45 – Il Morse celere

 

 

Malgrado i dubbi da me insinuati da anni, c’è gente che crede ancora che il Morse è anticaglia o, peggio, una cosa pacifica ed acquisita, su cui non c’è più niente da dire e tanto meno da sviscerare. A costoro consiglierei di non perder tempo a leggere quest’articolo: qui siamo su un altro pianeta, il Morse celere!  Chi invece, con umiltà, pensa che c’è tanto da sapere, da capire, da imparare e soprattutto vuole sapere, capire, imparare deve sobbarcarsi la lettura delle 40 pagine (201-241, versione in PDF) dell’appendice alla terza edizione del trattato di Pierpont.

Queste pagine – High-speed Appendix –, scritte da Bill nel giugno 2001, approfondiscono molto quanto accennato nella News precedente e possono considerarsi, credo, il testamento di Bill. Per invogliare alla lettura di cui sopra incollo gli appunti personali che ne presi all’inizio di quest’anno. Sarò grato, come sempre, a chiunque mi segnali le sviste mie - non certo quelle di Pierpont!

Per la spiegazione della fotografia vedi l’articolo di J. Farrior qui in calce.

 

* * *

 

Ed Hart imparò la telegrafia per osmosi dal suo fratello maggiore.

Qualsiasi bambino che impara a parlare (e può udire) può imparare il CW.

Il codice Morse è un altro modo di parlare.

A differenza degli animali noi esprimiamo i nostri bisogni (di cibo, ecc.) in modo fluente.

Il pensiero umano è un’attività divina. All’inizio tendiamo a pensare cose concrete, cioè cose viste, gustate, toccate, udite e odorate. Poi però iniziamo ad avere pensieri di cose che non hanno consistenza fisica, cose che ricordiamo o immaginiamo e impariamo a pensare ed esprimere anche in parole questi pensieri su queste “cose” (con 6000 lingue nel mondo).

Scrittura e imparare a leggere sono altre abilità o skill, non naturali o innate, ma rese quasi automatiche dalla pratica, come lo è il parlare. Imparare a leggere e a scrivere comporta sforzo mentale, cosciente.

Si sono conservate per 7000 anni registrazioni scritte di ciò che una volta si parlava.

Ma il codice Morse e gli altri codici telegrafici che cosa sono? Come si classificano?

Essi sono più scrittura che oralità.

Sono più come un differente alfabeto o un insieme di simboli piuttosto che una lingua in se stessa.

Lo stesso set di simboli può essere “scritto” quasi in ogni lingua.

La maggior parte di noi oggi è così “letterata” che legge facilmente e prontamente così come parla. Difficilmente vediamo come diverse queste azioni.

Nel 2004 il codice Morse compie 166 anni. Come la stampa esso può parlare in ogni lingua. Usando semplici segnali o movimenti ON-OFF o stop-start possiamo comunicare usando qualsiasi medium (suono, tatto, luce, radio, ecc.).

Col Morse non si ha difficoltà di pronuncia o di ascolto (difetti, blesità…).

Persone paralizzate lo possono usare per parlare muovendo le palpebre, dimenando un dito e persino controllando la respirazione.

Gente più integra lo può usare tramite la radio per parlare a gente all’altro capo del mondo o dello spazio. Con la pratica e l’aiuto delle moderne attrezzature di invio può essere trasmesso e letto con le orecchie quasi alla velocità dell’ordinaria conversazione.

Può anche essere trasmesso e ricevuto automaticamente a velocità molte volte maggiori (vedi Farrior).

Vail non comprese quale meraviglioso strumento di comunicazione aveva inventato nel 1838.

Nei primi tempi la telegrafia era pensata come una “scrittura a distanza”, ma ben presto gli operatori compresero, dal rumore delle macchine che essa era una “lettura a distanza”, e si poteva conversare senza scrivere nulla.

How then did we radio amateurs get started thinking of it as something to have to learn to write down?

Come mai allora noi radioamatori siamo partiti pensandola come qualcosa che dobbiamo imparare a trascrivere? Questo accade perché trascriverla esattamente come è stata udita è la sola prova positiva che l’abbiamo ricevuta correttamente. Questa operazione è chiamata “copying” ed è la base, per esempio, per ottenere le varie licenze di radioamatore.

Ma trascriviamo tutto quello che udiamo al telefono? È stupido solo il pensarlo!

Noi comprendiamo il parlato perché è parlato come stringhe di suoni, con ogni suono che cambia o sfuma nel successivo, per formare parole e frasi. Noi impariamo a comprendere il codice alla stessa maniera, ma con una differente forma di caratteri, compitati come parole.

Questo si acquista con la pratica, e quindi somiglia alla lettura, perché dobbiamo sapere some compitare. Questa è una difficoltà aggiuntiva (per fortuna piccola) per i parlanti inglesi. Questo problema è minimo per i lettori (speakers) di italiano o spagnolo, lingue che si compitano quasi esattamente come si pronunciano.

Queste sono imbeccate per aiutarci a velocizzare il nostro ascolto a velocità vicine al parlato.

 

Cap. B

Il parlato normale va da 100 a 300 wpm. Più veloce parliamo più corto è il tempo che gli organi articolatori (labbra, lingua, mascella, gola, cassa toracica) hanno di muoversi, e meno precisamente essi articolano meno è il tempo in cui possono mantenere una posizione cambiata.

Nel parlare normale lento inglese dobbiamo articolare circa 2,33 sillabe al secondo.

La parola media inglese è di 1,4 sillabe.

Nel Cap. D compareremo gli apprendimenti…

Il modo giusto per imparare è essere esposti da bambini ai caratteri come suoni individuali.

Amare il codice, accettare le nostre limitazioni.

Suggerimenti di Fred Ryan:

1)    escludere il side-tone

2)    non guardare lo schermo, eccetto uno sguardo quando le dita dicono che hai fatto un errore

3)    non guardare la tastiera (tastiera cieca) in modo da evitare distrazioni e concentrarsi solo sulle dita

4)    la tastiera deve solo essere visualizzata mentalmente. Appena noi vogliamo che le dita vadano su qualche tasto loro ci vanno. Lo stesso avviene con la tastiera di un pianoforte. Se io guardo dove atterrano le dita il suonare mi diventa impossibile

5)    migliorare la cadenza di invio, cioè inviare ogni lettera esattamente alla stessa velocità. Se scrivo dan invece di and vuol dire che c’è un difetto di cadenza.

 

Cap. C

Nastri perforati o inchiostrati a bassa velocità e inviati a centinaia di wpm mediante un lettore di nastri.

Per i radioamatori questo sistema è costoso, comporta ritardi ed è impraticabile.

Le prime macchine erano meraviglie meccaniche (Yeoman, Topeka…)

Verso il 1960 vennero quelle elettroniche (telescriventi, ecc.): tutti gli spazi tra le lettere e le parole erano immessi manualmente dall’operatore.

Nelle tastiere successive il codice dei caratteri fu definito mediante gli spazi tra gli elementi di ogni carattere, usando logica digitale, non mediante i segnali di start e di stop del tono.

Queste tastiere usavano elementi a stato solido (and/or, flip-flop, transistor) con uno shift register a nucleo magnetico per magazzino di memoria.

Molti radioamatori progettarono di queste tastiere.

I keyer resero più facile e più veloce trasmettere, ma il salto di qualità (per la velocità) venne dalle tastiere.

La Codamite (del 1961) e la tastiera di W9TO non avevano né memoria né barra spaziatrice. (Alcune avevano solo lo spazio automatico dopo ogni lettera). Gli spazi erano fatti dall’operatore

Nel 1974 la Curtis fu una delle prime tastiere munite di barra spaziatrice che provvedeva alla normale spaziatura di parola. Aveva anche una minimemoria che permetteva di battere 64 caratteri prima di inviare.

A meter showing how many character spaces there were between typing and sending allowed a form of “continuous” typing.

Un misuratore che mostrava quanti spazi intercaratteri c’erano tra la battitura e la trasmissione permetteva una forma di battitura “continua”.

Da qualche parte in questo periodo l’aggiunta di un mini buffer di memoria rese le tastiere molto più utili e veloci (vedi QST).

 

Cap. D

Ted McElroy. McDonald. Ricks W9TO progettò un keyer usando valvole.

Gary Bold lo usò per 15 anni, poi passò al Curtis.

Bill Eitel, un profondo pensatore: il potenziale del codice Morse per la comunicazione, usando i benefici del moderno equipaggiamento, espande la nostra passata abilità in una maniera che non sarebbe stato possibile immaginare. Alcuni radioamatori parlano in Morse a 100 wpm o più. Questi nuovi operatori ad alta velocità accettano nuovi equipaggiamenti come un mezzo per migliorare la loro abilità di operare (uno strumento) e non come una minaccia al loro status. I membri del club 5-star raggiungono le loro velocità usando tastiere senza memoria.

Perché con i nostri più vecchi strumenti noi possiamo solo inviare così velocemente? Questo è realmente il limite superiore delle nostre abilità di ricezione? Non resistiamo a usare o migliori metodi operativi o equipaggiamenti che permettono un miglior uso del Morse, semplicemente perché abbiamo alcune vaghe “romantiche” idee sulle cose del passato.

Abbiamo dimenticato la storia dei tasti? Fermiamoci e pensiamo ai vantaggi ottenuti in facilità e velocità quando siamo passati dal un tasto verticale (moto su e giù) a un sideswiper, a un bug e indi a un keyer!

Is a keyboard something evil? La tastiera è qualcosa di diabolico?

La propria abilità di COPIARE, di buttare giù su carta è la vera misura della propria abilità a RICEVERE? Copiare era molto importante quando i messaggi erano a pagamento e il messaggio codificato doveva essere registrato in modo che il messaggio poteva essere dato al destinatario in una forma che egli poteva leggere e sapere che era accurata.

I messaggi ufficiali governativi, diplomatici e militari richiedevano accuratezza. Ma quando consideriamo il codice Morse come mezzo di comunicazione tra individui, non come un mezzo per trattare affari o messaggi ufficiali, abbiamo un nuovo insieme di circostanze e benefici e mettere su carta non è più desiderabile di quanto lo sia annotare parola per parola una conversazione telefonica.

Questo uso del codice può diventare una sfida sia a padroneggiare il codice e a usare l’associato disponibile moderno equipaggiamento a velocità intorno agli 80 wpm (per esempio in una tavola rotonda si possono trasmettere pensieri mentre si aspetta un SSB). Si, ci possono essere delle limitazioni fisiche o mentali che inibiscono queste velocità, ma il maggiore deterrente è la mancanza di reale interesse.

Una volta che sei determinato a padroneggiare il codice si troverà che praticarlo è divertente. Il punto di arrivo è la determinazione a usare la tastiera, ed ogni altro utile equipaggiamento. BUON codice diventa facile alle alte velocità. Buona spaziatura tende ad essere un problema, ma chi ha pratica può superarlo.

Il club 5-Star inizialmente richiedeva 70 wpm, ma presto l’alzò a 80 wpm.

Alderman: copiare CW è uno dei grandi divertimenti di questo hobby.

Per il codice ci vuole attitudine. Molti ne parlano come di “terribile” robaccia matematica, e sono prevenuti. Si ritengono “negati”.

Il codice è un differente modo di parlare, un secondo linguaggio.

A 50 wpm non si leggono punti e linee, ma vere e proprie parole.

A velocità maggiori si leggono periodi o intere frasi.

Oltre gli 80 wpm non mi rendo conto di leggere codice, a meno che una parola principale non sia o ortograficamente malamente sbagliata oppure realmente “maltagliata” (?) sulla tastiera. Io non mi concentro sul codice, ma su cosa è detto. È come se un nativo americano conversasse fluentemente in francese.

Lettori di codice – Mi dà certamente fastidio che molti radioamatori pensano che se tu stai usando una tastiera o il tuo CW gira sopra i 30 wpm tu devi star usando un lettore di codice (universale attitudine negativa).

Verso il 1968 iniziai a provare a copiare il QSO di un tale di New York che parlava per un’ora a 100 wpm ogni notte. Mi moglie per il mio compleanno mi aveva regalato un code reader. Allora lo disprezzavo, ma quando lo usai trovai che copiavo 55 wpm. Se saltavo una lettera o una parola il cervello mi si gelava cercando la parola perduta: c’era quindi una totale perdita di concentrazione. Ma con un’occhiata al lettore di codice, io potevo vedere la parola saltata, il mio cervello era velocemente soddisfatto e io potevo continuare con la lettura!

Allora non capii quello che realmente accadeva, ma dopo alcuni anni mi venne in mente che non guardavo affatto (più) al lettore e leggevo sopra 60 wpm.

In un certo senso noi siamo fortunati con i lettori di codice (ci aiutano a superare il dosso di velocità), ma ci sono rumori di banda…

Su questo soggetto ci sarebbero un sacco di cose da aggiungere.

Bill Pletting. Meravigliato e intrigato la prima volta che udì il Morse.

Fu così ossessionato dai dit and dah che egli col dito, come se fosse un tasto, batteva qualsiasi cosa gli capitasse (la moglie si irritava…).

Gli venne facilissimo imparare il Morse, perché lo voleva fare…

Anche ora Bill, quando è lontano dal suo ricetrasmettitore, batte il codice col dito. Per lavoro imparò altri codici (RTTY), ma nessuno lo divertiva come il Morse. Costante sfida sulla velocità.

Harry Lewis – imparò i due Morse trovati in un libro. Non amò molto il Morse, però la sfida era sempre accesa. Aveva problemi di salute e il Morse gli fu d’aiuto. Si fidanzò con una graziosa collega.

Fece studi sulla psicologia dell’apprendimento del codice e trovò:

automotivazione, dieta (Candler), esercizio, attività inconscia, ipnosi.

(Lewis era bravisismo a copiare senza capire, non a leggere capendo).

Altri fattori erano la ripidità dei fronti del segnale, il pitch e il timbro.

Con un vibroplex poteva inviare come una macchina a 45 wpm: ma prima col verticale e poi col bug egli sviluppò un doloroso glass arm. Quando uscirono le tastiere egli potrà trasmettere del tutto confortevolmente con due dita. “Poiché non ho mai imparato la scrittura cieca (touch-typing) questo è un handicap per usare la tastiera.

Con due dita posso battere fino a 55 wpm. Questa è la stessa velocità a cui posso copiare un testo stampato, perché devo spostare del tutto velocemente i miei occhi avanti e indietro dal testo alla tastiera. Diventando più vecchio questo movimento avanti e indietro provoca più errori. Nelle gare posso copiare a 55 wpm solo pochi minuti. A 60 posso leggere ma non copiare; a 70 prendo solo poche parole.

Metodo di apprendimento dormendo (sleep-learning), senza perdita di riposo.

Ferrel copiava a 20 wpm i gruppi di cifre di 5 lettere.

I pattern di suono si colgono sui 13 wpm.

Copiava per il giornale di bordo.

Uso di tastiera, TV monitor e un tabellone con l’indicazione della velocità

Leggere il codice e copiare il codice sono due operazioni del tutto diverse.

Imparare a copiare richiede molto più tempo perché si deve ricevere il codice con le orecchie, indi processarlo col cervello e infine mandarlo attraverso le dita alla carta o alla mill (macchina da scrivere).

Leggere il codice non richiede sforzo, ma copiare ad alta velocità è stressante. Per questo prima di una gara deve fare almeno un’ora di pratica al giorno per 5 mesi.

Una specie di vuoto mentale (psyched up) subito prima della gara.

Il segreto per (imparare a) copiare alle più alte velocità è aumentare sempre di più per poi tornare a una velocità più bassa, del tutto comoda.

A 75 wpm il Morse internazionale suona come frittura di grasso di pollo in una piastra calda (?)…

Occorre concentrarsi sulle parole e sulle frasi.

Mantenere coscientemente la concentrazione, con questo paragone:

“se mentre leggo il giornale sto ascoltando il notiziario radio, solo uno dei due avrà la mia attenzione. Mentre io la focalizzo su uno sono conscio della presenza dell’altro, ma non sono del tutto consapevole dei suoi contenuti: in realtà per me è un più o meno grande barbugliamento.

Questo parallelo non è esatto, ma questo scatto di attenzione dall’uno all’altro fa la differenza tra leggere o considerarlo rumore di fondo.

Parole dure o insolite qualche volta sono difficili, ma in genere non causano la perdita di concentrazione. Possono solo disorientare momentaneamente. Le parole lunghe non causano nessun problema.

Si può ascoltare il codice o trasmetterlo pur facendo altro: conversare, battere a macchina, risintonizzarsi.

Il Morse americano non suona bene con la nota CW. Clicker = telegrafo giocattolo.

Un telegrafista si trovò male perché abituato coi punti e linee (dots and dashes) del padre invece che in termini di suono (dit dah).

Negli anni 70 uscirono le tastiere: si andava a 80 wpm, ma capendo poco.

Sotto i 55 wpm io costruisco la parola dalle lettere e la comprensione è fastidiosa.

Span di attenzione per tenere a mente le lettere.

Sopra i 55 wpm dedico poca attenzione alle lettere e dentro la mia testa mi schioccano le parole.

Per aumentare la velocità di battitura non guardare lo schermo, eccetto un’occhiata quando le dita ti dicono che hai fatto un errore e non guardare neanche la tastiera.

Ciò elimina le distrazioni. La tastiera è visualizzata mentalmente e le dita si dirigono ad andare al tasto successivo. È difficile descriverlo, ma le dita eseguono docilmente la tua volontà. È come il suonare il pianoforte: non guardi mai dove metti le dita. Se tu volessi vedere dove vanno ad “atterrare le tue dita” suonare il piano sarebbe impossibile.

Chattare a 100 wpm, tenendo le dita occupate.

Importante la cadenza: bisogna trasmettere ogni lettera alla stessa velocità.

Se scrivo dan invece di and vuol dire che il dito d è fuori cadenza.

Rimanere al palo, stare sul pianerottolo. I nastri sono buoni ma è meglio praticare con un amico. Pearl Harbour.

Anche Mel sbagliò iniziando a memorizzare il codice visualmente.

Boy Scout. Blocchi mentali. Blocchi stradali. La tastiera è solo strumento.

Gary Bold. Per quasi un secolo la telegrafia è stata una professione rispettata. L’arrivo dei treni era la sola fonte di notizie.

Perfino il più umile fattorino teneva il segreto professionale.

La radiotelegrafia meno affidabile della telegrafia per disturbi atmosferici e altre interferenze di origine umana.

L’invenzione del telefono rimpiazzò parzialmente la telegrafia. Skilled operators. Falsi allarmi.

 

 

Farrior – Telegrafia commerciale ad alta velocità

(vedi foto in testa a questa News – Procurarsi D. Spencer, My Road to Bletcheley Park).

Esistevano due tipi di “circuiti”: l’altissima velocità con nastri perforati e nastri inchiostrati (slip) e l’alta velocità con bug e mill.

L’operatore ricevente non aveva mai la possibilità di ascoltare il codice essendo inviato molto oltre le 45 wpm. Servizi inviati in broadcasting ad una velocità tale che anche il più scarso operatore poteva copiare bene.

Quindi non c’era nessun motivo pratico per gli operatori di esasperare la loro velocità.

I vecchi circuiti “ad alta velocità” producevano slip inchiostrate ad una velocità che manteneva occupati parecchi trascrittori. La slip scorreva su una specie di ponte sui tasti della mill e operatore poteva regolare la velocità con un pedale. La velocità massima della slip era quella di battitura dell’operatore.

Un operatore allenato poteva leggere la slip più velocemente della sua velocità di battitura continuativa. Mentre io battevo il più veloce possibile io potevo esplorare avanti per vedere quello che sarebbe venuto, in modo da non rimanere sorpreso da qualche parola non familiare o da un nome o da un numero. Li avrei calcolati fuori per il momento in cui passavano sul ponte e li avrei battuti. E tutto questo senza concentrazione cosciente, magari pensando nel frattempo ad altre cose.

Quando iniziai la prima volta a copiare slip, essa era al di sotto della mia più veloce velocità di battitura, perché io osservavo i punti e le linee che costituivano i “trucchi” di ogni carattere. Però, dopo un po’ di esperienza, cominciai a riconoscere i caratteri dalla loro apparenza senza essere coscientemente consapevole del codice sottostante. Dopo qualche tempo supplementare intere parole e gruppi di parole furono letti in un’occhiata. Era la stessa cosa che leggere testi stampati, eccetto il fatto che i caratteri erano scritti in modo diverso.

La mia “uscita” era limitata dalla mia massima velocità di battitura.

C’è qualche analogia tra il copiare la slip e copiare il codice: l’occhio legge la slip e l’orecchio “legge” il codice udibile. Alcune persone possono imparare a leggere slip a velocità molto alta, così come tanta gente può imparare a leggere testo stampato molto più rapidamente di altre.

Un limite alla velocità di lettura della slip è il fatto che la lunghezza della parola sulla slip è maggiore della parola stampata. Per minimizzare questo problema la velocità della slip dopo che era inchiostrata veniva regolata per rendere i caratteri corti e pratici, per rendere le parole più corte e più leggibili. Giusto come impariamo a leggere lo stampato, così possiamo imparare a leggere l’apparenza dei caratteri, senza interessarci di punti e linee.

Ecco una foto di Jack Ivy, il più veloce operatore manuale dell’alta velocità, che trascrive slip. Trascriveva per ore alla velocità di 80 wpm, senza fare nessun errore.

Appena la slip inchiostrata veniva dalla testina di registrazione non veniva avvolta su una bobina, ma la si faceva cadere sul pavimento. Un operatore andava alla testina di registrazione, afferrava l’estremo libero della slip registrata e la raccoglieva avvolgendola rapidamente a matassa a forma di 8 tra il pollice e il mignolo della mano sinistra. Stracciava la matassa in un punto tra due messaggi e la portava alla sua postazione e infilava l’inizio nel ponte, lasciando cadere tutto il resto per terra.

I compiti degli operatori erano a rotazione:

1) al perforatore Kleinsmidt del nastro;

2) alla testina di lettura;

3) alla testina di scrittura;

4) alla mill

5) al normale tasto telegrafico manuale.

Anche l’inserimento e l’estrazione della carta dal carrello della mill era automatico. Un impiegato passava dalle varie postazioni e raccoglieva i messaggi già pronti e li inoltrava al “comando”.

Nei vecchi tempi non c’erano sfide di velocità tra i radioamatori

La velocità di trasmissione per noi amatori era limitata dal tipo di tasti e dalla nostra personale destrezza.

Con un verticale si raggiungevano 25 – 35 wpm

Con un bug 40 – 45 wpm

Con un keyer fino a 55 wpm, ma occorreva una tastiera, simile a quella delle macchine da scrivere, per portarla alla velocità di battitura che poteva superare 100 wpm.

Ora inizia la sfida: a che velocità si può leggere (non copiare) questa roba? Fino a due decenni fa nessuno sospettava che si poteva arrivare a 120 wpm

Per raggiungere queste mete bisogna essere motivati e amare il codice.

Però bisogna accettare le limitazioni e le doti naturali. L’età invece non è un problema perché il codice si può imparare quando si impara a leggere o in vecchiaia. Se l’udito è adatto per l’ordinaria conversazione, con o senza protesi artificiali, dovremmo essere in grado di raggiungere la velocità di conversazione. Però sulla trasmissione siamo limitati dai limitati movimenti delle dita.

Risolviamo ora la questione di quanto veloci. Lo scopo del codice Morse è comunicare. Possiamo io e il mio interlocutore radio raggiungere una certa determinata velocità? Non c’è nessun motivo di trasmettergli più veloce di quanto egli possa confortevolmente ricevere. Questo è solo buon senso.

Sicuramente tu ti puoi divertire a trasmettere a 20 wpm anche se puoi ricevere fino a 80 wpm. Ma tu realmente cerchi di essere in grado di leggere a 60, 80 o 100 wpm? Se nessuno di quelli che conosci usa queste velocità, non c’è nessuno scopo se non il piacere di farlo.

Il problema di oggi è che meno radioamatori usano il CW perché essi non hanno imparato a goderlo o non si sforzano per ottenere utili velocità. Fissate il vostro obiettivo…

Tom dice che l’alta velocità per lui è una cosa divertente e non gli interessano le sfide o i contest.

Fred dice: “Trovo molto più facile capire il CW sopra i 60 wpm che sotto. Si inizia ad ascoltare il flusso del pensiero, senza nessuna attenzione alle singole parole.

 

Intervento di Tata (19.6.04)

Meraviglioso, piango la mia scarsa conoscenza della lingua inglese!

 

Intervento di Luccio (19.6.04)

Ho terminato di leggere con molta attenzione il materiale che ha la cortesia di seguitare ad inviarmi, e di fatto ci sono molte cose di grande interesse anche per la storia della psicologia, a cominciare forse dai problemi di apprendimento e dalla famosa vicenda dei plateaux fantasma…

 

Intervento di Gaeta (19.6.04)

La Sua dichiarata attenzione, caro Luccio, non può che lusingarmi.

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