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– Bug e “mill” con antifurto
Traduco e riporto
un interessante scritto di John Packer, curatore onorario del celebre Porthcurno Telegraph Museum. L’articolo, intitolato “Wig-Wags, Bug-senders and Typewriters.
Some Notes on American Telegraphs”,
è pubblicato in Morsum
Magnificat, n. 84, Gen./Feb.
In un
vecchio numero del British Post Office Electrical Engineers
Journal, Volume 6, April
A quel
tempo i tasti semiautomatici o bug (vedi Morse News 57) in Gran Bretagna
erano praticamente sconosciuti, ed è interessante che
l’autore aggiunga che essi erano conosciuti anche come “wig-wags”, un termine che non ho
mai incontrato prima.
Anche il
ricevimento con la macchina da scrivere invece che con scrittura a mano
sembrerebbe una innovazione americana. Gli operatori ne studiarono tante per
rendere le loro macchine da scrivere personali inutili alle altre persone. Su
questi argomenti l’articolo dice:
“Un numero
sempre crescente di operatori fa uso di auto-dot key, o, come sono più spesso chiamati, trasmettitori bug o wig-wags. Non c’è
dubbio che usando questi trasmettitori semiautomatici molta gente afflitta dal
crampo (del telegrafista), che altrimenti doveva smettere di lavorare, poteva
continuare a farlo egregiamente. La figura (qui
in alto a sinistra) mostra in forma schematica uno di questi bug o wig-wag key. La leva
del tasto aveva attaccata una lamina elastica sulla quale poteva essere fissato
in qualsiasi posizione un peso scorrevole. In tal modo la frequenza naturale di
vibrazione di tale molla può essere adattata alla velocità a cui si vogliono
fare i punti (dots).
Normalmente
la leva occupa una posizione centrale e quindi il circuito è interrotto.
Premendo a sinistra la paletta si fa un contatto permanente (freccia rossa), cioè il segnale linea (dash) della durata voluta. Invece
premendo a destra la lamina comincia a vibrare e si produce così un contatto
intermittente (freccia verde), cioè
dei punti (dots) di durata fissa e il cui
numero è determinato dall’operatore.
Un altro
congegno che ha molto aiutato una quantità di telegrafisti americani è la
macchina da scrivere [detta in gergo “the mill”, il
mulino, per la velocità con cui “macinava”
i dati alfanumerici. La foto a destra è
In passato
gli operatori usavano comprare personalmente la macchina da scrivere e furono
escogitati molti espedienti per renderla inservibile a tutti eccettuato il
proprietario. Un operatore imparava a battere su una macchina con tasti
bianchi, un altro aveva la posizione delle lettere sulla tastiera
considerevolmente alterata rispetto a quella universale, altri infine andavano
ancora oltre mantenendo la tastiera standard, ma con i “tipi” spostati. Queste
bizzarrie servivano da deterrente per non fare usare (o rubare…) le macchine da
estranei.
Qualche
anno fa