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– Un busto del Rutelli
Riporto
in extenso il documento 3.53 della bibliografia
buccoliana. Le imprecisioni che contiene (a cominciare dalla data di
nascita del Buccola, forse errata
anche nel monumento raffigurato) probabilmente sono dovute al fatto che
l’autore prof. Matteo Musso (vedi foto e cenno biografico in calce)
era anziano e quasi cieco. Il busto del Buccola
è opera del celebre scultore Mario
Rutelli (nonno di Francesco Rutelli).
Nelle
mie ricerche purtroppo non ho rintracciato né la relazione Tanzi né la relazione
Manfredi.
La libertà
col suo soffio divino e gl’incoraggiamenti fanno germogliare gl’ingegni, come
il zeffiro i fiori; e questi ingegni ben nutriti di studi aprono la strada al
progresso delle scienze e delle civiltà. Era ben raro il caso che fra noi
venisse, non diciamo premiato, ma onorato un giovane che recasse in mano la
palma di una vittoria ottenuta nel campo non cruento delle scienze!
Questo
pensavamo noi assistendo commossi alle splendide onoranze rese alla salma di
Gabriele Buccola il 14 Luglio 1907.
Non tutti
quelli che adulti poi si segnalarono in qualche ramo di scienze o di lettere o
di arti, mostrarono nei primi anni quale alta meta avrebbero raggiunto, anzi
dalle storie non ne ricaviamo molti esempii. Gabriele Buccola va fra questi
pochi, secondo me fanno fede i suoi stessi compagni e più le persone competenti
che ne giudicarono gli scritti, la vita laboriosa e gli studii profondi. Fin da
quella verde età prognosticarono quello che poi avvenne. –
Nato in
Mezzoiuso, presso Palermo, il 24 Febbraio 1854 e collocato nel Seminario greco,
fece stupire i maestri per la facilità con cui in poco tempo apprese il latino
ed il greco, e per la sicurezza colla quale penetrava e intuiva le bellezze e
la sapienza dei classici, dei quali recava parecchi tratti in italiano con vero
sapor letterario e conoscenza profonda degl’idiomi. Ma un ingegno così robusto,
fortificato di studi severi; un animo così ardente non poteva appagarsi dei
giovanili lavori, che bure avrebbero acquistato buona reputazione a molti che
vanno per la maggiore, tanto che il valoroso critico Carducci e il classico
poeta Rapisardi lo incoraggiavano con lodi lusinghiere.
Egli
attirato dall’ambiente, benché ancor giovane di appena 17 anni, ma grave di
senno, si volse con passione allo studio della storia e della politica; e un
suo discorso sui Saggi politici di
Mario Pagano fece conoscere la robustezza della sua mente e il buon metodo di
cui si valse per intendere le speculazioni storiche e politiche del suo autore,
con giudizioso parallelo col sommo G. B. Vico. Studente poscia in Medicina
nell’Università di Palermo, dal 1873 al 1879, con la pubblicazione di non pochi
articoli scientifici si acquistò subito la stima fin dei lontani; e, al tempo
stesso, trascorsi con profondità di giudizio i volumi del Darwin, dello
Spencer, del Bain e di altri, si mosse a dare alla Psicologia un nuovo aspetto;
e in quell’anno,
Nello
stesso anno recossi a Reggio Emilia dove ebbe a maestro il Tamburini, e nel
Nel 1883,
dopo breve dimora in Monaco, per la grande stima che nutriva pel suo Maestro,
volle ritornare in Torino dove, aggiungendo alla sua prima opera geniale, un
gran numero di monografie, ne formò un unico volume in cui si trova l’opera
portentosa: Sulla legge del tempo nei
fenomeni del pensiero. Quest’opera costituisce una conquista per la
psiometria psicologica e patologica e dà il vanto al Buccola, come sopra si è
detto, di aver gettato per il primo, in Italia, le basi della psicologia sperimentale. Nessuno, al
dire del Seppelli, aveva osato di affrontare i problemi psiometrici.
Mentre
attendeva a nuovi trovati veniva colpito dalla morte improvvisamente in Torino
il 5 Marzo 1885, con grave danno della scienza. –
Il
Municipio di Palermo volle, benché tardivamente, onorare la memoria di Gabriele
Buccola disponendo che la sua salma fosse tumulata in questo Pantheon previa la
relazione di una Commissione universitaria incaricata dell’esame della proposta
del Municipio.
Se i
limiti di un semplice cenno il consentissero, trascriveremmo la mobilissima
relazione presentata dallo egregio Rettore, professor Manfredi, a nome della
commissione. Riportiamo solo questi brani:
“Fra i
grandi eroi del pensiero e dell’azione di cui può andare superba la Sicilia nel
secolo ultimo, spicca luminosa la figura giovanile di Gabriele Buccola che è
passato nell’eternità della scienza, come il primo e il più geniale psicologo
dell’Italia nuova. Sulla prodigiosa attività intellettuale del Buccola,
sull’opera da lui compiuta e sull’orma tracciata nella scienza, nessuna
testimonianza può essere più alta e degna di quella manifestatasi
spontaneamente da parte dei più illustri scienziati d’Italia e dell’estero in
tre epoche differenti, cioè: durante la vita, subito dopo la morte ed ora, in
occasione delle onoranze alla salma dello insigne uomo. Queste manifestazioni
concordano in un giudizio, che è una magnifica apoteosi, nel riconoscere cioè
in Gabriele Buccolal’instauratore in Italia del metodo sperimentale nello
studio della psicologia e della psichiatria, insomma psidisco fisico, l’emulo
vittorioso degli Sterzel, dei Wulds, dei Sceler insieme coi quali egli divide il primato e la gloria di avere
applicato gli strumenti di precisione
all’analisi del pensiero”.
L’illustre
professore di psichiatria in Firenze, Eugenio Tanzi, dopo essere stato qui
cattedratico dal 1893 al 1895 e che è tanto apprezzato per le sue preziose
pubblicazioni, essendo stato col Buccola assistente del Morselli, in Torino, e
poi sempre amico, volle venire in occasione delle onoranze e alla tumulazione
della salma il giorno sopraindicato, leggendo un discorso biografico degno di
lui e dell’estinto.
MUSSO Matteo - Docente e letterato,
nato a Palermo il 20 luglio 1826 e morto il 4 maggio 1917. Per oltre 50 anni si
dedicò all