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– Mario Lucidi e la superstizione
Questa email è rivolta principalmente a chi (Belardi, D’Anna, Cubeddu, Dazzi, Vacca,
Coccia, ecc.) ha conosciuto personalmente il grande linguista Mario Lucidi e a chi, pur non avendolo
conosciuto, ne ha indirettamente assorbito qualche dottrina (Gambarara, Di Giovine, ecc.). Ma
principalmente è diretta a Tullio
De Mauro, allievo prediletto di Lucidi e “destinatario ideale” di queste News (vedi la 84, nota 2).
La vulgata, però, temo continui a persistere nel
convincimento, o meglio nella “credenza”, di insanabili dissapori tra chi
scrive e l’illustre docente. Le cose invece non stanno così, come già
documentato nel corso di queste News e come del resto provano anche i
chiarimenti linguistici profusimi (esplicitazione,
commutazione, burn-out, ecc.) e la “mai interrotta disponibilità” del De
Mauro nei miei confronti.
Questo ci introduce al tema di questa pagina: la
superstizione, ossia quella diffusa e ineluttabile forma di “apprendimento”
magistralmente studiata ad Harvard, negli stessi anni di Lucidi, da Skinner. Questo grande
psicologo americano studiò la superstizione dei piccioni, cioè il falso
rapporto di causa ed effetto che gli animali instauravano tra un evento casuale
e l’ottenimento di cibo. Senza entrare nei dettagli basterà ricordare la
celeberrima “teoria del rinforzo” (vedi
diagramma in alto) enunciata da questo scienziato, il “condizionamento
operante”, le “gabbie e i tasti (telegrafici!) di Skinner”, le differenze con
Pavlov, ecc., rimandando gli eventuali curiosi a qualche lavoro
divulgativo, ad esempio di Danilo
Mainardi.
Cosa c’entra Lucidi in tutto questo? Io per primo, fino a
qualche mese fa, non mi sarei mai sognato di occuparmi di superstizione, né
ancor meno che se ne fosse occupato il grande glottologo. Invece, da una
tardiva testimonianza di un altro allievo di Lucidi, il Dott. Franco
Scriattoli, ho appurato fatti che sicuramente provano l’interesse scientifico
del geniale glottologo verso questa universale forma di “apprendimento”.
Secondo Scriattoli addirittura Lucidi “era” superstizioso: ad esempio alla
vista di un carro funebre cercava di guardarlo frontalmente, perché la
posizione dietro al carro avrebbe portato sfortuna!
Ecco perchè qualche ricordo delle persone sunnominate
potrebbe gettare qualche ulteriore luce non solo sull’umanità gioiosa, sul
cuore d’oro, sul tifo accanito per l’amata Roma, sugli urli di gioia “come un
bambino” per ogni gol, ecc. di Mario Lucidi (vedi AG 4),
ma anche su suoi insospettabili interessi scientifici.