10 – L’elmetto di Canestrelli
Vierordt, nel suo
trattato di Fisiologia dell’Uomo (tradotto
in italiano nel 1865), auspicava un apparecchio per l’autografia delle
oscillazioni del capo (in posizione di
attenti, di riposo, seduti, coi piedi a mollo, ecc.) “indispensabile per
inoltrarsi con maggiore esattezza nello studio della fisiologia della stazione”
al posto del pennellino alla sommità di un casco simile agli elmetti a punta
dell’esercito prussiano.
Dopo di lui vari scienziati – e, chissà, forse anche Buccola, magari con la collaborazione di Corino – hanno ideato svariati
dispositivi a cordicelle, contrappesi, pulegge, ecc. per rilevare tale “segno”
di Romberg. Tra questi il Canestrelli che, nel 1944, alla Sapienza, ideò un “Metodo
grafico e ciclografico nell’esame dell’equilibrio statico” (Il Valsalva, XX, 1944, da cui sono
tratte le immagini di intestazione).
Ho incontrato Leandro Canestrelli prima consultando degli
articoli del suo maestro Mario Ponzo e poi di
persona, un paio di volte, nel 1996, qualche anno prima che morisse. Mi
raccontò un sacco di cose, ad esempio di quando era consulente al laboratorio
psicotecnico delle ferrovie a Piazza della Croce Rossa, dove si usavano vari
sistemi per studiare le alterazioni dell’equilibrio, in certi casi, di
interesse neurologico. Tutti, quando stiamo in piedi, oscilliamo ma c’è un
compenso continuo - avanti, indietro, obliquamente - specie quando si hanno gli
occhi aperti. Nell’esame clinico non si fa nessuna traccia perché pennellini e
cordicelle, coi loro attriti, falsano le misure, ma lui ha introdotto un
sistema di registrazione ottica, non grafica, con la quale il soggetto non
percepisce i movimenti e non può accorgersi di “quanto” si sta spostando (c’è
minor controllo, minor feedback di quando si scrive con la penna).
Canestrelli sostituì il pennello con una lampadina, il cui
sottile fascio luminoso impressionava una carta fotosensibile sistemata in un
“piatto” solidale alla testa del soggetto (foto
al centro). Interrompendo ritmicamente la luce (schema a sinistra) il ciclogramma (foto a destra) permetteva di risalire alla velocità delle
oscillazioni e, in certa misura, al senso di percorrenza, aggiungendo così dei
parametri di tipo dinamico ai più semplici apprezzamenti statici (tracce spigolose o curveggianti).