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– Dello smorzamento
Lo stenografo Lauro Cordara, in un breve e dimenticato
articolo, confessava che dopo aver rincorso “tutte le farfalle le cui ali occhieggianti
lo allettavano coi loro pomposi nomi di principi e di leggi fisicomatematiche
nei vari loro campi della meccanica razionale, della cinematica, ecc.” si
convinse che il tracciamento o la “scorrevolezza” (più che la velocità) del
segno stenografico non è assoluta, ma dipende dai segni che lo precedono e da
quelli che lo seguono. La meccanica fisiologica della scrittura, in altri
termini, è analoga a quella del ciclista che in una salita dura meno fatica e
impiega meno tempo “lasciandosi prima andar giù da una discesa che non
affrontando la rampa a piè fermo e dal fondo”.
Una “scoperta” analoga credo di averla fatta anch’io a
proposito della scrittura telegrafica, indirettamente aiutato da recenti
osservazioni di amici radiotelegrafisti sulla manipolazione dei vari tipi di
“chiavi” o tasti telegrafici (verticale,
bug, paddle, sideswiper, ecc.) e, soprattutto, sul sistema di molle (a lama, elicoidali, doppie, ecc.) e
smorzatori o ammortizzatori (damper,
Dämpfer) in essi implementati.
Da fisico ed elettrotecnico ho sempre fideisticamente
accettato analogie elettromeccaniche come quelle chiaramente esemplificate nel
disegno in intestazione (da Pohl, 1928), ritenendo che lo
smorzamento delle oscillazioni dipendesse da fattori diciamo estrinseci al sistema, gli attriti e le
resistenze ohmiche. Oggi invece ho il dubbio, se non la certezza, che le
oscillazioni rettilinee delle due molle (sistema duale o non polarizzato) si
estinguono o smorzano (peraltro rapidissimanente) – cioè non sono né persistenti, né naturali – perché le
molle sono contrapposte ed
energeticamente “in contrasto”, e non
per attriti e simili.