PO 3 – Il “vuoto” di Erone (1.10.2010)
A qualcuno non è “andata giù” la semplicistica spiegazione
del sifone-carrucola esposta in CA 14. Per costui, che forse ha più
dimestichezza con le cantine che con le biblioteche, la vera teoria del sifone
– com’è scritto in tutti i libri di
fisica – deriva dalla pressione atmosferica e dai suoi capricci, e il
travaso di tale “banalissima canna” non è affatto regolare, tant’è vero, conclude, che dipende,
eccome, da quanto vino è rimasto nella botte!
Evidentemente nella News citata ho
fatto troppo affidamento sull’autorità di Martin
Gardner e sulla conoscenza, presso il grande pubblico – o meglio presso il piccolo pubblico dei miei
lettori – del testo fondamentale (e
più antico) sui sifoni, la “Pneumatica”
(o Spiritalia)
di Erone Alessandrino. Per quanto
riguarda il pensiero del grande matematico americano rimedio subito con il
trafiletto di sinistra (tratto dalla nota
rivista “The Physics Teacher”, dicembre 2001), dal quale almeno si capirà
che il conosciutissimo sifone è in realtà sconosciutissimo; di Erone invece posso segnalare solo la
figura (a destra) del sifone “dal corso sempre uguale” (Teorema 3), consigliando vivamente la
lettura del testo integrale (disponibile
in rete in varie versioni, anche in italiano), che ci sarà utile per quello
che diremo appresso nonché per riferimenti futuri.
In questa News, secondo lo spirito
monotematico delle mie telegrafiche schede, mi preme sottolineare la perdurante
confusione tra il “vuoto” della
fisica, ottenibile (peraltro non
integralmente) con le campane o le macchine pneumatiche e di cui la natura
e i peripatetici (seguaci di Aristotele)
hanno “orrore”; e il “vuoto” del linguaggio e del buon senso comune
– un bicchiere vuoto, una stanza spoglia,
ecc. – e che in realtà è invece un “pieno”
di aria. Ebbene, tutte le meravigliose macchine di Erone (miriadi di sifoni,
fontane intermittenti, automi, eolipile, clessidre e organi ad acqua, motori
idraulici, ecc.) funzionano grazie alla compressione dell’aria di questo “vuoto volgare” e all’elementare
principio che per entrare acqua in un recipiente qualunque da qualche parte ne
deve poter uscire il “vuoto”, cioè
l’aria, che conteneva prima.
Concludo con uno di quei quiz
didattici che ogni tanto, dai tempi delle Morse News
(forse per la mia formazione o
deformazione professionale di insegnante), mi piace fare: il classico
sifone raffigurato nella figura seguente si può considerare una macchina “reversibile”? Cioè, in soldoni, si può
fare in modo che l’acqua entri dal ramo maggiore ed
esca da quello minore?