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- Grazie Arbore!
Avantieri sera ho assistito, assieme a mia moglie e ad altre
centomila persone, al concerto dell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore a Piazza del Popolo a Roma.
Sicuramente molti lettori delle mie News avranno fatto esperienze
simili, ma potrebbe esservi qualche “cucco”
come me (63 anni) alieno – in tutti i sensi – e ignaro di
questi “grandi eventi di massa” a cui
con queste righe potrei (tentare di) trasmettere le emozioni che ho provato.
Ovviamente conoscevo a menadito e amavo tutti i classici
suonati (Luna rossa, Dove sta Zazà, ecc.), ma ascoltarli “dal vivo”, con la complicità di moderni e superbi impianti
elettroacustici (stereofonici, quadrifonici, se non
addirittura olofonici)
è stata un’esperienza che non esito a definire “nuova”. La musica ci avvolgeva, ci avvinceva e ci travolgeva. Istintivamente, ecco la “scoperta”,
tutti seguivamo il ritmo, muovendoci e muovendo “a
tempo” tutti gli oggetti (anche la
bottiglietta di acqua minerale gentilmente offerta dagli organizzatori…)
che avevamo a portata di mano.
È molto probabile che tra quelle centomila persone non ci
sia stato neanche un analfabeta. Meglio così, non mi si fraintenda:
voglio semplicemente dire che in quell’occasione
le “competenze linguistiche”, diciamo
di “livello alto”, erano superflue –
e forse anche d’intralcio – alla libera impressione
ed alla libera espressione delle
sensazioni musicali, di livello “basso”.
Forse ho anche capito qualcosa sul comportamento “irrazionale” e sulla psicologia delle
folle – negli stadi, nei raduni religiosi, nella politica e in tutti i
consessi, compresi quelli apparentemente e istituzionalmente più “lucidi”.
Intervento di Pigliacampo (30.6.05):
Caro Dr.
Gaeta, ho compreso bene la Sua esperienza del Concerto di Arbore.
A volte - e anch
Cordialità. Suo,