PO 14 – La vita dell’acqua (14.11.2010)

 

L’acqua, si sa, è vita. Con questa verità, indiscussa e indiscutibile, in genere si intende che l’acqua “” la vita, ma si può andare oltre: è l’acqua in se stessa ad essere “vita”, perché la sua natura è nascere, muoversi, scorrere, vivere.

L’acqua ferma, conservata, imbottigliata non si può certo considerare “morta”, come si usa dire, però lo diventa se lo stato di “fermo” si prolunga: inizia allora la stagnazione, l’impaludamento, la morte (si pensi alla sola malaria).

La foto mostra un corso d’acqua “imbrigliato” da due piccole dighe. Ad un esame superficiale si nota la “feccia” (il limo o il siciliano “lippu) o la schiuma delle due cascatelle, ma illuminati dalla luce di Poleni (vedi PO 1) si può vedere molto di più. Infatti confrontando questa immagine con quelle del “moto misto” (vedi CA 26 e CA 27) viene spontaneo e immediato definire “viva” l’acqua centrale, la sola che scorre pura e rilassata, senza nessun ostacolo sulla sua via.

Eccettuato questo sereno e privilegiato “filone” (o anche “spirito”, come si diceva una volta), tutta l’altra acqua del fiume si muove, ma non si può definire “viva” nel senso poleniano. Ovviamente non è neanche “morta”, perché scorre anche lei, e quindi si potrebbe considerare in uno “stato di tensione” o di stress, a causa della lotta che deve affrontare contro i suoi “avversari” e “carcerieri” (muraglioni, aria e impedimenti vari).

Come paragone spicciolo si può pensare al nostro stress durante gli ingorghi o, peggio, quando restiamo “imbottigliati” nel traffico.

 

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