Roma 14.5.00
Caro Ingegner Petrioli,
(…)
I
temi toccati nelle nostre (due) recenti conversazioni telefoniche sono
tantissimi:
anelli al naso;
confronto con Internet;
praticabilità tecnica;
inutilità
dell’invenzione;
compiti della Bordoni;
avalli;
contro-avalli;
pronunciamenti di
tecnici su problemi sociologici, psicologici, fisiologici, spettacolari;
tempo perso mio, e
soprattutto suo;
spazzatura della TV
generalista;
dibattiti in Telèma;
sua deformazione
professionale;
tolleranze del
discriminatore;
differenza tra sapere la
risposta dal televisore e saperla dal Bitnick;
sperimentazioni, attestati, validazione
dei dati del Bitnick, ecc.
Argomenti che in questa sede non approfondisco non certo per
non invadere la sua privacy o perché non ne valga la pena (anzi, credo che lei sarebbe
un ottimo interlocutore), ma unicamente per mancanza di tempo (e perché
preferisco aspettare l’esito del mio esposto).
Faccio
eccezione per una sola cosa: Lei è convinto, in buona fede, che il
funzionamento del Bitnick l’ha capito nel febbraio 98, quando scrissi la nuova descrizione tecnica (che,
indirettamente, devo a Lei, come le do atto in AG
7). No, Lei l’ha capito solo adesso. Di ciò sono certissimo
perché so quanto ho dovuto penare per farlo capire a Costardi, a Chiari e ad
altri. Vannucchi aveva capito vaghissimamente o per niente (In
altre parole per lui di tecnico nella mia invenzione c’era 0%; per lei ci deve
essere invece 1%. Ed è su questo 1% che io farò leva per valorizzare l’altro
99% non tecnico).
Questa è la “scoperta” – fatta con mia estrema sorpresa, badi – che ha dato l’input, e il titolo, all’opuscolo “Il Bitnick incompreso”. Se anche Lei
“scoprisse” su se stesso che finora ha erroneamente creduto di aver capito sin
dal 1998 sarebbe un gigantesco passo avanti.
Distinti saluti
Andrea
Gaeta
Seguono
lettera ad Abruzzese del 9.5.00 e alcuni stralci
del funzionamento spettacolare, che le consiglierei di leggere da utente e non da
ingegnere.