Roma 28.7.04
A
Egregio Caporedattore,
rispondo brevemente, pubblicamente e pacatamente alla Sua
cortese lettera odierna.
Il Bitnick non è un gioco, da tavolo e colorito: è invece un
sistema
di televisione interattiva, con prestazioni diverse e da molti punti di
vista maggiori dei sistemi informatizzati che oggi cercano di imporsi, o
sovrapporsi, alla normale televisione generalista.
Count-down a sua volta è un format, a confronto del
quale molto di quello che passano le reti italiane è realmente “spazzatura” (mi
riferisco a Grandi Fratelli, Carrambe,
Amici e simili).
Già dall’attributo “equivalente” del mio sistema interattivo
si evince che non si tratta di radio, quindi lo scrupolo dello “svelare il
trucco” (delle temporizzazioni a codifica implicita) mi pare del tutto fuori
posto e, forse, pretestuoso.
L’assenza di “tecnologia alta”, al contrario, è la
forza e la ragion d’essere dell’invenzione. Non solo nel mio sistema
non c’è inquinamento elettromagnetico e dispendio energetico, ma allo
spettatore medio – la classica casalinga di Voghera – non interessa il
funzionamento tecnico, ma solo quello spettacolare, che è coinvolgente,
accattivante e – se preferisce – “magico”.
Sono convinto che anche Lei, come altri (in primis il prof. Morcellini),
sia rimasto nefastamente e involontariamente influenzato dalla polemica con De
Mauro che, pur del tutto rientrata (vedi,
per esempio, Morse
News 32 e 63),
continua a far velo all’invenzione, già di per sé oscura.
Sì, “il mondo
radiotelevisivo è un ambiente in cui è difficile entrare se non si è…
presentati”, ma Focus sarebbe stata un’ottima presentazione. Peccato!
Cordiali saluti.
“Avendo esaminato i documenti e il
video prodotti dal professor Gaeta per illustrare il senso della propria
invenzione e dopo aver discusso con lo stesso professore, nonché con colleghi
matematici e informatici, credo di poter affermare che quanto il professor
Gaeta da anni propone costituisca una intelligente integrazione di
effetti psicologici, elettromagnetici e di spettacolo in grado di generare (senza
dispendio di energia ma attraverso un semplice sistema di comunicazione a
codifica implicita) l'impressione di un coinvolgimento diretto di grandi masse
di spettatori a giochi televisivi a premi. Il sistema ideato dal professor
Gaeta consente inoltre di valutare oggettivamente tale sensazione verificando
in modo molto semplice l'esattezza delle risposte attraverso il piccolo
apparecchio denominato "Bitnick". L'unico problema evidenziabile è
quello della comunicazione dei risultati ad un organo centrale di emittenza
televisiva, nel caso in cui il sistema venisse implementato per una
premiazione su scala nazionale, invece che per il semplice coinvolgimento su
scala nazionale seguito da premiazione su scala domestica o domestica-allargata
(tipo Bingo o altro)” (