PO 4 – Il sifone galleggiante (5.10.2010)

          

Ho avuto una mezza dozzina di risposte, quasi tutte esatte, al quiz-sondaggio della News precedente.

Parlare di ramo corto e ramo lungo del sifone è fuorviante perché il sifone funziona anche con rami uguali (vedi la Fig. 27 di AG 28) e addirittura facendo uscire l’acqua del ramo più corto invece che, come si fa ordinariamente, da quello più lungo. Dall’immagine a sinistra (che è quella della News precedente, in cui il ramo corto è diventato lungo, mentre quello lungo è stato opportunamente accorciato) si vede chiaramente che quello che conta non è il dislivello tra le bocche del sifone, ma quello tra il pelo dell’acqua e l’altezza del foro di uscita.

Per avere un flusso perfettamente regolato – e indipendente dall’altezza (o battente) dell’acqua – ossia ilcorso sempre uguale” di Erone (vedi PO 3), occorre un “sifone galleggiante” (foto a destra), che si realizza facilmente saldandone un ramo (quello aspirante) ad una barchetta (eventualmente zavorrata, in modo che peschi sempre quasi a pelo d’acqua), e inserendo l’altro ramo in una guida (tubetto rosso), in modo che entrambi i rami del sifone possano seguire in sincrono le (eventuali) variazioni di livello dell’acqua.

Solo in questo sifone speciale, si badi, è indispensabile che il ramo di uscita sia più lungo di quello di ingresso, in modo che il “peso” della colonna idrica esterna sia maggiore del “contrappeso” della colonna idrica interna.

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