamava via Palmeri, e prima ancora via Frora)
dovesse passare l’acqua Cornelia diretta alla fontana della Piazza (vedi CA 25)
credetti di decodificarla “Termine del tubo” e ne sollecitai
immediata conferma all’autore della foto,
“altrimenti non ci avrei dormito la notte”.
L’amico Enzo però mi disilluse
subito: nell’originale la scritta, ben leggibile, è “Prima del 1860”, e fu
apposta dall’autore proprio a futura memoria della demolizione della
Roccaforte.
Ai termitani, almeno a quelli
della mia generazione, che – forse per
rimozione collettiva – non sanno o sapevano niente della storia e della
stessa esistenza della Fortezza, questa “fotografia”
svela un sacco di cose: la pasta prodotta artigianalmente in famiglia esposta
ad asciugare al sole; il telegrafo ottico di Chappe (un cenno in MO 1) in
cima alla Rocca; il forte declivio tra il muro di cinta del Castello e la
Matrice (visibile a destra); l’ancora
esistente muro di cinta della Città di via Jannelli e via Circonvallazione
Castello (vedi la foto Google Earth,
ripresa, grosso modo, dalla stessa angolazione del De Michele); la piccola
“rocca dell’orologio”, all’interno
del Bastione della Piazza, su cui un tempo si ergeva una meridiana (vedi il dottissimo saggio di A. Contino in
Speleologia iblea 12, 2006); ecc.
Ovviamente, però, quello che
più colpisce è l’imponenza della cinta o “recinto”
del nostro antico Castello, con i suoi camminamenti e le cannoniere o “troniere” ben visibili nella parte
destra, quella del tutto scomparsa o nascosta dalle case (vedi la terza foto, tratta, per gentile concessione dell’autore, da R. Nicchitta, “Da Himera a Termini
Imerese”, 2006, p. 37), e con la parte sinistra, invece, abbastanza “sopravvissuta” fino ai nostri giorni.
Per facilitare il riscontro (forse
impreciso perché fatto non con apparati topografici, ma solo con gli strumenti
della mia nostalgia imerese) tra la situazione fino all’Unità d’Italia e
quella attuale ho numerato (da 1 a 13) tutte le salienze e le rientranze, sia nel quadro di De Michele, sia nelle altre foto. Il
tratto 4-5 corrisponde al bastione della Fossola; il tratto 12-13
al bastione (o tenaglia) della
Piazza; lo spigolo 7 non esiste più, non
tanto perché resegato in altezza, ma perché
fagocitato dalla moderna strada di circonvallazione, mentre nel dipinto è
nascosto dallo sperone 8. Osservando bene il quadro
sembrerebbe anche che in corrispondenza del cantone 7,
l’unica zona dello strapiombo della Fossola accessibile agli uomini (e non alle sole capre), ci possa essere
stata una “entrata di servizio” al
Castello (riservata, chissà, alle
maestranze civili impiegate lì dentro), ma, naturalmente, non vorrei aver
preso una …”cantonata”.
Un’ultima considerazione. In
tutte le mappe riportate da Doufur (vedi RE 31)
sembrerebbe che il nostro “Fortino”
sia stato difeso da un duplice recinto, secondo le regole di fortificazione
dell’epoca (vedi G. Amico, L’Architetto prattico, vol. 2, Palermo 1750). Forse si trattava solo
di progetti, perché nell’affidabilissima mappa di Daidone (vedi AG 28)
e nel quadro di De Michele di cinta
invece ce n’è una sola. La questione è aperta, e sono certo che qualche giovane
e valente studioso termitano possa, sappia e voglia lavorarci sopra.
Integrazione 14.5.12: Questo
articolo è stato pubblicato, con qualche variante, in Espero, Rivista del
Comprensorio Termini – Cefalù – Madonie, Marzo/Aprile 2012