MA
11 – La bussola di Marianini (6.5.2007)
Penso, anzi spero, che la lettura di questo brano,
del 1827, con cui il fisico Marianini
(vedi foto) inizia a descrivere il
suo “Nuovo galvanometro moltiplicatore”
possa destare un interesse pari a quello che ha suscitato in me:
“Tutti i fisici che
ripeterono la bella esperienza dell’Oersted relativa all’azione
dell’elettricità sulle calamite, conobbero che l’ago magnetico potevasi
impiegare come strumento misuratore dell’energia delle correnti elettriche: ed
il valentissimo Schweiger riflettendo che il filo
metallico congiungente gli estremi di un elettromotore esercitava in qualunque
suo tratto un’azione eguale sulla calamita, ebbe prima d’ogni altro la felice
idea di ripiegare molte volte il filo congiuntivo al di sopra e al di sotto
della calamita stessa per accrescerne l’effetto. E siccome un ago magnetico
fornito d’un semplice filo metallico che passa al di
sopra o al di sotto di esso fu detto voltimetro o galvanometro, così lo stromento
schweigeriano venne appellato voltimetro o
galvanometro moltiplicatore.
Desideroso di dar maggiore estensione ad alcune esperienze,
intorno alle quali ebbi più volte l’onore di trattenere questa dotta adunanza [l’Ateneo Veneto – N. d. C.], mi procacciai
l’anno scorso da Milano uno di siffatti moltiplicatori. Accintomi peraltro alle
sperienze, non tardai a conoscere che di poco egli superava i galvanometri
semplici [del tipo della bussola di Majocchi
– N. d. C.] da me usati: e riflettendo alla
costruzione di quello stromento mi è sembrato di rilevare: 1° - Che il filo
metallico impiegato in esso non fosse disposto in guisa da produrre tutto
l’effetto, che per esso sarebbesi potuto; 2° - Che in
generale tale congegno non poteva riuscire il più adattato ove si trattasse di
osservazioni richiedenti qualche esattezza”.
Stefano
Marianini,
allievo di Volta e difensore della sua
“teoria del contatto” contro i
fautori della “teoria chimica”, è “considerato” – ma qui come non mai le
virgolette sono d’obbligo – come il vero scopritore delle leggi normalmente
attribuite a Ohm o a Pouillet. In ogni
caso i suoi contributi alla galvanometria (Re-elettrometro, Roometro a filo incrocicchiato,
ecc.), per quanto “datati”, sono ancora
didattici, e questo è quello che conta.
Secondo Marianini
la disposizione del “moltiplicatore di Schweigger”
(vedi MA 10) non era la più opportuna, perché
l’elettricità esercita un’azione diretta sul magnete solo nel primo istante, mentre quando l’ago
comincia a deviare tutte quante le porzioni del filo vi esercitano un’azione
obliqua e ridotta. Quindi dispose il “filo
congiuntivo” con una “orditura” a
raggi (vedi disegno) in modo che
tutte le porzioni del filo si incrociassero al centro, per
cui in qualunque posizione dell’ago c’era sempre un tratto di filo che lo
influenzava direttamente.
Anche se la storia e la tecnica l’hanno bocciata
la “soluzione Marianini” dei problemi
oerstediani rimane, ripeto, istruttiva, istruttivissima.
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