2 - Il telefono di Bell
Mentre le Morse News riguardano
interventi orientati alla telegrafia questa
sezione Lucidi
News conterrà contributi linguistici orientati verso la telefonia,
con l’ovvia riserva che la separazione non potrà essere netta perché questi due
campi della fonetica sono sovrapponibili (vedi Telegrafia e Lingua, cap.
10).
Oggi “telefonia” è un termine con spettro semantico estremamente vasto (e, soprattutto, vago) e poiché nel
prosieguo si farà spesso riferimento al telefono di Graham Bell (1876,
vedi immagine) conviene per prima cosa rileggere e meditare questo articolo
del prof. Youmans, apparso in Popular Science Monthly (marzo 1878) e in Journal of the Telegraph (16 aprile 1878), sull’orecchio e sulla
lingua “di ferro”.
(tralascio l’analisi strettamente fisica dell’apparecchio sia perché semplicissimo
e notissimo, sia perché in rete si possono trovare spiegazioni ad ogni
livello).
Quando cominciamo a
usare un telefono per la prima volta in questa esperienza c’è un senso di
stranezza, quasi di stoltezza. Non è dignitoso parlare senza un ascoltatore e
sembra assurdo rivolgersi ad un pezzo di ferro, tuttavia dobbiamo rispettare di
più questo metallo perché esso non
è affatto sordo. Il diaframma del telefono, la sua sottile piastra di
ferro, è sensibile a tutte le delicate sfumature di suono come il timpano del
vivente. Questo non dipende dalla sottigliezza della lamina metallica perché
anche una spessa piastra da caldaia capta e trasmette i moti delle particelle
d’aria in tutti i gradi della loro sottigliezza. E non
solo essa fa le stesse cose del timpano, ma ne fa enormemente maggiori: il
grosso, morto metallo si rivela nei fatti un centinaio di volte più vivo del
meccanismo fisiologico della fonazione e dell’audizione. Non è un’esagerazione: per
velocità, accuratezza e persino “afferrabilità” l’apparato fisiologico non
può competere con la perfezione della “capacità
sensitiva” del metallo.
Noi parliamo della proverbiale
“velocità del pensiero”, ma il telefono “pensa” più
velocemente del meccanismo nervoso. Si pronunci una parola per farla ripetere
da qualcuno, il telefono la udrà e la dirà a centinaia di miglia di distanza in
1/10 del tempo che sarebbe necessario ad un ascoltatore per pronunciarla. Date
ad un uomo una serie di una mezza dozzina di note da ripetere, ed egli non
potrà ripeterle accuratamente neanche a costo della
vita. Ma la lamina di ferro le prende e le trasmette all’altra lamina lontana
centinaia di chilometri che le canta con assoluta
precisione e istantaneamente. La macchina umana può udire e riprodurre, alla
sua modesta maniera, solo una singola serie di note, mentre l’orecchio di ferro
del telefono ripete interi accordi e sequele di musica e, inviandoli col lampo
attraverso il filo, la sua lingua di ferro li emetterà in perfetta relazione di armonia.