GA
47 – Le palette magiche (20.3.2006)
Repetita iuvant e allora torno, a
beneficio della gran maggioranza dei miei lettori digiuni di telegrafia, sulla
faccenda della manipolazione Morse adombrata, per ultimo, nella News GA
31, Il pomello di Buccola.
Quello qui raffigurato è un moderno tasto Morse,
detto “orizzontale” in
contrapposizione a quelli classici “verticali”
di cui ci siamo sempre occupati finora (ad
eccezione, mi pare, del “sideswiper”, un altro tasto orizzontale, ma molto meno
diffuso – vedi MO 86).
È stato costruito da un hobbista russo, Valery RA1AOM di San Pietroburgo, che mi ha
pregato di farlo conoscere. Ma anche in Italia, come del resto in tutto il
mondo (vedi in rete), vi sono
abilissimi artigiani e radioamatori che si cimentano nella costruzione, sempre
più rifinita, tecnicamente ed esteticamente, di questi veri e propri “gioielli”.
Considerato che il Morse è “fonetica” mi piace definire questi tasti come dei “microfoni” ai quali si “parla” con la mano (vedi “La mano parlante”, AG 15, cap. 4). E più esattamente “toccando” al volo, con escursioni
microscopiche e per tempi altrettanto infinitesimi o “buccoliani”, con soli pollice e indice (diteggiatura o fingering),
le due palette triangolari (paddle),
che generano punti, linee o sequenze prestabilite, e che, con tutta evidenza,
corrispondono al “pomello” del
classico “verticale” Morse.
Senza entrare nei dettagli basterà dire che i
radioamatori che li usano e/o li costruiscono pongono estrema cura in tutti i
particolari (stabilità, tensione delle
molle, ossidazione dei contatti, polvere, cromature, lavorazione a specchio,
quasi alla ronchiana “perfezione ottica”, ecc.) e da sempre dibattono sulla
vera e propria “magia” o “feeling tattile” di queste palette (vedi questo interessantissimo forum).
Una ripresa, sperimentale, degli studi di Buccola sul
senso locale cutaneo confermerebbe, sono certo, che la manovra di queste
palette soggiace alla “legge del tempo nei fenomeni del pensiero”.