Dr. Andrea Gaeta  via G. Mantellini 10 - 00179 Roma - Tel. 06. 7857083     e-mail andreagaeta@libero.it

 *  Gli Atomi  - Collana di studi grafici, fonetici ed elettrici – http://www.bitnick.it

                      

                                                                          

Roma 16.5.2002

Chiarissimo Professor Cimino,

La ringrazio dell'attenzione che vorrà dedicare al mio Bitnick.

Mi prendo la grandissima libertà di trascegliere alcuni passi dei miei scritti - troppo dispersi in questo sito, tra opuscoli, brevetti, lettere e quant'altro - per evidenziare qualche aspetto di interesse socio-psicologico della mia invenzione.

Devo premettere però qualche notizia sulla mia persona e sui miei buccoliani studi di psicologia "sperimentale" - nel senso vero, perchè sono un fisico, un tecnico che da decenni si occupa di acumetria, la progenitrice dell'acustica e, ancor di più, dell'elettroacustica. Anzi potrei riassumere il mio lavoro scegliendomi come strumento simbolo il martello sonoro o sounder telegrafico, così come a Buccola ho dato il cronoscopio e a Lucidi il magnetofono (e magari a Vierordt il metronomo!).

Il concetto chiave, forse quello a prima vista più ostico, del Sistema Gaeta concerne la ricetrasmissione “senza radio” tra i milioni di Bitnick periferici e il Bitnick centrale del conduttore televisivo.

In realtà quella comunicazione individuale bidirezionale simbolizzata da una doppia freccia non è fisica, tra l’hardware di due Bitnick, ma psichica, tra il “software”, diciamo così, di due esseri umani.

Sulle prime questa interazione psicologica può sembrare perdente rispetto all’interazione concreta che si ha, per esempio, tra due telefoni cellulari che si mandino messaggi SMS. Si tratta però di cose molto diverse: il Bitnick, semmai, come detto nella descrizione depositata, può essere considerato un “telefonino generalista”, da mass media.

Sulla comunicazione di massa, in particolare sulla televisione, sono stati versati fiumi d’inchiostro. Qui basta sottolinearne il carattere precipuo della unidirezionalità e quello della contemporaneità di visione da parte di moltissimi telespettatori, i quali, si badi, sono coscienti e soddisfatti - almeno se il programma vale - di questa fruizione collettiva perché “il programma e i suoi momenti salienti vengono (vissuti o) rivissuti in compagnia con il commento, il ricordo entusiasta delle scene più eccitanti” (M. Pellitteri).

La funzionalità psicologica del Bitnick fa si che ai vantaggi della fruizione collettiva (televisione generalista) si sommino quelli, ancora più evidenti, della fruizione individuale.

Comunemente si dice e si pensa che cliccare un pulsante del mouse sia il più semplice dei gesti. È risaputo tuttavia che occorre un certo allenamento per acquisire il tocco delicato e la scioltezza delle dita necessari per questo particolare movimento.

Ciò non accade col Bitnick perché questo apparecchio non si deve né posizionare, né cliccare, né trascinare. Il Bitnick infatti è ergonomico: si impugna nel senso pieno della parola mentre il suo unico pulsante si preme  - non si clicca, si badi - con tutta naturalezza e con partecipazione quasi psicofisica della stessa mano e dell’intero braccio.

Il Bitnick funziona con tempi di reazione fino a 500 msec, almeno 3 volte superiori alla prontezza di riflessi media.

Il Bitnick è “figlio di Buccola” perché i Count-down possono pensarsi come una sorta di test di reazione collettivi: milioni di persone reagiscono agli stimoli provenienti dal televisore: mi correggo, dal programma televisivo…

Come vede, caro professore, di "carne al fuoco" ce n'è, solo che forse io non so o non ho saputo cucinarla. Lei senz'altro potrebbe fare molto meglio di me per presentare gli aspetti sociopsicologici dell'invenzione. Posso sperare nel suo aiuto?

Grazie ancora. Rispettosi ossequi,

Andrea Gaeta