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21 – La danaide (5.5.2010)
Per vedere un
breve filmato cliccare sulla foto
centrale e attendere il caricamento del buffer.
Nel
corso di ricerche sulla storia delle ruote idrauliche mi sono imbattuto in una
singolare e sorprendentemente semplice turbina costruita verso il 1813 dal prolifico inventore francese Mannoury d’Ectot.
Si tratta della Danaide, così chiamata in ricordo delle mitologiche 50 figlie di Danao condannate a riempire in eterno un catino forato.
Poiché in rete, sapendo cercare, si trovano sufficienti notizie, e anche
spiegazioni approfondite, mi limiterò ad una
descrizione sommaria del “prototipo”
(poco più di un giocattolo, vedi foto e
filmato) da me costruito la scorsa estate.
Da
un tubo opportunamente sagomato esce una lama d’acqua che colpisce
tangenzialmente la parete interna di un catino di stagno libero di ruotare sul suo asse e munito di un foro di scarico centrale
(foto a sinistra).
La
massa totale dell’acqua è animata da due forze che si combattono: la gravità e
la forza centrifuga. La prima spinge l’acqua ad uscire
dal buco al fondo del catino, la seconda invece tende ad allontanarla dal
centro e, grazie all’attrito, che in questa macchina gioca un ruolo “attivo” (al contrario delle macchine ordinarie dove è una forza passiva che,
assorbendo un poco di forza viva, tende a diminuirne l’efficienza), mette
in rotazione il catino.
L’effetto
dovrebbe aumentare, fino a raggiungere rendimenti di tutto riguardo, “tramezzando” opportunamente il catino
con delle alette ad esso solidali (foto a destra) o, meglio ancora, con una
sorta di “rotore a gabbia di scoiattolo”
ideato dall’inventore (vedi sotto).