RE 29 – Le “manovre”
di Reuleaux (11.12.2011)
Da circa un mese, come sappiamo, in Italia c’è il governo Monti che sta mettendo in atto una
dolorosa “manovra” per fronteggiare
le turbolenze finanziarie europee. L’augurio ovviamente è che il “nocchiero”, con la sua ciurma di “tecnici” dislocata ai giusti “posti di manovra”, riesca presto e bene
nella difficile impresa, ma la speranza maggiore è che il Premier, a differenza
del suo predecessore Berlusconi, “venga lasciato lavorare” e che ci si ricordi
che, come nei tram, è “vietato disturbare il manovratore”.
Insisterei sul “vietato”
perché in Italia, per prassi consolidata e per snaturamento della democrazia,
sono perseguiti “complotti segreti” (anche solo presunti!) mentre sono “leciti” “disturbi” alla luce del sole e di ogni
tipo: insulti in Parlamento (anzi “Leggimento”), offese alla bandiera, “maneggi” nei Sindacati, “contromanovre” nei Partiti, “incursioni” nel piccolo schermo (persino nel telegiornale!), ecc.
Torniamo ora a Reuleaux,
sperando che il taglio garbatamente polemico di questa breve introduzione “politica” non abbia “disturbato” più del conveniente e che,
al contrario, le metafore marinaresche possano aiutare ad addentrarci nello
studio e nelle considerazioni sui nostri “organi
di trazione” (vedi RE 19). Cominciamo a riportare due
brevi ma significativi paragrafi del non mai
abbastanza lodato “Costruttore” (4a edizione, 1890 circa):
§. 261
- Vari tipi di organi di trazione –
Mentre gli elementi di machine analizzati finora sono
in grado di “resistere” (widerstehen) a
forze di qualsiasi direzione e possono considerarsi corpi rigidi o quasi, c’è
una serie (Reihe, fila)
di elementi adatti a resistere solo alle forze di trazione mentre sono molto
cedevoli all’azione delle forze di flessione (biegenden, piegatura), compressione (stauchenden) e torsione (verdrehenden). Sono le corde (Schnüre), le funi
(Seile), i
fili metallici (Drähte),
i nastri (Bänder),
le cinghie (Gurten),
le corregge (Riemen),
le catene (Ketten):
li riassumiamo sotto la denominazione comune di “organi della forza di trazione” o, brevemente, “organi di trazione”
(Zugorgane). La loro utilizzazione è limitata a causa della menzionata loro particolare
condizione di solidità (Festigkeits);
ma mediante gli organi di trazione, di contro, è possibile assolvere a nuovi e
speciali compiti, perché l’uso di uno e dello stesso organo permette di trasmettere potenza in
direzioni mutevoli ottenendo eccellenti risultati pratici. Il valore di ciò è
accresciuto dal fatto che gli organi di trazione sono economici e non
richiedono dispendio di materiali.
§. 262
- Modi d’uso degli organi di trazione – Si devono distinguere organi di trazione “fissi” (stehende) e “correnti” (laufende). I primi sono usati per
trasportare carichi, controventare edifici, costruire macchine; ne sono esempi
i ponti sospesi, i ponti delle navi, il sartiame (Takelwerk), le
corde o gomene di traino, quelle delle funivie, ecc. Gli organi di trazione “correnti”
vengono usati nelle macchine in congiunzione (Verbindung) con
altri elementi, che gli si adattano come flessibili (bewegliche)
intermediari di forza. Si possono chiaramente distinguere tre tipi di
cooperazione con gli altri elementi della macchina, e cioè:
1) il
guidare (Leiten, dirigere)
2) l’avvolgere
(Wicklen, issare o ammainare)
3) il
trascinare (Treiben …
Non conoscendo il tedesco (e aiutandomi solo con le
versioni inglese e francese) questa mia lettura sicuramente non è
molto fedele, però posso assicurare che le stesse mie difficoltà sono state
incontrate e ammesse da tutti i traduttori, perché la lingua tedesca,
soprattutto quella “tecnica” di Reuleaux con i molti suoi neologismi,
non può essere resa da chi non capisce a fondo l’argomento
trattato (questo è il caso, ad
esempio, del verbo Treiben).
Una chiave o forse “la chiave” per capire Reuleaux credo però che possa trovarsi
nel classico testo della Royal Navy The art of
Rigging (l’edizione
del 1848 dell’Ammiraglio Biddlecombe è disponibile
integralmente in rete), un chiaro ed esaustivo repertorio di termini
marinareschi utilizzato da vari secoli in tutte le “Navi Scuola” inglesi. Ad esempio la tavola IX illustra i cavi o le “manovre”
fisse o “dormienti”, il cosiddetto Sartiame (le corde tese del disegno di sinistra), mentre la
tavola X illustra le “manovre” cosiddette correnti o “volanti”, che credo si possano
sinteticamente denominare il Cordame (le corde lasche del disegno di destra).
Rigging nel
libro citato (p. 25) indica tutti i cavi
usati per reggere gli alberi della nave ed estendere o ridurre le vele, per
cui, se non ho mal compreso, le “manovre dormienti” (standing
rigging) dovrebbero riguardare l’installazione, la messa in opera (una tantum) delle sartie, mentre le “manovre correnti” (running rigging) costituirebbero, per così dire, l’aggiustamento continuo
della velatura, una correzione o “manutenzione”
in funzione dei “capricci” meteo.
Forse, e soprattutto grosso modo, si può accostare l’inglese Rig
al tedesco anzi al reuleauxiano Zug:
in entrambi c’è l’idea di tensione, trazione abbinata a quella di manovra,
manipolazione, “manutenzione” (il latino manu tenere).