87 – Mario Lucidi e la superstizione

     

 

Questa email è rivolta principalmente a chi (Belardi, D’Anna, Cubeddu, Dazzi, Vacca, Coccia, ecc.) ha conosciuto personalmente il grande linguista Mario Lucidi e a chi, pur non avendolo conosciuto, ne ha indirettamente assorbito qualche dottrina (Gambarara, Di Giovine, ecc.). Ma principalmente è diretta a Tullio De Mauro, allievo prediletto di Lucidi e “destinatario ideale” di queste News (vedi la 84, nota 2).

La vulgata, però, temo continui a persistere nel convincimento, o meglio nella “credenza”, di insanabili dissapori tra chi scrive e l’illustre docente. Le cose invece non stanno così, come già documentato nel corso di queste News e come del resto provano anche i chiarimenti linguistici profusimi (esplicitazione, commutazione, burn-out, ecc.) e la “mai interrotta disponibilità” del De Mauro nei miei confronti.

Questo ci introduce al tema di questa pagina: la superstizione, ossia quella diffusa e ineluttabile forma di “apprendimento” magistralmente studiata ad Harvard, negli stessi anni di Lucidi, da Skinner. Questo grande psicologo americano studiò la superstizione dei piccioni, cioè il falso rapporto di causa ed effetto che gli animali instauravano tra un evento casuale e l’ottenimento di cibo. Senza entrare nei dettagli basterà ricordare la celeberrima “teoria del rinforzo” (vedi diagramma in alto) enunciata da questo scienziato, il “condizionamento operante”, le “gabbie e i tasti (telegrafici!) di Skinner”, le differenze con Pavlov, ecc., rimandando gli eventuali curiosi a qualche lavoro divulgativo, ad esempio di Danilo Mainardi.

Cosa c’entra Lucidi in tutto questo? Io per primo, fino a qualche mese fa, non mi sarei mai sognato di occuparmi di superstizione, né ancor meno che se ne fosse occupato il grande glottologo. Invece, da una tardiva testimonianza di un altro allievo di Lucidi, il Dott. Franco Scriattoli, ho appurato fatti che sicuramente provano l’interesse scientifico del geniale glottologo verso questa universale forma di “apprendimento”. Secondo Scriattoli addirittura Lucidi “era” superstizioso: ad esempio alla vista di un carro funebre cercava di guardarlo frontalmente, perché la posizione dietro al carro avrebbe portato sfortuna!

Ecco perchè qualche ricordo delle persone sunnominate potrebbe gettare qualche ulteriore luce non solo sull’umanità gioiosa, sul cuore d’oro, sul tifo accanito per l’amata Roma, sugli urli di gioia “come un bambino” per ogni gol, ecc. di Mario Lucidi (vedi AG 4), ma anche su suoi insospettabili interessi scientifici.

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