38 – Il pendolo di Pohl

 

 

Ai fisici il nome del tedesco R. W. Pohl è ben noto: i suoi splendidi trattati hanno avuto una ventina di edizioni, grosso modo dal 1928 al 1970, e sono stati tradotti anche in italiano. Dalla prima edizione italiana riporto la precedente figura e questo brano sul sistema di “autocomando” per evitare lo smorzamento delle oscillazioni (p. 279):

“La figura a mostra un pendolo semplice, cioè una sfera quale massa inerte appesa ad una molla. Una volta tesa quest’ultima, la sfera esegue delle oscillazioni lungo la verticale. Queste si spengono lentamente per l’attrito dell’aria. La tensione della molla nei punti di inversione del moto diventa di volta in volta minore.

Se il pendolo deve oscillare in modo continuo (non smorzato) allora bisogna con ritmo regolare elevare di nuovo al suo valore iniziale la tensione della molla. Si può realizzare ciò a mano con una funicella (fig. b). Si tende la molla ogni qual volta la sfera è arrivata al punto più basso della sua escursione.

Si può facilmente evitare l’intervento umano, inquantochè il pendolo può provvedere da sé che al momento giusto una forza tenda ogni volta la molla: la fig. c mostra la semplice esecuzione di un tale “autocontrollo”. La mano è stata sostituita dall’armatura di un elettromagnete. Il circuito viene chiuso dal pendolo ogni volta che questo raggiunge la sua posizione più bassa”

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