45 – Il Morse
celere
Malgrado i dubbi da me insinuati da anni,
c’è gente che crede ancora che il Morse è anticaglia o, peggio, una cosa
pacifica ed acquisita, su cui non c’è più niente da dire e tanto meno da
sviscerare. A costoro consiglierei di non perder tempo a leggere quest’articolo: qui siamo su un altro pianeta, il Morse celere! Chi
invece, con umiltà, pensa che c’è tanto da sapere, da capire, da imparare e
soprattutto vuole sapere, capire, imparare deve
sobbarcarsi la lettura delle 40 pagine (201-241, versione in PDF)
dell’appendice alla terza edizione del trattato di Pierpont.
Queste pagine – High-speed Appendix –, scritte da Bill
nel giugno 2001, approfondiscono molto quanto accennato nella News precedente e
possono considerarsi, credo, il testamento di Bill. Per invogliare alla lettura di cui
sopra incollo gli appunti personali che ne presi
all’inizio di quest’anno. Sarò
grato, come sempre, a chiunque mi segnali le sviste mie - non certo
quelle di Pierpont!
Per la spiegazione della fotografia vedi l’articolo di J. Farrior qui in calce.
* * *
Ed Hart imparò la telegrafia per osmosi dal suo fratello
maggiore.
Qualsiasi bambino che impara a parlare (e può udire) può imparare il CW.
Il codice Morse è un altro modo di
parlare.
A differenza degli animali noi esprimiamo i nostri bisogni
(di cibo, ecc.) in modo fluente.
Il pensiero umano è un’attività divina. All’inizio tendiamo
a pensare cose
concrete, cioè cose viste, gustate, toccate, udite e odorate. Poi però
iniziamo ad avere pensieri di cose che non hanno consistenza fisica, cose che ricordiamo o immaginiamo e impariamo a pensare ed
esprimere anche in parole questi pensieri su queste “cose” (con 6000 lingue nel
mondo).
Scrittura e imparare a leggere sono altre abilità o skill, non naturali o innate, ma rese quasi automatiche dalla pratica, come lo è il parlare.
Imparare a leggere e a scrivere comporta sforzo mentale, cosciente.
Si sono conservate per 7000 anni registrazioni scritte di
ciò che una volta si parlava.
Ma il codice Morse e gli altri codici telegrafici che cosa sono? Come si classificano?
Essi sono
più scrittura che oralità.
Sono più come un differente alfabeto o un insieme di simboli
piuttosto che una lingua in se stessa.
Lo stesso set di simboli può essere “scritto” quasi in ogni
lingua.
La maggior parte di noi oggi è così “letterata” che legge
facilmente e prontamente così come parla. Difficilmente vediamo come diverse
queste azioni.
Nel 2004 il codice Morse compie 166
anni. Come la stampa esso può parlare in ogni lingua. Usando semplici segnali o
movimenti ON-OFF o stop-start possiamo comunicare
usando qualsiasi medium (suono, tatto, luce, radio, ecc.).
Col Morse non si ha difficoltà di pronuncia o di ascolto (difetti, blesità…).
Persone paralizzate lo possono usare per parlare muovendo le
palpebre, dimenando un dito e persino controllando la respirazione.
Gente più integra lo può usare tramite la radio per parlare a
gente all’altro capo del mondo o dello spazio. Con la pratica e l’aiuto delle
moderne attrezzature di invio può essere trasmesso e
letto con le orecchie quasi alla velocità dell’ordinaria conversazione.
Può anche essere trasmesso e ricevuto automaticamente a
velocità molte volte maggiori (vedi Farrior).
Vail non comprese quale meraviglioso strumento di
comunicazione
aveva inventato nel 1838.
Nei primi tempi la telegrafia era pensata come una “scrittura a distanza”, ma ben presto gli operatori compresero, dal rumore delle
macchine che essa era una “lettura a distanza”, e si poteva conversare senza scrivere nulla.
How
then did we radio amateurs get started thinking of it as something to have to
learn to write down?
Come mai allora noi radioamatori siamo partiti pensandola
come qualcosa che dobbiamo imparare a trascrivere? Questo accade perché
trascriverla esattamente come è stata udita è la sola prova
positiva che l’abbiamo ricevuta correttamente. Questa operazione è
chiamata “copying” ed è la base, per
esempio, per ottenere le varie licenze di radioamatore.
Ma trascriviamo tutto quello che
udiamo al telefono? È stupido solo il pensarlo!
Noi comprendiamo il parlato perché è parlato come stringhe
di suoni, con ogni suono che cambia o sfuma nel
successivo, per formare parole e frasi. Noi impariamo a comprendere il codice
alla stessa maniera, ma con una differente forma di caratteri, compitati
come parole.
Questo si acquista con la pratica, e quindi somiglia alla
lettura, perché dobbiamo sapere some compitare. Questa è una difficoltà
aggiuntiva (per fortuna piccola) per i parlanti inglesi. Questo problema è
minimo per i lettori (speakers) di italiano
o spagnolo, lingue che si compitano quasi esattamente come si pronunciano.
Queste sono imbeccate per aiutarci a velocizzare il nostro
ascolto a velocità vicine al parlato.
Cap. B
Il parlato normale va da
Nel parlare normale lento inglese dobbiamo articolare circa
2,33 sillabe al secondo.
La parola media inglese è di 1,4 sillabe.
Nel Cap. D
compareremo gli apprendimenti…
Il modo giusto per imparare è essere esposti da bambini ai
caratteri come suoni individuali.
Amare il codice, accettare le nostre limitazioni.
Suggerimenti di Fred Ryan:
1) escludere il side-tone
2) non guardare lo schermo, eccetto uno
sguardo quando le dita dicono che hai fatto un errore
3) non guardare la tastiera (tastiera
cieca) in modo da evitare distrazioni e concentrarsi solo sulle dita
4) la tastiera deve solo essere
visualizzata mentalmente. Appena noi vogliamo che le dita vadano su qualche
tasto loro ci vanno. Lo stesso avviene con la tastiera di un pianoforte. Se io
guardo dove atterrano le dita il suonare mi diventa impossibile
5) migliorare la cadenza di invio, cioè
inviare ogni lettera esattamente alla stessa velocità. Se scrivo dan invece di and vuol dire che c’è un difetto di
cadenza.
Cap. C
Nastri perforati o inchiostrati a bassa velocità e inviati a
centinaia di wpm mediante un lettore di nastri.
Per i radioamatori questo sistema è costoso, comporta
ritardi ed è impraticabile.
Le prime macchine erano meraviglie meccaniche (Yeoman, Topeka…)
Verso il 1960 vennero quelle elettroniche (telescriventi,
ecc.): tutti gli spazi tra le lettere e le parole erano immessi
manualmente dall’operatore.
Nelle tastiere successive il codice dei caratteri fu
definito mediante gli spazi tra gli elementi di ogni
carattere, usando logica digitale, non mediante i segnali di start
e di stop
del tono.
Queste tastiere usavano elementi a stato solido (and/or, flip-flop, transistor) con uno shift
register a nucleo magnetico per magazzino di memoria.
Molti radioamatori progettarono di queste tastiere.
I keyer resero più facile e più
veloce trasmettere, ma il salto di qualità (per la velocità) venne dalle
tastiere.
La Codamite (del 1961) e la
tastiera di W9TO non avevano né memoria né barra spaziatrice. (Alcune avevano
solo lo spazio automatico dopo ogni lettera). Gli spazi erano fatti
dall’operatore
Nel 1974 la Curtis fu una
delle prime tastiere munite di barra spaziatrice che provvedeva alla normale
spaziatura di parola. Aveva anche una minimemoria che permetteva di battere 64
caratteri prima di inviare.
A
meter showing how many character spaces there were between typing and sending
allowed a form of “continuous” typing.
Un misuratore che mostrava quanti spazi intercaratteri
c’erano tra la battitura e la trasmissione permetteva una forma di battitura
“continua”.
Da qualche parte in questo periodo l’aggiunta di un mini
buffer di memoria rese le tastiere molto più utili e veloci (vedi QST).
Cap.
D
Ted McElroy. McDonald. Ricks W9TO progettò un keyer usando valvole.
Gary Bold lo
usò per 15 anni, poi passò al Curtis.
Bill Eitel, un profondo pensatore: il
potenziale del codice Morse per la comunicazione, usando i benefici del moderno
equipaggiamento, espande la nostra passata abilità in una maniera che non
sarebbe stato possibile immaginare. Alcuni radioamatori parlano in Morse a 100 wpm o più. Questi nuovi operatori ad alta velocità
accettano nuovi equipaggiamenti come un mezzo per migliorare la loro abilità di
operare (uno strumento) e non come una minaccia al loro status. I membri del
club 5-star raggiungono le loro velocità usando tastiere senza memoria.
Perché con i nostri più vecchi strumenti noi possiamo solo inviare
così velocemente? Questo è realmente il limite superiore delle nostre abilità
di ricezione? Non resistiamo a usare o migliori metodi operativi o
equipaggiamenti che permettono un miglior uso del Morse, semplicemente perché
abbiamo alcune vaghe “romantiche” idee sulle cose del passato.
Abbiamo dimenticato la storia dei tasti? Fermiamoci e
pensiamo ai vantaggi ottenuti in facilità e velocità quando siamo passati dal
un tasto verticale (moto su e giù) a un sideswiper, a
un bug e indi a un keyer!
Is
a keyboard something evil? La tastiera è qualcosa di diabolico?
La propria abilità di COPIARE, di buttare giù su carta è la
vera misura della propria abilità a RICEVERE? Copiare era molto importante
quando i messaggi erano a pagamento e il messaggio codificato doveva essere
registrato in modo che il messaggio poteva essere dato al destinatario in una
forma che egli poteva leggere e sapere che era accurata.
I messaggi ufficiali governativi, diplomatici e militari
richiedevano accuratezza. Ma quando consideriamo il codice Morse come mezzo di
comunicazione tra individui, non come un mezzo per trattare affari o messaggi
ufficiali, abbiamo un nuovo insieme di circostanze e benefici e mettere su
carta non è più desiderabile di quanto lo sia annotare parola per parola una
conversazione telefonica.
Questo uso del codice può diventare una sfida sia a
padroneggiare il codice e a usare l’associato disponibile moderno
equipaggiamento a velocità intorno agli 80 wpm
(per esempio in una tavola rotonda si possono trasmettere pensieri mentre si
aspetta un SSB). Si, ci possono essere delle limitazioni fisiche o mentali che
inibiscono queste velocità, ma il maggiore deterrente è la mancanza di reale
interesse.
Una volta che sei determinato a padroneggiare il codice si
troverà che praticarlo è divertente. Il punto di arrivo è la determinazione a
usare la tastiera, ed ogni altro utile equipaggiamento. BUON codice diventa
facile alle alte velocità. Buona spaziatura tende ad essere un problema, ma chi
ha pratica può superarlo.
Il club 5-Star inizialmente richiedeva 70 wpm, ma presto l’alzò a 80 wpm.
Alderman: copiare CW è uno dei grandi divertimenti di questo hobby.
Per il codice ci vuole attitudine. Molti ne parlano come di
“terribile” robaccia matematica, e sono prevenuti. Si ritengono “negati”.
Il codice è un differente modo di parlare, un secondo
linguaggio.
A 50 wpm non si leggono punti e
linee, ma vere e proprie parole.
A velocità maggiori si leggono periodi o intere frasi.
Oltre gli 80 wpm non
mi rendo conto di leggere codice, a meno che una parola principale non
sia o ortograficamente malamente sbagliata oppure realmente “maltagliata” (?) sulla tastiera. Io non mi concentro sul
codice, ma su cosa è detto. È come se un nativo americano conversasse
fluentemente in francese.
Lettori di codice – Mi dà certamente fastidio che
molti radioamatori pensano che se tu stai usando una tastiera o il tuo CW gira
sopra i 30 wpm tu devi star usando un lettore di
codice (universale attitudine negativa).
Verso il 1968 iniziai a provare a copiare il QSO di un tale
di New York che parlava per un’ora a 100 wpm ogni
notte. Mi moglie per il mio compleanno mi aveva regalato un code reader. Allora lo disprezzavo, ma quando lo usai
trovai che copiavo 55 wpm. Se saltavo una lettera o
una parola il cervello mi si gelava cercando la parola perduta: c’era quindi
una totale perdita di concentrazione. Ma con un’occhiata al lettore di codice,
io potevo vedere la parola saltata, il mio cervello era velocemente soddisfatto
e io potevo continuare con la lettura!
Allora non capii quello che realmente accadeva, ma dopo
alcuni anni mi venne in mente che non guardavo affatto (più) al lettore e
leggevo sopra 60 wpm.
In un certo senso noi siamo fortunati con i lettori di
codice (ci aiutano a superare il dosso di velocità), ma ci sono rumori di
banda…
Su questo soggetto ci sarebbero un sacco di cose da
aggiungere.
Bill Pletting. Meravigliato e intrigato la prima volta che udì il
Morse.
Fu così ossessionato dai dit
and dah che egli col dito, come
se fosse un tasto, batteva qualsiasi cosa gli capitasse (la moglie si
irritava…).
Gli venne facilissimo imparare il Morse, perché lo voleva
fare…
Anche ora Bill, quando è
lontano dal suo ricetrasmettitore, batte il codice col dito. Per lavoro imparò
altri codici (RTTY), ma nessuno lo divertiva come il Morse. Costante sfida
sulla velocità.
Harry Lewis – imparò i due Morse trovati in un libro. Non amò molto il
Morse, però la sfida era sempre accesa. Aveva problemi di salute e il Morse gli
fu d’aiuto. Si fidanzò con una graziosa collega.
Fece studi sulla psicologia dell’apprendimento del codice e
trovò:
automotivazione, dieta (Candler),
esercizio, attività inconscia, ipnosi.
(Lewis era bravisismo
a copiare senza capire, non a leggere capendo).
Altri fattori erano la ripidità
dei fronti del segnale, il pitch e il timbro.
Con un vibroplex poteva inviare
come una macchina a 45 wpm: ma prima col verticale e
poi col bug egli sviluppò un doloroso glass arm.
Quando uscirono le tastiere egli potrà trasmettere del tutto confortevolmente
con due dita. “Poiché non ho mai imparato la scrittura cieca (touch-typing)
questo è un handicap per usare la tastiera.
Con due dita posso battere fino a 55 wpm. Questa è la stessa velocità a cui
posso copiare un testo stampato, perché devo spostare del tutto velocemente i
miei occhi avanti e indietro dal testo alla tastiera. Diventando più vecchio
questo movimento avanti e indietro provoca più errori. Nelle gare posso copiare
a 55 wpm solo pochi minuti. A 60 posso leggere ma non
copiare; a 70 prendo solo poche parole.
Metodo di apprendimento dormendo (sleep-learning), senza perdita di
riposo.
Ferrel copiava a 20 wpm i gruppi di
cifre di 5 lettere.
I pattern di suono si colgono sui 13 wpm.
Copiava per il giornale di bordo.
Uso di tastiera, TV monitor e un tabellone con l’indicazione
della velocità
Leggere il codice e copiare il codice sono due operazioni del
tutto diverse.
Imparare a copiare richiede molto più tempo perché si deve
ricevere il codice con le orecchie, indi processarlo col cervello e infine
mandarlo attraverso le dita alla carta o alla mill
(macchina da scrivere).
Leggere il codice non richiede sforzo, ma copiare ad alta
velocità è stressante. Per questo prima di una gara deve fare almeno un’ora di
pratica al giorno per 5 mesi.
Una specie di vuoto mentale (psyched
up) subito prima della gara.
Il segreto per (imparare a) copiare alle più alte velocità è
aumentare sempre di più per poi tornare a una velocità più bassa, del tutto
comoda.
A 75 wpm il Morse internazionale
suona come frittura di grasso di pollo in una piastra calda (?)…
Occorre concentrarsi sulle parole e sulle frasi.
Mantenere coscientemente la concentrazione, con questo
paragone:
“se mentre leggo il giornale sto ascoltando il notiziario
radio, solo uno dei due avrà la mia attenzione. Mentre io la focalizzo su uno
sono conscio della presenza dell’altro, ma non sono del tutto consapevole dei
suoi contenuti: in realtà per me è un più o meno grande barbugliamento.
Questo parallelo non è esatto, ma questo scatto di attenzione
dall’uno all’altro fa la differenza tra leggere o considerarlo rumore di fondo.
Parole dure o insolite qualche volta sono difficili, ma in
genere non causano la perdita di concentrazione. Possono solo disorientare
momentaneamente. Le parole lunghe non causano nessun problema.
Si può ascoltare il codice o trasmetterlo pur facendo altro:
conversare, battere a macchina, risintonizzarsi.
Il Morse americano non suona bene con
Un telegrafista si trovò male perché abituato coi punti e
linee (dots and dashes) del
padre invece che in termini di suono (dit dah).
Negli anni 70 uscirono le tastiere: si andava a 80 wpm, ma capendo poco.
Sotto i 55 wpm io
costruisco la parola dalle lettere e la comprensione è fastidiosa.
Span di attenzione per tenere a mente le
lettere.
Sopra i 55 wpm
dedico poca attenzione alle lettere e dentro la mia testa mi schioccano le
parole.
Per aumentare la velocità di battitura non guardare lo schermo, eccetto un’occhiata
quando le dita ti dicono che hai fatto un errore e non guardare neanche la
tastiera.
Ciò elimina le distrazioni. La tastiera è visualizzata
mentalmente e le dita si dirigono ad andare al tasto successivo. È difficile
descriverlo, ma le dita eseguono docilmente la tua volontà. È come il suonare
il pianoforte: non guardi mai dove metti le dita. Se tu volessi vedere dove
vanno ad “atterrare le tue dita” suonare il piano sarebbe impossibile.
Chattare a 100 wpm,
tenendo le dita occupate.
Importante la cadenza: bisogna trasmettere ogni
lettera alla stessa velocità.
Se scrivo dan invece di and
vuol dire che il dito d è fuori cadenza.
Rimanere al palo, stare sul pianerottolo. I nastri sono
buoni ma è meglio praticare con un amico. Pearl Harbour.
Anche Mel sbagliò iniziando a
memorizzare il codice visualmente.
Boy Scout. Blocchi mentali. Blocchi stradali. La tastiera è
solo strumento.
Gary Bold. Per quasi un secolo la telegrafia
è stata una professione rispettata. L’arrivo dei treni era la sola fonte di notizie.
Perfino il più umile fattorino teneva il segreto
professionale.
La radiotelegrafia meno affidabile della telegrafia per
disturbi atmosferici e altre interferenze di origine umana.
L’invenzione del telefono rimpiazzò parzialmente
Farrior – Telegrafia
commerciale ad alta velocità
(vedi foto in testa a questa News –
Procurarsi D.
Spencer, My Road to Bletcheley Park).
Esistevano due tipi di “circuiti”: l’altissima velocità con nastri perforati e nastri
inchiostrati (slip) e l’alta velocità con bug e mill.
L’operatore ricevente non aveva mai la possibilità di
ascoltare il codice essendo inviato molto oltre le 45 wpm.
Servizi inviati in broadcasting ad una velocità tale che anche il più scarso
operatore poteva copiare bene.
Quindi non c’era nessun motivo pratico per gli operatori di
esasperare la loro velocità.
I vecchi circuiti “ad alta velocità” producevano slip
inchiostrate ad una velocità che manteneva occupati parecchi trascrittori. La
slip scorreva su una specie di ponte sui tasti della mill
e operatore poteva regolare la velocità con un pedale. La velocità massima
della slip era quella di battitura dell’operatore.
Un operatore allenato poteva leggere la slip più velocemente
della sua velocità di battitura continuativa. Mentre io battevo il più veloce
possibile io potevo esplorare avanti per vedere quello che sarebbe venuto, in
modo da non rimanere sorpreso da qualche parola non familiare o da un nome o da
un numero. Li avrei calcolati fuori per il momento in cui passavano sul ponte e
li avrei battuti. E tutto questo senza concentrazione cosciente, magari
pensando nel frattempo ad altre cose.
Quando iniziai la prima volta a copiare slip, essa era al di
sotto della mia più veloce velocità di battitura, perché io osservavo i punti e
le linee che costituivano i “trucchi” di ogni carattere. Però, dopo un po’ di
esperienza, cominciai a riconoscere i caratteri dalla loro apparenza senza
essere coscientemente consapevole del codice sottostante. Dopo qualche tempo
supplementare intere parole e gruppi di parole furono letti in un’occhiata. Era la stessa cosa che
leggere testi stampati, eccetto il fatto che i caratteri erano scritti in modo
diverso.
La mia “uscita” era limitata dalla mia massima velocità di
battitura.
C’è qualche analogia tra il copiare la slip e copiare il
codice: l’occhio legge la slip e l’orecchio “legge” il codice udibile. Alcune
persone possono imparare a leggere slip a velocità molto alta, così come tanta
gente può imparare a leggere testo stampato molto più rapidamente di altre.
Un limite alla velocità di lettura della slip è il fatto che
la lunghezza della parola sulla slip è maggiore della parola stampata. Per
minimizzare questo problema la velocità della slip dopo che era inchiostrata
veniva regolata per rendere i caratteri corti e pratici, per rendere le parole
più corte e più leggibili. Giusto come impariamo a leggere lo stampato, così
possiamo imparare a leggere l’apparenza dei caratteri, senza interessarci di punti e
linee.
Ecco una foto di Jack Ivy, il più veloce operatore
manuale dell’alta velocità, che trascrive slip. Trascriveva per ore alla
velocità di 80 wpm, senza fare nessun errore.
Appena la slip inchiostrata veniva dalla testina di
registrazione non veniva avvolta su una bobina, ma la si faceva cadere sul
pavimento. Un operatore andava alla testina di registrazione, afferrava
l’estremo libero della slip registrata e la raccoglieva avvolgendola
rapidamente a matassa a forma di 8 tra il pollice e il mignolo della mano
sinistra. Stracciava la matassa in un punto tra due messaggi e la portava alla
sua postazione e infilava l’inizio nel ponte, lasciando cadere tutto il resto
per terra.
I compiti degli operatori erano a rotazione:
1) al perforatore Kleinsmidt del nastro;
2) alla testina di lettura;
3) alla testina di scrittura;
4) alla mill
5) al normale tasto telegrafico
manuale.
Anche l’inserimento e l’estrazione della carta dal carrello
della mill era automatico. Un impiegato passava dalle
varie postazioni e raccoglieva i messaggi già pronti e li inoltrava al
“comando”.
Nei vecchi tempi non c’erano sfide
di velocità tra i radioamatori
La velocità di trasmissione per noi amatori era
limitata dal tipo di tasti e dalla nostra personale destrezza.
Con un verticale si raggiungevano 25 – 35 wpm
Con un bug 40 – 45 wpm
Con un keyer fino a 55 wpm, ma occorreva una tastiera, simile a quella delle
macchine da scrivere, per portarla alla velocità di battitura che poteva
superare 100 wpm.
Ora inizia la sfida: a che velocità si può leggere
(non copiare) questa roba? Fino a due decenni fa nessuno sospettava che si
poteva arrivare a 120 wpm
Per raggiungere queste mete bisogna essere motivati e amare
il codice.
Però bisogna accettare le limitazioni e le doti naturali.
L’età invece non è un problema perché il codice si può imparare quando si
impara a leggere o in vecchiaia. Se l’udito è adatto per l’ordinaria
conversazione, con o senza protesi artificiali, dovremmo essere in grado di
raggiungere la velocità di conversazione. Però sulla trasmissione siamo
limitati dai limitati movimenti delle dita.
Risolviamo ora la questione di quanto veloci. Lo scopo del
codice Morse è comunicare. Possiamo io e il mio interlocutore radio raggiungere
una certa determinata velocità? Non c’è nessun motivo di trasmettergli più
veloce di quanto egli possa confortevolmente ricevere. Questo è solo buon
senso.
Sicuramente tu ti puoi divertire a trasmettere a 20 wpm anche se puoi ricevere fino a 80 wpm.
Ma tu realmente cerchi di essere in grado di leggere a 60, 80 o 100 wpm? Se nessuno di quelli che conosci usa queste velocità,
non c’è nessuno scopo se non il piacere di farlo.
Il problema di oggi è che meno radioamatori usano il CW
perché essi non hanno imparato a goderlo o non si sforzano per ottenere utili
velocità. Fissate il vostro obiettivo…
Tom dice che l’alta velocità per lui è una cosa divertente e
non gli interessano le sfide o i contest.
Fred dice: “Trovo molto più facile capire il CW sopra i 60 wpm che sotto. Si inizia ad ascoltare il flusso del
pensiero, senza nessuna attenzione alle singole parole.
Intervento di Tata (19.6.04)
Meraviglioso, piango la mia
scarsa conoscenza della lingua inglese!
Intervento
di Luccio
(19.6.04)
Ho
terminato di leggere con molta attenzione il materiale che ha la cortesia di
seguitare ad inviarmi, e di fatto ci sono molte cose
di grande interesse anche per la storia della psicologia, a cominciare forse
dai problemi di apprendimento e dalla famosa vicenda dei plateaux
fantasma…
Intervento
di Gaeta
(19.6.04)
La Sua
dichiarata attenzione, caro Luccio, non può che lusingarmi.