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19 – Una “corrente” di 220 Volt
(29.1.2007)
“Il
Melloni giustamente mostrò quanto questo fatto importante della eguaglianza di
velocità delle correnti di varia tensione sia incompatibile col significato
generalmente attribuito alla denominazione di quantità, e tensione, e quanto, al contrario, sia in armonia colla
opinione di coloro i quali suppongono le correnti elettriche analoghe alle
vibrazioni dell’aria sotto l’azione de’ corpi sonori” (vedi AG 20, p.
39).
L’espressione così comune “corrente di 220 Volt” è sbagliata, sbagliatissima perché la “corrente” si misura in Ampere, mentre è la “tensione” che si misura in Volt. Quante volte ho corretto ai miei
alunni questa improprietà di linguaggio sia comune, sia soprattutto tecnico!
Ricordo poi che se mi capitava di fare qualche
supplenza nella classe del mio collega Maranelli,
provavo disappunto per il fatto che i ragazzi sistematicamente chiamavano “intensità” la corrente. Mentre i miei
alunni, come tutti, erano abituati a dire, mettiamo, “una corrente” di 3,5 Ampere,
gli allievi di Maranelli dicevano “un’intensità” di 3,5 Ampere e questa espressione mi pareva un po’ snob, mi suonava
male perché vi avvertivo una tautologia, come se si dicesse: 3,5 Ampere è l’intensità dell’intensità.
Oggi però, ex
cathedra (in ogni senso…), sarei
meno severo sia perché l’espressione “intensità”
è mutuata dall’inglese “intensity” (tanto è vero che il simbolo internazionale
della corrente è I), sia soprattutto
perché, anche grazie a Melloni, ho
scoperto che agli albori dell’elettrotecnica, quando ancora non esisteva la legge di Ohm (vedi News
precedente), quando si parlava solo di “quantità” e “tensione”,
se non semplicemente di “forza” della
corrente, e quando la resistenza elettrica si misurava in km (di filo telegrafico),
i termini “tensione”
e “intensità” erano sinonimi, come si evince dal
quadro sinottico dei collegamenti delle pile (o “elettromotori”) in testa a questa News.
In
definitiva, e paradossalmente, “corrente”
e “tensione” erano, o sono, la stessa
cosa!