ME 5 – L’elettrotono di Faraday (12.1.2007)

    

Un lettore della News precedente mi chiede cosa significa “corrente faradica”. È semplicemente la corrente indotta, chiamata anche faradica in onore di Michele Faraday che la scoprì nel 1831.

Per molti, mi auguro la stragrande maggioranza, il disegno d’apertura sarà superfluo; per qualcuno invece potrebbe essere utile, assieme alla relativa animazione (da questo sito tedesco), scoprire l’accoppiamento induttivo o “azione a distanza” tra due avvolgimenti (primario e secondario) su un anello di ferro dolce (nella foto a sinistra si vede quello originale usato da Faraday): chiudendo l’interruttore l’ago magnetico (di una normale bussola) fa un guizzo a sinistra, aprendolo a destra. Aggiungo ora, per i colti o “dotti”, una considerazione spero meno banale.

Tra i predetti stati variabili iniziale e finale, o “periodi transitori” come sono anche definiti, al primario, ovviamente, “continua” a circolare corrente “continua” (o “voltaica”), mentre nessuna corrente sensibile agli strumenti, né ai sensi umani, si rileva al secondario. Tuttavia Faraday non escluse che in tale conduttore, come del resto in uno fermo davanti ad un polo di una calamita, ci fosse uno stato di tensione, di stiramento o “di violenza”, diciamo “dissimulato”, che chiamò “elettrotonico”. In fisica, per quello che ne so, tale concetto di elettrotono è abbandonato, mentre circola molto in elettrofisiologia (faradizzazione, franklinizzazione, galvanizzazione, elettricità animale, magnetismo animale, tetanizzazione, ecc.), non saprei dire con quanta efficacia.

P. S. - L’Atomo AG 21, di prossima uscita (e per la quale rinnovo gli appelli di consulenza e collaborazione), riguarderà la disputa “scientifica” (vedi ME 3) tra Melloni e Faraday:

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