GV
21 – Contrazione o Ritrazione? (25.5.2008)
Da due secoli si discetta se la celeberrima rana
di Galvani sia un semplice
elettroscopio o galvanoscopio come sosteneva Volta oppure un vero
elettromotore che genera la cosiddetta “corrente
propria della rana”, come sostenevano Galvani
e i suoi discepoli Valli, Aldini, ecc.
Riallacciandomi alla News
precedente credo che anche, anzi soprattutto in questo caso, un
grosso contributo a tale bisecolare querelle
scientifica può venire da internet.
Digitando su Google le
parole RANA GALVANI CONTRAZIONE si ottengono circa 900 uscite, mentre sostituendo CONTRAZIONE con RITRAZIONE non c’è quasi nessuna uscita significativa. Ne
segue che finora non si è molto studiato il fenomeno della contrazione della
zampa della rana in termini di “riflesso
psico- o fisiogalvanico”.
Si cominci ad osservare l’animazione, tratta da
un sito tedesco di Fisica per bambini (tenendo conto che è attiva solo all’apertura
della pagina). Allo “stimolo”
costituito dal contatto della zampa con la piastra d’argento (collegata a sua volta, tramite un filo di
ottone, al nervo della rana) segue, come “reazione”, la “ritrazione” – più che la “contrazione” – del muscolo, seguita dal suo successivo rilassamento, e così di
seguito (presumo che la lentezza del
ciclo sia dovuta alla tenera età dei destinatari del sito, perché sicuramente
tale riflesso galvanico deve essere molto più “pronto”).
Reazioni simili sono frequenti in natura, si
pensi al vermetto che toccato si appallottola o allo stupefacente fenomeno
della “mimosa sensibile” (o “pudica”) che chiude le foglie quando
viene toccata col dito (vedi questo sito
e soprattutto il filmato
che contiene).
Proseguendo lo studio dell’elettrostatica e del
pendolo di Zamboni (vedi GV 3 e GV 15)
vedremo che anche le cariche elettriche, dopo il contatto, si “tirano indietro”, si ritraggono (rinculo, reculer, retrahere) da una
situazione di “disturbo” che minaccia
la loro “normalità”.
Tornando brevissimamente a quanto detto nella News precedente la “ritrosia” a visitare il mio sito può essere dovuta al fatto che
anch’esso viene percepito – erroneamente,
garantisco! – con una sensazione, più o meno vaga o cosciente, di disturbo,
di disagio.
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