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1 – Il Galvanismo (15.4.2008)
Questa nuova serie di schede storico-scientifiche
continua la precedente
nel recupero del Beccaria, ed è
intitolata a Galvani sia per “par condicio”, sia perché cercherà di
portare anche qualche contributo alla celeberrima disputa scientifica tra Volta e Galvani.
Il termine “Galvanismo”,
coniato da Volta con riferimento
all’elettricità animale (quella della
rana, per capirci) del suo rivale, oggi è desueto quasi quanto quello di “Elettricismo” coniato da Beccaria. I rapporti, intrecciatissimi,
tra galvanismo ed elettricità comune terminarono, come è noto, con l’invenzione
della pila (1800) e la vittoria di Volta fu così schiacciante che per
trent’anni, fino alla sua morte (1827),
nessuno osò più parlare di galvanismo (si
veda questo
sito per il bicentenario della morte di Galvani).
Successivamente però, anche per merito di Matteucci, Nobili, Du Bois Reymond e altri,
Galvani tornò prepotentemente alla
ribalta, prendendosi la rivincita su Volta
perché la pila, specie all’estero, veniva chiamata “coppia galvanica” piuttosto che “coppia voltaica”. Significativo, a questo proposito, è il fatto che
Oersted, nel 1820, scoprì l’elettromagnetismo usando non la pila di Volta, ma un apparecchio “galvanico” di sua ideazione; e più
significativo ancora il fatto che nella traduzione italiana della sua memoria (vedi ME 6),
per deferenza all’ancora vivente patrizio comasco, fu invece scritto “pila di Volta”.
Il termine “Galvanismus”
in particolare prese piede nella scuola tedesca (basti pensare al monumentale trattato del Wiedemann), indicando
quella parte della fisica che nei nostri testi moderni va sotto il nome di “corrente continua”, “legge di Ohm”, ecc. (vedi trafiletto in alto a sinistra, dalla
Electricity del Ferguson, 1871).
In Italia, come accennato, il termine galvanismo
ormai ufficialmente è usato solo in contesti storici, per indicare
l’elettricismo o il magnetismo animale, ma nel parlato comune e nel gergo
tecnico vi sono infiniti suoi derivati, a cominciare dal comune galvanometro (o amperometro, vedi foto di apertura), strumento che misura la “corrente elettrica”, cioè quel “fluido galvanico” sopravvissuto, per
così dire a furor di popolo, ai fluidi rivali, il vitreo e il resinoso, di cui
abbiamo abbastanza parlato nelle Beccaria
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A chi, alla mia conclamata simpatia e parzialità
per Galvani, obbiettasse che l’altro
strumento principe dell’elettricità è il voltmetro
risponderei che questo strumento è chiamato così non come tributo inconscio a Volta, ma perché l’unità di misura
internazionale della tensione è il Volt.
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