Chiarissimo Professor Abruzzese,
uno dei fenomeni più strani
che si verificano intorno al Bitnick
è che la gente parla e pensa per “sentito dire”, senza cognizione di causa. Le poche
persone che non hanno disdegnato di compromettersi a (solo) parlare con un
presunto mezzo matto come il sottoscritto, e lei tra queste è una delle più
autorevoli, mi hanno invece aiutato a mettere più a fuoco quei guasti della comunicazione adombrati
nell’ultimo mio opuscolo.
Io sono stato costretto a
parlare di questi problemi che chiaramente travalicano la mia competenza – io
sono solo un tecnico di cose elettriche – unicamente per dimostrare che la
mia invenzione non era stata capita, così come la sua onesta ammissione di “non
capire” il Bitnick prova ampiamente.
In realtà lei semplicemente
non “padroneggia” tutte le sfaccettature della problematica da me posta e
comprensibilmente questo la blocca e le impedisce di “pronunciarsi”. Io questo
lo capisco perfettamente e non posso pretendere che Lei oltre a leggere le mie
carte si metta a studiarle. Però può incaricare di questo qualche giovanotto
sveglio (credo che nel vostro gergo questo si chiami “affidare una tesi”…), in
modo che si cominci a dibattere, con cognizione di causa, sulla Televisione
Interattiva Equivalente. Mi corregga se sbaglio, ma credo che di
inchiostro (e soldi pubblici) se ne versi anche per cose più futili delle mie…
Mi consenta ora un piccolo
sfogo, misurato e non polemico. Se ha occasione di parlare col prof. Morcellini
delle mie cose gli dica che le sue segretarie non sono molto sveglie, mentre
alla Bentivegna, che mi ha liquidato con un fermo “Grazie, non mi interessa”,
avrei piacere che dicesse che il sottoscritto non è un piazzista di
enciclopedie…
Per quanto riguarda infine
le “scoperte” linguistiche (di Lucidi)
che, come già detto, ho giocoforza dovuto accennare, può chiedere lumi al prof.
De Mauro, ma a lui direttamente, senza intermediari, per ridurre il rischio
“equivoci”.
Distinti saluti.
Andrea
Gaeta