RE
9 – Il manuale di Colombo (29.9.2011)
Gli ingegneri di un tempo avevano due “status symbol”: regolo calcolatore nel
taschino della giacca e “Colombo” (foto a sinistra) nella tasca. Oggi il
regolo è stato soppiantato dalle calcolatrici digitali o altre “diavolerie” informatiche, mentre il
vademecum dell’ingegnere non è più né “manuale”
né tanto meno “tascabile”. Se la
prima edizione (1877) era infatti una specie di Breviario (o di Bignami) e constava
di circa 200 paginette del formato 10 x 15 cm, l’ultima edizione (la 84a, del 2003) consta di
più volumi e di migliaia di pagine.
Il capostipite dei “prontuari”
(o “aide-mémoire”,
come dicono i francesi) degli studenti di ingegneria
credo però sia stato l’altrettanto celebre (almeno
nell’ottocento) “Resistenza dei
materiali” (frontespizio a destra),
un opuscolo che Reuleaux, appena 24enne, pubblicò nel 1853 “con l’assistenza” di C. L. Moll, un suo coetaneo o, più probabilmente, un
ingegnere più anziano e più esperto. Anche tale libretto è cresciuto a
dismisura negli anni, con infinite ristampe e traduzioni (purtroppo non in italiano) – col
titolo abbreviato Der Konstrukteur
– ma fermandosi, a fine ʹ800,
alla, credo, 5a edizione di circa 1200 pagine e altrettante stupende
incisioni (alcune di queste edizioni,
compresa, parzialmente, la prima, sono reperibili in rete).
La longevità del libro dell’ingegnere – nonché imprenditore, senatore e quant’altro, vedi in rete – Giuseppe Colombo potrebbe indurre a
credere, almeno il pubblico italiano, che la sua opera sia stata “superiore” a quella di Reuleaux. Fermo restando che il manuale del Colombo è
molto ben fatto, pratico e strutturato e che il suo autore certamente ebbe a
risentire l’influenza dell’omologo tedesco (già
in circolazione da 25 anni), non foss’altro
perché era stato proprio Colombo a
tradurre in italiano l’opera principale di Reuleaux
sulla Cinematica (vedi RE 10), c’è da dire che i due “Handbook” sono, o
meglio erano, opere essenzialmente diverse.
“Prima di Reuleaux tutti i calcoli ingegneristici e i parametri
di sicurezza erano riferiti a carichi di rottura sperimentali e/o statistici. Queste condizioni furono interamente
abolite dal principio di Reuleaux che si devono introdurre le forze interne
molecolari, ossia le alterazioni di forma, che, in ogni caso, indicano se il
limite di elasticità è superato o no, e che definiscono con precisione quanto
si è vicini a tale limite. Invece
degli oscuri e insignificanti fattori di sicurezza, erano gli sforzi molecolari e i cambi di
elasticità a rivelare il vero carattere della tensione interna e della resistenza dei materiali” (Hans Zopke).
Ma più che queste divergenze di impostazione
teorica io credo che sull’alterna fortuna e il definitivo declino di Reuleaux abbiano pesato ostracismi e
incomprensioni senza fine, a cominciare dalla causa giudiziaria per plagio
intentatagli, e vinta, dal potente accademico Ferdinand Redtenbacher (vedi Moon e Bragastini, citati).