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– Una lettera a Gori Savellini
Roma 5.2.96
Cara professoressa Gori Savellini,
in attesa
che da Palermo siano rese disponibili le lettere di (anzi a) Buccola, soprattutto per poter
sciogliere i nodi relativi alla causa, al luogo e alla data
della malattia di Buccola (su cui,
come lei sa, abbiamo notizie contraddittorie, frammentarie e anche leggendarie,
forse per indebita sovrapposizione con il dramma di Gudden e Ludwig), ho
intenzione di scandagliare le biblioteche di Torino, il museo Lombroso, la
vecchia sede del manicomio (se esiste ancora), con l’aiuto del prof. Barcia, uno dei discendenti di Buccola.
Infatti la
Morreale nel suo saggio, da una
cartolina del 9.11.1884 in cui Kraepelin,
nel comunicare a Buccola di avere
“iniziato” (?) la lettura della Legge del
tempo, si mostra preoccupato per la salute dell’amico, ipotizza “che già durante il soggiorno in Germania
Buccola abbia avuto i primi gravi segnali della malattia... il che inoltre
spiegherebbe l’errata notizia della sua morte in Germania data nel dizionario
dell’Hirsch”.
Come
certamente ricorderà, anche lei, nella conversazione che avemmo lo scorso anno,
mi mise altre “pulci nell’orecchio”: fu Gudden
a fare la prima diagnosi a Gabriele, mentre un amico (chi?) lo avrebbe
consigliato di tornare in Sicilia a farsi curare in una clinica di malattie
nervose e mentali...
Forse
qualcosa sarà chiarita dall’epistolario, ma sarebbe ugualmente opportuno poter
conoscere le fonti (Garin?), almeno,
di ciò che lei cortesemente e molto generosamente mi ha accennato. Anzi, a
questo proposito, vengo al dunque di questa mia lettera e cioè a chiederle se
Lei sarebbe disposta a concedermi un altro breve colloquio per approfondire un
po’ questi temi (v. anche punti [a, j, m, n] della mia “Agenda
Buccola”).
Concludo
con un’ultima preghiera: il nome di Cougnet, assistente di Lombroso (che ho incontrato più volte in
qualche cartolina di Morselli), Le dice niente associato a Buccola?
La ringrazio ancora e Le porgo i miei
più cordiali saluti.