23 - Cicale, cicalini e cicaloni

 

   

 

Qualsiasi tecnico elettronico conosce i cicalini piezoelettrici, detti anche buzzer, e qualsiasi elettricista ha certamente montato cicaline o ronzatori, per esempio in citofoni, clacson e simili.

L’origine di tali apparati, solo apparentemente semplici, risale alla metà dell’800, quando era disponibile solo la corrente continua (delle pile a liquido). Furono chiamati cicale elettriche (in francese ronfleur) per il ronzio che somigliava appunto al cicaleccio o alle trombette-giocattolo (ad ancia vibrante).

Un’applicazione specifica l’ebbero in telegrafia (soprattutto in Europa), in sostituzione dei sounder o dei successivi (e più costosi) oscillatori elettronici (oscillofoni), prima a lampada (valvola termoionica) e poi a transistor.

Il vibratore a cicala del disegno, tolto dal Manisco, ha preparato legioni di telegrafisti, ed anche radiotelegrafisti, all’epoca dei primi apparati a scintilla. Spesso veniva montato al centro di una grande tromba (cicalone o alto-sonante) per poter irradiare il suono in un’intera aula. Una foto di tale apparato si intravede nell’album del maestro Aliani.

Alcuni erano muniti di una vite di regolaggio agente su una lamina a molla (vedi disegno) per correggerne o “rettificarne” qualche instabilità.

Il ruolo della molla, come vedremo in una prossima News, era però essenziale solo nelle suonerie (a trembleur).

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